Ben
tornato, San Nicola |
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di Carmelo Cordiani Avevo proprio tanta voglia di rivederLo, dopo quasi sei mesi di assenza. Quando il Reverendissimo Signor Parroco annunciò che il 27 novembre, verso le ore 15, sarebbe arrivato alla Villa Comunale e che dalla Villa Comunale, in processione, doverosamente sarebbe stato accompagnato nella Chiesa a Lui dedicata, mi prese una smania, come un ragazzino che non vede l’ora che arrivi una scadenza importante. Con l’occasione raccomandò di essere generosi per arricchire l’evento con banda, fuochi, fiori e quanto si addice al Santo Protettore.
Venne il 27. Peggio del sei dicembre dell’anno scorso. Cielo grigio, scrosci d’acqua intermittenti, vento di scirocco in aria.
“Vuoi vedere che San Nicola dovrà rinunciare al corteo dalla Villa alla Sua Chiesa?”. Nemmeno per sogno. Puntuale, dopo mezzogiorno, i nuvoloni si fanno da parte, il sole riappare, tutto torna tranquillo come un bel giorno autunnale. La gente si raduna alla villa, c’è la banda, c’è il Sig. Sindaco con fascia tricolore, alcuni Assessori, Maresciallo e Carabinieri, chierichetti col Crocefisso. Manca il Reverendissimo Sig. Parroco. E’ andato all’incontro per sistemare il Santo Patrono sopra un camioncino, con una base pronta per essere portato a spalle. Gli occhi sono puntati sul Viale Aldo Moro ad ogni rumore di macchine. Verso le 16.15, mentre il sole se ne va dietro la collina di Pescano lasciando filtrare tra gli ulivi dell’orizzonte un debole raggio color rosa che aggiunge un tocco magico alla Statua , finalmente compare nello spiazzo della Villa il Santo Patrono. Applausi dei fedeli, attacca la banda, un “OOOH!” di meraviglia, flash di foto, e il tempo necessario per organizzare la processione. Sembravamo in pochi. Poi, come spesso accadeva per i funerali, dai cespugli della Villa sbucavano gruppi e gruppetti che, in attesa, discutevano dei fatti propri. A metà ponte dell’Annunziata, capolavoro in pietra dei maestri scalpellini Pisani, la tradizionale sosta per la “scarica”. Deboluccia, per la verità. Ma è solo un assaggio. Per la festa del Santo, sei dicembre prossimo, ci sarà di meglio.
Lungo il percorso, dalla Villa alla Chiesa, ho provato più volte, a sbirciare la statua. Tutto sembrava a posto. Le tre dita della mano destra, benedicente, erano rinati, il pastorale dorato al suo posto, il libro sotto il braccio, le tre palle bene in vista sul libro, la mitra fregiata dava un tocco di solennità al Santo che procedeva con lo sguardo attento e profondo. Non mi si è offerta un’occasione per incrociare il suo sguardo e capire di che umore fosse. D’altra parte, il viaggio, anche se breve, sul camioncino, con l’arietta fresca di un pomeriggio di fine novembre, aveva potuto crearGli qualche problemino. Non era il caso di insistere. Anche in Chiesa mi limitai ad osservare il restauro, più che tentare un approccio. Ci sarebbe stato il tempo. Pensavo alla domenica successiva, trenta novembre, dopo la messa delle undici. Ma tra commento alla Parola di Dio, sintesi, per fortuna, di due decreti dei Vescovi, avvisi vari, si fece tardi. Rimandai ad altra occasione che si presentò presto.
Dopo una preghierina di rito, azzardai :“Come siete bello”!
Sembrava che mi fossi rivolto ad una statua. Nemmeno un cenno di cortesia, né uno sguardo che mi incoraggiasse ad andare oltre. Lo sguardo fisso, distratto, per niente interessato al mio complimento. Provai ad aggiungere :“Vi hanno restaurato per bene”. Niente. Per provocarLo dissi che gli zigomi Gli erano venuti troppo carichi, ma non attaccò. Muto era e muto rimase. Mentre me ne andavo facendomi puntualmente il segno di Croce, pensai: “Vuoi vedere che ce l’ha con me?”
