NON VOGLIO
UNA CHIESA
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di Vincenzo M. La Gamba Il mio augurio personale é che Papa Francesco viva a lungo per il bene di Nostra Madre Chiesa. Quanto a lungo? Tanto quanto si richiede per cambiare, trasformare, trasfigurare l’ attuale Chiesa, che Papa Bergoglio ha ammesso non volere “ossessionata dal potere” SentirLo parlare ogni giorno su temi cosi delicati e controversi con il linguaggio della verità é come guardare le stelle e la luna in una notte d’ estate. Da esse splende la luce così viva e vibrante che riesce ad illuminare anche i sentieri più impervi e nascosti. Diciamolo una volta per tutte: Papa Francesco non é diventato Pontefice per caso. Di formazione Gesuita é qui, tra noi, ad insegnarci ad amare Gesù e combattere i mali del mondo, in questo momento caotico che si vive in Vaticano ed in Italia. Quello che ha detto di nuovo, ma veramente di nuovo é che le parole “Non voglio una Chiesa ossessionata dal potere” erano un messaggio diretto al Cardinale Camillo Ruini, il quale dal 1985 sino all’ avvento di Papa Francesco ha cavalcato il “collateralismo con la politica italiana” con i Vescovi in ruoli di assoluto protagonismo. Non solo, Ma come si é visto in queste ultime settimane un ex- Segretario di State, tale Cardinale Tarcisio Bertone vive nel lusso di 300 metri quadrati, in un appartamento i cui soldi sono pervenuti dai soldi sottratti all’ Ospedale del Bambino Gesù, soldi che erano stati donati a scopo di beneficienza. Non vorrei soffermarmi sugli attacchi isterici contro il Papa che creano appunto un’ atmosfera pesante in Vaticano. Ne’ tantomeno sui “corvi” che hanno tradito la buona fede del Papa. Né dei giornalisti che per vendere libri e guadagnare “soldoni” fanno di tutto per destabilizzare l’ apparato Vaticano. Il nuovo cammino della Chiesa é già stato tracciato da Francesco e “nessuno mi fermerà - ha detto all’ Angelus dell’ 8 Novembre scorso- nel cambiare la Chiesa Universale.” Basta la sua determinazione e noi possiamo dormire sonni tranquilli, ma saranno gatte da pelare per quelli che gli remano contro. Ma grazie a Dio, Papa Francesco ha dalla sua parte il popolo di Dio ed é quello che maggiormente conta per lui, profeta del cambiamento nonché profeta della povertà e della misericordia. Dal 10 Novembre, 2015 al Cardinale Angelo Bagnasco ed in occasione del Quinto Convegno Ecclesiale svoltosi a Firenze, il Sommo Pontefice gli ha tracciato una Chiesa diversa, meno barricata sulla difensiva, meno battagliera e più spirituale, segno di una Chiesa semplice e che sa assumere i sentimenti di Gesù. Lancia un messaggio ancora più chiaro: "Mi piace una Chiesa inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà. Un vero mandato per il convegno che avrà modo di riflettere e “cambiare pelle.” Nel suo discorso accorato nella Cattedrale di Firenze, non nascondo di avere sorriso quando ha citato don Camillo e Peppone, sottolineando l'atteggiamento di don Camillo che conosceva uno per uno i propri parrocchiani. Non come accade adesso quando la maggioranza di preti sta rinchiusa nelle canoniche. "Preferisco una Chiesa accidentata, ha affermato Papa Francesco, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità, di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Il Santo Padre ha chiaramente affermato che non vuole una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti, perché le tentazioni esistono, e sono tante. Poi la ciliegina sulla torta: ha usato la parola umanesimo, che mi ha piacevolmente sorpreso. "Non dobbiamo addomesticare il volto di Dio - continua Francesco - Lasciamoci guardare da Gesù’. E’ lui il nostro umanesimo, facciamoci inquietare dalla sua domanda: voi chi dite che io sia?". Questa e’ stata e sarà l’ intrigante domanda che Gesù pone ai suoi discepoli e dopo più di 2000 anni é sempre