America

 Il "soccer" italo-americano: God Bless Soccer

 

 
 

di Vincenzo M. La Gamba

New York. Diciamo subito che quello che in tutte le parti del mondo viene denominato "football" (calcio) negli Stati Uniti e' chiamato "Soccer." A volte basta un nome strozzato come "soccer" per capire che anche uno sport così popolare nel mondo é figlio di una nazione matrigna anziché il contrario.

Quando si parla di Football negli USA ci si riferisce al gioco che praticano i Giants ed i Jets tanto per intenderci al volo.

Una delle tante stranezze che si sono verificate ai nostri emigranti venuti in America del Nord subito dopo la Seconda Guerra Mondiale é stata quello di praticare e tifare per un sport che non poteva essere battezzato come calcio perché figlio di un Dio minore. Per meglio intenderci il calcio inteso come soccer era lo sport degli emigranti negli occhi degli americani.
Non esistevano campi di calcio, attrezzature, spogliatoi per poter ospitare partite a livello dilettantistico. A Brooklyn si giocava al Red Hook, una delle zone più povere, in campi di terra battuta.

Eppure per dovere di cronaca citiamo la epica vittoria della nazionale degli  Stati Uniti contro l' Inghilterra (1-0) nella Coppa del Mondo del 1950 disputatasi a Belo Horizonte in Brasile. Gol di testa da parte di Gaetjens, di origine francese. Fu un colpo duro per gli Inglesi che avevano letteralmente snobbato i dilettanti americani. Chi avrà scommesso qualcosa a favore degli Stati Uniti sarà stato un uomo fortunato e ricco.
Poteva essere l' inizio del boom calcistico negli Stati Uniti, ma non fu così.

Qualche anno prima nasceva la LIAC (Lega Italo Americana Calcio), formata da veri pionieri del calcio amatoriale, che da varie parti d' Italia erano approdati nei 5 sobborghi di New York per promuovere uno sport che loro consideravano un "must" nella nazione che li aveva accolti.

Non é stato così.  Gli amanti del baseball, basketball e football americano erano la stragrande maggioranza di tifosi "DOC" di questi sport. Gli Italiani si son dovuti arrangiare da soli. E si sa che tutti gli Italiano sanno l' arte dell' arrangiarsi prima per non rimanere indietro dopo. Con la LIAC nacquero poi le squadre che hanno fatto la storia della Lega. Alcune rappresentavano una regione (Intergiuliana); alcune il nome della città d' origine: Mola di Bari, Frosinone,Torrese (Torre del Greco), Cinisi, Roma e successivamente Calabria, Roma per citarne solo alcune di esse ( altrimenti la lista sarebbe lunga dopo 63 anni di attività calcistica). Altre presero il nome da squadre di calcio Italiane, tipo Fiorentina, Lazio, Milan e Palermo che poi nel 74' si chiamò  Brooklyn Italians, nome originalmente imposto dal 1949, anno di sua fondazione.  Va rilevato che il Brooklyn Italians, dopo 63 anni di ininterrotta attività agonistica, rimane ancora la "più antica" delle società calcistiche di tutti gli Stati Uniti. E non esiste nessuna squadra di origine italiana che ha vinto due "Challenge Cup" (equivalente alla nostra Coppa Italia) nel 1979 (vedi foto) a Chicago superando i Croatians al Winnimac Stadium.

Il 10 Agosto del 1991 il bis. I Brooklyn Italians superano i Richardson Rockets del Texas al Brooklyn College Stadium e dopo 12 anni riconquistano la US Challende Cup con un gol  di Inneh al 7'.

Oggi la società  brooklynese valorizza i giovani, grandi protagonisti nei due incontri vinti al Torneo "Enzo Ferrari" , disputatasi durante il periodo pasquale a Maranello, contro gli Under 18 della Sampdoria (1994) e quelli della Juventus (1995) ( vedi foto).

La zona di Brooklyn era più popolata rispetto a quelle del Queens e Bronx, ma il tifo di campanile era così passionale che molte volte erano gli arbitri a farne pure le spese. Si sa pure che le  rivalità fra le squadre di paese comporta tesserare i migliori giocatori sulla piazza.

Ma sempre si viaggiava nel mondo del calcio giocato con mezzi artigianali.

Per poi seguire il calcio-sentito dall' Italia con la voce di Carosio, cioè la radio, la si comprava quella ad onde corte. Era beato chi poteva ascoltarle senza interferenza alcuna. Ancora più beati coloro i quali potevano seguire le prodezze delle squadre del cuore comprando il "Progresso Italo-Americano", che, però, dava i  risultati con qualche giorno di ritardo perché allora non esistevano i mezzi moderni dei mass-media o partite in TV in diretta o differita.

Questa lacuna venne colmata negli anni '80, a seguito della vittoria dell' Italia nella Coppa del Mondo svoltasi in Spagna.

Nel 1984 si interessò direttamente il Presidente della Repubblica On. Sandro Pertini, che incaricò l' allora Ministro degli Esteri On. Giulio Andreotti, affinché venissero esaudite le legittime richieste degli italo-americani dello Stato di New York e dintorni.

"Diamo le partite e decenti programmi televisivi agli emigrati di New York", tuonò il grande e non dimenticato Presidente Pertini.

Non era una mera richiesta, ma un comando che lo stesso Andreotti accettò di buon grado. Fu così che dalle quattro ore domenicali si passò a sei ore. Nei primi anni 90 i programmi televisivi di RaiUsa passarono ad ad otto ore, per poi divenirne 24 ore per ogni giorno della settimana istituendo Rai Internation con Renzo Arbore come suo Direttore.