Strada facendo cominciai a rodermi il cervello per trovare un motivo, cosa potesse essere successo. Da un San Nicola prima del restauro, attento, accogliente, disponibile al colloquio, comprensivo, che mi dava consigli, che raddrizzava alcuni tiri, che stava anche all’ironia mi sono ritrovato davanti ad una bella Statua indifferente, quasi volesse mandarmi a quel paese. “Devo riprovarci, mi dicevo. Lo lascio in pace per un po’ e, poi, vedremo come mi tratterà. Se mi manda a quel paese ci vado. Vuol dire che ritornerò quando mi chiamerà”.
Poi mi venne un sospetto: “ Non sarà stata l’aria di Palmi, dove è stato restaurato, a disturbarLo?. Non è che qualcuno, mentre Gli facevano radiografie, iniezioni antitarme, ritocchi vari, Gli ha sussurrato qualcosa, come : Stai attento a quel ciarlatano, a quell’impiccione rompi… , guastafeste. Non gli dare retta, ormai è rimbambito. Lascia perdere. La gente preferisce stare in pace. Quando succede qualcosa, si gira dall’altra parte. E’ possibile che solo lui non sopporta le cose storte, che si impiccia dei pezzettini di stoffa sui santini, dei gruppi e gruppetti che scoronciano preghiere a modo loro, di Santi coccolati, ed altri pettegolezzi? Ci sono tanti altri esperti che osservano e stanno zitti. Così dovrebbe fare anche lui. Si sentono in giro tagli d’ogni genere, critiche su cose che non vanno. Eppure nessuno esce allo scoperto. Possibile che solo lui deve smuovere certe acque? Qualcuno potrebbe sentirsi offeso, preso in giro. Dài retta a me! Non gli rispondere più. Vedrai che la smetterà di fantasticare con Te.”
Il sospetto che qualcuno si fosse messo tra me e San Nicola aumentava ogni giorno. Mi era, però, difficile individuare il soggetto. Ancora più impossibile mi veniva da credere che un Santo, Vescovo per giunta, Patrono di un’intera comunità e, quindi, con gli occhi ben aperti a quanto Gli succede intorno ( altrimenti, cosa mi protegge? ), si fosse lasciato manipolare al punto da diventare una statua muta. Al massimo, pensavo, di ritorno mi avrebbe assalito con frasi del genere: “Bravo! Mi hai raccontato un sacco di balle. E io che ti ho creduto… Bella figura che mi hai fatto fare con quelli che contano. Me le hai raccontato tanto bene che ho finito per crederti. Brutto imbroglione. Vergognati, alla tua età. E non ti permettere di rivolgermi la parola almeno per un paio di mesi.” Certo, ci sarei rimasto male. Avrei risposto: “ Va bene. Per un paio di mesi mi limiterò alla solita preghierina, se me lo consentite. Se mi proibite anche questo, ne farò a meno. Non mi rivolgerò a nessun altro, state tranquillo. Poi, quando vi renderete conto che non vi ho raccontato balle possiamo anche chiarire le cose”.
E , mentre discorrevo tra me e me, mi parve di sentire nitida la voce del Santo che diceva: “Ancora?”
Decisi di riprovarci il giorno dopo. Mi avvicinai come al solito, mi segnai come al solito e ripresi il discorso dove l’avevo iniziato. “Come siete bello, San Nicola!”.
Ho avuto subito la sensazione che stesse per sbottare. Strinse le labbra, aggottò le ciglia, abbassò la mano benedicente e tuonò: “ Ti prego di non continuare a prendermi in giro.”
“Io, prendervi in giro? Come oserei? Siete il mio Santo protettore al quale mi rivolgo con fiducia e, se permettete, con affetto e mi dite che Vi prendo in giro?”
“Si. E continui.”
“Forse avete dubitato della mia buona fede? Forse vi hanno fatto anche, scusate, un po’ di lavaggio dove non dovevano, ma io non ho mai pensato di prendervi in giro.”
“Dàgli! Insomma, la vuoi smettere di darmi del Voi? Se l’ultima volta che ci siamo sentiti mi hai rivolto il Tu, come mai, solo perché mi hanno rifatto un po’ di lifting, come dite voi, adesso mi dài del Voi? Sono o non sono quello di prima? Mi hanno cambiato i connotati, forse? O credi che l’aria un po’ più cittadina di Palmi ha cambiato la mia posizione?”
