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Prof.
Carmelo Cordiani,
direttore
didattico del Circolo di Giffone
Eccellenza
Reverendissima,
Porto ancora
nel cuore le vostre parole rivolte ai cresimandi il 9
febbraio scorso, quando, commentando il Vangelo e la Sacra
scrittura, avete sottolineato un atteggiamento tutto umano
di Dio: “
Dio si commuove “.
Si commuove per
la fragilità
del giovane Salomone che si riconosce
troppo
immaturo per l’impegno che lo attende. Si commuove perché
il suo popolo è come un gregge senza pastore.
Avremmo
voluto celebrare questo incontro con il nostro parroco,
porgerVi il saluto insieme al nostro pastore, sentirci
adulti nella fede confortati da una presenza vigile ed
attenta al nostro cammino. Come il giovane re, però,
avvertiamo la mancanza di una mano forte e sicura e come
Israele ci sentiamo disorientati. Gesù ha avuto motivo per
commuoversi ancora e Vi ha mandato per aprirci il cuore alla
speranza. Grazie, Eccellenza, a nome della Comunità di
Galatro , riunita per celebrare il Mistero della Cena
che prelude alla passione e resurrezione di Cristo.
Sono i cardini della nostra fede e ci è di grande conforto
che questi momenti, particolarmente sentiti in tutta la
Chiesa, siano vissuti insieme al Vescovo che è venuto tra
noi testimoniando particolare attenzione alla nostra comunità
e, forse, la stessa commozione di Gesù.
Il rito
della Cena ripropone l’amore di Cristo che si fa Pane per
l’uomo, nutrimento del suo spirito, energia vitale in un
mondo spinto verso l’odio del fratello contro il fratello.
Si fa tanta fatica a spargere il seme di Verità tra i rovi
della violenza, dell’ingiustizia dell’irrazionale. Si fa
fatica a sentirsi fratello anche di chi uccide in nome di un
dio che legittima il sangue della vendetta, che confonde il
martire con l’assassino, l’eroe con il suicida. Dio è
amore. Nella nostra
comunità , riunita per nutrirsi del Corpo e del Sangue di
Cristo, oggi nella persona del nostro Vescovo, cresca il
seme della solidarietà che unisce, dell’agape cristiana
che distingue i figli della luce. Questi due giorni che
accogliamo come dono del Vostro cuore siano intensi
di fede e di speranza. Affideremo al buon Dio le
nostre debolezze e il nostro entusiasmo, pregandolo insieme
perché sia vicino al nostro parroco, al suo Sacerdote
Agostino, perché si commuova ancora e lo lasci con noi.
Nell’attesa, come i discepoli di Emmaus, ci rivolgiamo a
Voi perché nel Vostro faticoso impegno trovi particolare
posto la nostra comunità.
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