Commemorazione dei defunti
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di Vincenzo La Gamba
Tre anni fa mi sono recato al mio paese natio, in Calabria per la commemorazione dei defunti. Era la seconda volta in 48 anni che mi capita di tornare alle radici per una così nobile commemorazione. Avrei ( o avremmo) voluto partecipare più volte per visitare i nostri cari morti per chi come e' rimasto l' unico membro della Famiglia, dopo la scomparsa di mio fratello Raffaele, avvenuta, però, in America lo scorso 8 Agosto. . Sebbene i nostri morti sono ritornati alla Casa del Padre é pur vero che noi Italiani abbiamo una forte tradizione quando ricorre il 2 Novembre perché ci offre lo spunto di fare una dovuta riflessione. Lo spunto ce lo offre la prima lettura odierna, tratta dal Libro dell' Apocalisse: "Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno. Le cose di prima sono passate.... le anime dei giusti sono nelle mani di Dio". Quindi abbiamo buone ragioni per affermare che i defunti sono in buone mani. Vi siete mai domandati, cari amici fedeli. perché una giornata dedicata ai morti é in tutto il mondo più speciale della festa di tutti i Santi, celebrata un giorno prima? Perché ci ricorda che noi viventi siamo "connessi" ai nostri morti, siano essi genitori, figli, parenti, amici, nonni. Questo giorno é impregnato di un sentimento religioso nel quale l' affetto ed i ricordi familiari si uniscono alla fede e alle speranze cristiane. Innanzitutto diciamo che oggi si celebra la vita e non la morte. La religione cattolica cristiana non celebra il culto della morte, ma quello della vita. Questo mette in rilievo l' odierna liturgia della Parola con le sue molteplici letture e le orazioni della Messa domenicale. Oggi si parla di Risurrezione e vita: il riferimento onnipresente é la Risurrezione di Cristo. Fondamentalmente la visita al cimitero, che nella sua etimologia significa "dormitorio", rinnova la memoria dei familiari che si "sono addormentati nel Signore",che ci ha tutti assicurati che la vita non viene tolta a chi muore, ma viene loro "trasformata." Più di uno dei nostri fratelli cattolici (forse non praticanti) si pone sempre questo interrogativo: "La morte é una fine od un inizio? Ci aspetta un' altra vita o il nulla? Sopravviviamo o siamo annientati? Alla fine del cammino c' è Dio o il vuoto più assoluto?" Anche il Sommo Dante si é posto degli interrogativi. Sentite: "A cosa serve la vita, se c' é poi la morte?". Ancora più inquietante l' altro suo interrogativo: "Perché veniamo puniti con la morte, se poi ci é concessa la vita eterna?"
Perché? E’ una bella domanda. Non sottovalutiamo il fatto che la vita senza limite temporale é l' aspirazione più profonda che portiamo dentro. Siccome alla fine la morte ci vince sempre (perché é naturale morire), allora noi ci sentiremmo intimamente frustrati senza una spiegazione soddisfacente di questo paradosso ed enigma che é la morte di un essere umano (quindivoi ed io) creato per la vita.
La risposta che la Chiesa ci dà é imperniata tutta sulla fede. Vale la pena ricordare che per la fede cristiana é fuor di dubbio il valore della vita dell' uomo. Ma il discepolo di Cristo identifica la vita futura (quella "trasformata" che equivale a quella eterna, per intenderci) in cui crede e che aspetta, con un essere vivo, personale ed amico che é il Dio di Nostro Signore Gesù Cristo e alla cui vita partecipa già adesso e continuerà a goderne nel suo destino futuro.
Fondamento di tale credenza e speranza é la nostra fede, basata sugli atti salvifici di Dio per mezzo di Suo Figlio fatto uomo, Gesù Cristo, che morì e risuscitò per darci la vita e la salvezza eterne.
Oggi, cari amici fedeli, é importante capire soprattutto una cosa su cui é basata tutta la nostra religione cattolica romana: la vittoria di Gesù sulla morte, cioé la Sua Risurrezione.
Per quanto riguarda le anime dei nostri defunti, non dobbiamo veramente preoccuparci più di tanto perché come narra il testo del Libro della Sapienza "le anime dei nostri cari sono nelle buone mani del Signore". Il Signore é un Dio vivente perché ha vinto la morte. I nostri cari che sono morti, sono stati come una pianta che é nata in terra, ma che fiorisce meglio in Cielo.
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La Gamba Vincenzo - America: «Commemorazione dei defunti», New York-Brooklyn, 2 Novembre 2017 |
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