“Sapete, lo interruppi, mi sono reso conto che alle persone illustri bisogna rivolgersi con il Voi”. “E chi l’ha detto?”
“E’ così. InformateVi”.
“Ah! Ma, allora, sei ostinato. O mi ridai del tu o sparisci. Da chi dovrei, secondo te informarmi? Se non sbaglio, l’unico al quale potrei rivolgermi è Gesù. Egli è il Maestro per eccellenza e nessuno meglio di Lui conosce la grammatica ed il galateo. Forse ti sei dimenticato che proprio Gesù, quando ci ha insegnato a pregare ci ha detto: Quando pregate dite così : Padre nostro che sei nei Cieli. Che SEI, e non siete. L’Angelo che ha annunciato a Maria la sua maternità divina l’ ha salutata con : Tu SEI benedetta fra le donne. Mi fai più alto del Padreterno o di sua Madre? Chi ti ha detto che, dandomi del Voi, mi alzi di grado o che mi senta più rispettato? La dignità, il rispetto, non hanno niente a che vedere con i pronomi . Tu, voi, lei non alzano né abbassano di un centimetro le persone. Dignità e rispetto sono virtù che si conquistano sul campo. Non sono prerogative che vanno di pari passo con i titoli. Se così fosse, Vescovi, Cardinali, Papi rimarrebbero sullo stesso piano.”
“Se proprio me lo consen…ti” , azzardai tra tante perplessità, “ non ti ho seguito nell’ultimo concetto.”
“Quale?”
“Quando dici che la dignità ed il rispetto non sono prerogative che vanno di pari passo con i titoli”.
“Non fare l’ingenuo. Se dài del voi ad un Vescovo, come dovresti rivolgerti ad un Cardinale che ha un titolo superiore al Vescovo? E al Papa?”
“Scusa, San Nicola: Perché parti dal Vescovo?”
“E da dove dovrei partire, secondo te? Dai chierichetti? Smettila con queste stupidaggini. Dimmi, piuttosto: Come sono andate le cose durante la mia assenza?”
“Maaah! Non ci ho fatto caso. L’estate, come di ho detto, è stata caldissima e io sono uscito poco. Non ho avuto modo di girare per le strade, dove si tasta il polso della gente. Sembra tutto tranquillo. A parte i soliti discorseti striscianti, sotto traccia, che dicono e smentiscono. Ci si piange un po’ addosso, insomma. Ma nessuno si muove seriamente. E, poi, vedi, c’è il maledetto vizio dei risentimenti personali come se fosse scontato che una persona deve solo ricevere encomi. Certo, gli encomi ci vogliono quando uno se li merita. Se gli scappa qualche strafalcione deve avere la pazienza di ascoltare”.
“Ho capito. Prima tu hai sospettato che qualcuno si fosse messo tra me e te, ora io sono certo che qualcuno s’è messo tra te e me. Hai paura di parlare?”
“Paura? Nemmeno per sogno. E’ che non mi va più, ecco. E’ finito il gioco. Qualche grosso rospo me lo tengo dentro. Chissà che un giorno o l’altro non decida di spu…, scusami, stavo per dire una parola volgare. A proposito: Tra qualche giorno ci siamo. Fai in modo che sia una bella giornata di sole. Sai! Potresti rovinarti i colori ancora freschi.”
Qualcuno entrò in chiesa
e venne dritto, dritto verso la Statua del Santo. Si segnò, mandò un
bacio, accese un cero e cominciò a muovere le labbra. Chissà cosa
chiedeva a San Nicola? Qualcosa di importante, sicuro, visto che il
Patrono lo guardò attentamente per dargli ascolto. Lasciai
indisturbata questa intimità, mi segnai anch’io e senza far rumore
sono uscito. |
Cordiani Carmelo: «Ben tornato, San Nicola». Avevo proprio tanta voglia di rivederLo, dopo quasi sei mesi di assenza, di Carmelo Cordiani, domenica 30 novembre 2003 |
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