Bloc-notes

I racconti di Pasqua

‘Ntoni e “Pascali”: Buona Pasqua anche a te
 

 

di Carmelo Cordiani

Nemici a morte. E chissà quante volte si erano ammazzati nella loro mente, in silenzio, incontrandosi nelle strade, con gli occhi bassi, ognuno rimescolando quelle quattro parole in più, di cui si erano già pentiti, ma che non avevano mai avuto il coraggio di chiarire. “Tocca a lui”, diceva ‘Ntoni. “Non tocca a me per primo” rispondeva “Pascali”. E, per più di due anni, sono rimasti così.

 

Quel pomeriggio di dicembre, proprio a ridosso del Natale, si trovarono per una briscola nel bar all’angolo della piazzetta del paese. Un allegro tavolo, quattro persone sedute, tanti a guardare e sentire le battute per la carta che non veniva, per il carico che mancava al momento giusto e c’era quando il compagno chiedeva una “liscia”. Quattro partite perse. Quattro inviti banali: “ Prima di giocare con noi andate a scuola” e la scintilla partì. C’era anche un bicchiere di birra in più e le parole scivolarono senza freni. Solo parole, per fortuna. Ma taglienti, alcune, tanto che ‘Ntoni e Pascali si girarono le spalle e si tolsero il saluto.

 

Venerdì Santo, due anni dopo, come tradizione, la Via Crucis per le vie del paese. Dietro il prete la statua della Madonna Addolorata, vestita di nero, con un fazzoletto bianco ricamato tra le mani, portata a spalle dalle ragazze. “Tocca a noi donne portare la statua della Madonna Addolorata. Solo noi possiamo capire le pene della Madonna”. E non c’è mai stato verso di aiutarle, nemmeno in salita, dove la statua, anche se leggera, montata su una base in legno cresceva di peso.

 

Le Stazioni venivano commentate da alcuni fedeli, dai balconi delle case private, decorate con coperte ricamate a mano. Veri gioielli, per fare onore alla Madonna. Tra la folla ‘Ntoni e Pascali, con quel tarlo dentro, nonostante l’invito al perdono, sottofondo di ogni riflessione.

 

“ In fondo”, si disse ‘Ntoni, con Pascali non c’è stato niente di grave. Però non mi doveva chiamare vagabondo. Vagabondo io! Ma se lavoro dalla mattina alla sera, a giornata, e mi pregano per avermi! Guarda queste mani. Ti pare che appartengono ad un vagabondo? Anche Pascali è un bravo bracciante, con i calli anche lui. Io non mi sarei permesso di chiamarlo vagabondo. Gli ho dato dell’ubriacone, anche se non l’ho mai visto ubriaco”. Poi gli occhi si posavano su quel volto triste della Madonna, mentre le ragazze riprendevano il percorso fino all’altra stazione.

 

Mattina di Pasqua il sole sì è ricordato di spuntare, caldo, generoso, come non lo era stato in quasi tutta la settimana Santa. La gente si ritrovò in piazza, vestita a festa, formando i piccoli cerchi per guardarsi meglio in faccia mentre si scambiava gli auguri. “Buona Pasqua”, senza aggiungere altro. Poi si commentavano le cerimonie ormai passate, la processione con le Palme, la Cena, la Via Crucis, l’Ora Santa. “Bello”, dicevano. E in quell’aggettivo c’era tanta emozione.

 

Tra il gruppo c’era ‘Ntoni che assentiva. “Proprio bello”. Quando si aggiunse Pascali, abbassò gli occhi, ma non sentì alcun rancore. E si meravigliò. Era come se tra lui e Pascali non fosse mai successo niente. Non ricordava più la parola che lo aveva tanto offeso né quella che aveva rivolto a Pascali. Alzò gli occhi ed incrociò quelli di Pascali che stava stringendo la mano a tutti. Fece un timido passo per avvicinarlo quando Pascali, deciso, gli tese quella mano callosa aggiungendo: “Buona Pasqua anche a te”.
 

 

 

Cordiani Carmelo - Bloc-notes: «I racconti di Pasqua. ‘Ntoni e “Pascali”: Buona Pasqua anche a te», di Carmelo Cordiani, 5 aprile 2004

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