viva ed attuale. Poniamoci oggi questa quesito: Chi é per noi Gesù’? Probabilmente le risposte di un miliardo e 200 milioni di cattolici nel mondo saranno variegate nel contesto di una preparazione alla fede che non ha confini. Papa Francesco non vuole disegnare un nuovo umanesimo, sia ben chiaro a tutti. Ma vuole presentare con semplicità alcuni tratti dell'Umanesimo cristiano che sono quelli del Cristo Gesù, che rappresentano la calda forza interiore che ci rende capaci di vivere e di prendere decisioni. Quali sono questi sentimenti? Il primo l’ umiltà. E poi: “l' ossessione di preservare la propria gloria, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti. Bisognerebbe riflettere su questi due concetti per rivoluzionare il mondo e cambiarlo contro il narcisismo autoreferenziale, essendo il cuore dell’ uomo così pieno di se stesso che concede nessuno spazio a Dio. E’ nostro dovere di lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare." Si rivolge ai giovani per superate la loro apatia e diventare architetti di un' Italia migliore. Auspica un vero e profondo dialogo non solo fra cattolici perché la società Italiana si costruisce quando le sue diverse ricchezze culturali possono dialogare in modo costruttivo: quella popolare, quella accademica, quella giovanile, quella artistica, quella tecnologica, quella economica, quella politica, quella dei media. La Chiesa - ha proseguito il Papa - sia fermento di dialogo, di incontro, di unità. Del resto le nostre stesse formulazioni di fede sono frutto di un dialogo e di un incontro tra culture, comunità e istanze differenti. Non dobbiamo aver paura del dialogo: anzi é proprio il confronto e la critica che ci aiuta a preservare la trasformazione della teologia in ideologia. Ha enfatizzato pure sul fatto che il modo migliore per dialogare non é quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà. Quello che veramente mi ha profondamente commosso, prima del discorso del Pontefice nella Cattedrale di Firenze, sono state le tre testimonianze di fede espresse da alcuni cattolici raccontando ciascuno il proprio percorso di fede. Ha cominciato Francesca Massarelli di Torino: "In questo ultimo anno ho dovuto affrontare diverse difficoltà con la malattia di mio papà ci siamo ammalati tutti e la sua morte ci ha lasciato nel dolore. Mio padre mi manca tanto, sul letto di morte gli volevo dire di non avere paura. Diventare cristiani é una gioia e un impegno, un cammino continuo che non ha fine". Pierluigi e Gabriella da Roma, si sono conosciuti dopo il crollo dei loro precedenti matrimoni affrontati senza maturità e consapevolezza del matrimonio: "Ci siamo consegnati alla Chiesa con le nostre ferite e ci siamo affidate a lei. La Chiesa - hanno detto in due- ha consolato e instradato. Nel 2000 ci siamo sposati con un matrimonio concordatario". Fra le testimonianze anche quella di un cittadino albanese che viveva sotto i ponti e che ha raccontato di essere stato salvato dal parroco di San Gervasio a Firenze che gli ha dato un tetto, lo ha aiutato a trovare un lavoro "come benzinaio e poi ho ripreso i miei studi di ragioneria". Nel 2002, dopo la morte del suo tutore é diventato sacerdote e parlava a Papa Francesco dal profondo del suo cuore.
Il Cardinale Bergoglio e il Cardinale Tarcisio Bertone durante una visita in Argentina 2007
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La Gamba Vincenzo M. - America: «NON VOGLIO UNA CHIESA OSSESSIONATA DAL POTERE. Il mio augurio personale é che Papa Francesco viva a lungo per il bene di Nostra Madre Chiesa. Quanto a lungo? Tanto quanto si richiede per cambiare, trasformare, trasfigurare l’ attuale Chiesa, che Papa Bergoglio ha ammesso non volere “ossessionata dal potere”», New York-Brooklyn, 11 Novembre 2015 e-mail: VJIM19@aol.com |
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