Fortunata fu la "Giostra dei Gol" come programma principe di Rai Italia.   

Ma come tutte le cose, anche la "Giostra dei Gol" andrà a farsi benedire perché la Rai in Italia non ho comprato quest' anno i diritti televisivi.

Non sappiamo neppure se il Presidente della Repubblica Italiana Napolitano possa fare qualcosa al riguardo, così come s' impuntò caparbiamente Sandro Pertini.  

Vuol dire che vedremo le partite in "diretta" dai Cable-TV's senza quei "opinionisti" di pallone, alcuni dei quali non all' altezza della situazione. C'é stato sempre ed ogni anno un cambiamento che non sempre era positivo. Anzi.

Ritornando ai tempi post-bellici le squadre locali esprimevano un discreto calcio. Non c' erano, in verità, grossi nomi da "comprare", perchè non c' erano atleti-giocatori di grido. Fortunatamente si sono alternati dei bravi dirigenti a livello della LIAC ( i cui nomi non vorremmo citarli perché numerosissimi durante una intensa attività fino agli anni '70) che hanno preso a cuore il "bene comune".

Grazie a Sal Rapaglia ha fatto passi da gigante la Eastern New York State Amateur Soccer Association, Lega affiliata alla USSF (United States Soccer Federation). Va rilevato che ancora Rapaglia (vedi foto) è sulla cresta dell' onda da almeno mezzo secolo, il che significa tanto. Oggi infatti, come Presidente della Eastern New York State Amatuer League, che ha sottomano la gestione di ben 33 Leghe Dilettantistiche in tutto il territorio statale dell' Est-New York.

 In ordine cronologico il "Soccer" visse i suoi anni migliori negli anni 70. Infatti nel '71' si formo' la squadra dei Cosmos, ma, nel precedente decennio, cominciarono a venire numerose squadre di calcio Italiane che si affrontavano con quelle sudamericane, argentine e sopratutto brasiliane (Santos in primis con Pelé).

Era un bel vedere. Erano campioni che sapevano giostrare la palla esaltando la platea. Fu allora che i Cosmos, con a capo Steve Ross, il presidente della Warner Brothers e i fratelli Ertegun dell' Atlantic Record, hanno avuto la lungimiranza di tentare il "boom" del soccer negli Stati Uniti.

Iscrissero i Cosmos alla NASL . Acquistarono campioni come Pelé, Chinaglia, Carlos Alberto, Beckenbauer, tanto per citarne alcuni. Riempirono gli stadi. Ad ogni partita dei Cosmos c' erano 75,000 spettatori.

 Alla FIFA non piaceva il "soccer americano" . Critiche pesanti e scomuniche per il loro fare prettamente americano. La prima era la numerazione. Non più da 1 a 11, ma da 1 a 99. Il giocatore aveva da scegliere il suo numero preferito e veniva "stampato" il suo cognome a caratteri cubitali. Una cosa mai vista nel calcio della FIFA. 

Un' altra cosa mal digerita dalla FIFA era il non pareggio a fine partita. La gara doveva dichiarare la squadra vincitrice dell'incontro contrariamente a quello che che accadeva in ogni campionato di ogni nazione affiliata alla FIFA. La NASL non ci stava a queste regole.

Infatti avevano escogitato la vittoria a tutti i costi per l' una o l' altra squadra attraverso gli "shoot-out." 

Guarda caso quello che la NASL aveva concepito il "soccer americano" come mezzo strumento di spettacolo venne poi copiato dalla FIFA qualche decennio dopo. Come per dire che le "pacchianate" erano indovinate per la spettacolarità del gioco, che, veramente, era a livelli accettabilissimi.

Il credo degli americani é stato e sarà sempre di fare divertire gli spettatori, perché qualsiasi sport non deve annoiare. Anzi é il contrario.

Oggi il calcio americano ha fatto notevoli progressi. E' come non mai vivo e vegeto basato sui fatti. Leggasi la batosta che la nazionale a stelle e strisce ha dato alla nazionale azzurra Italiana prima dell' Europeo. Leggasi pure l' ultimo titolo olimpico con medaglia d' oro a Londra nella categoria donne, che  hanno battuto le rivali coreane.

E' di pochi giorni fa la notizia che anche a Queens dovrà sorgere un nuovo stadio di 25,000 posti, così come lo hanno costruito i Red Bulls (MLS) ad Harrison, nel New Jersey. E cosi come stanno facendo in altre parti degli Stati Uniti.

Una cosa va rilevata facendo un paragone con l' Italia del pallone, sempre se e' consentito farne alcuno. Non esistono gli ultras in America. La maggior parte dei genitori porta allo stadio i figli giovanissimi sapendo che il "soccer" é divertimento e niente altro.

Non esiste il "calcio-scommesse". Almeno fino ad ora.

Non esistono squadre o società che non si presentano per ricevere gli onori conquistati per un secondo posto nella Super-Coppa.

Esiste uno sport che va amato e rispettato.

Questo e' l' augurio al campionato di calcio Italiano, che sta per cominciare.

In bocca al lupo! Ma, God Bless Soccer. Sempre.

 

 

 

La Gamba Vincenzo - America: « Il "soccer" italo-americano: God Bless Soccer. Esiste uno sport che va amato e rispettato.», New York-Brooklyn, 19 Agosto 2012

e-mail: VJIM19@aol.com

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