Dopo sessantenni, rinnovava i suoi voti religiosi: povertà, castità e obbedienza

Suor Elena: La mia vita per Te

 

 

di Carmelo Cordiani

 

 

Così Elena Fogo, venticinquenne, nelle mani della Madre Superiora Gentini Angela. Da quel momento,1944, divenne Suor Elena con la solenne promessa di essere povera, casta e obbediente, dichiarando di voler appartenere per sempre alla famiglia Guanelliana. Stupendo! Dopo sessantanni, domenica diciotto aprile 2004, nella chiesa parrocchiale di Galatro, paesino della provincia di Reggio Calabria, suor Elena rinnova i suoi voti con un pizzico di orgoglio per essere stata fedele alla sua giovane promessa. Da Como, dove ha pronunciato i primi voti,  a Galatro dove lavora da un quarto di secolo: un lungo percorso, laborioso, costante, costruito di silenzio e di bene. Umile, semplice, una creatura piccola con un cuore grande e generoso. Sempre sorridente. E con quell’accento tipico del Nord – Est, per niente intaccato dal nostro dialetto. Certo, si porta dentro l’amore per il suo paese di origine, Pernumia in provincia di Padova; ma per una religiosa che ha deciso di offrire la sua vita a Cristo, alla Chiesa, alle tante persone che avrebbe incontrato lungo la strada, gli affetti dei propri cari, della mamma, del papà, anche se presenti dentro, spesso forti, devono essere sacrificati. “La mia vita per Te”, per Cristo. E in Lui sono comprese le altre vite, tutte, che contano quanto quella di Cristo. “Qualunque cosa avrete fatto a uno di questi, l’ avrete fatto a me”.

 Per l’occasione Galatro ha festeggiato Suor Elena durante la Santa Messa. Molti i fedeli. Anche quelli che in Chiesa non si vedono spesso. Presenti perché riconoscenti. Quell’esile figura che tante volte è entrata nelle case degli ammalati, dei sofferenti, che ha aiutato i moribondi a presentarsi a Dio con animo sereno,  senza paura , ricordando la Sua immensa misericordia di Padre, meritava un riconoscimento ufficiale, presenti tutti. Un momento per dire insieme: “Grazie, Suor Elena”, per essere solidali al suo sacrificio, per dirle che offrirsi a Cristo è un gesto di grandezza. Riservato a pochi, perché pochi sono gli eletti.

 

Vorrei tentare di entrare, per un attimo, nei pensieri e nel cuore di Suor Elena nel momento in cui nella Chiesa di San Nicola, davanti alla comunità dei fedeli, in presenza delle consorelle, ma, soprattutto, in presenza di Cristo, dopo sessantanni, rinnovava i suoi voti religiosi. Rivedeva la sua giovinezza al servizio della Comunità e della Chiesa, ripercorreva i momenti di entusiasmo e di sofferenza di cui la vita è disseminata per tutti, le umiliazioni per il suo servizio incompreso, i tanti “si” pronunciati fedeli al suo voto di obbedienza anche quando l’obbedienza costa, e come se costa, i suoi affetti più teneri consegnati nelle mani di Cristo, perché li unisse al Suo Sacrificio per l’uomo.

Vorrei provare a rileggere cosa ha provato quando, insieme alla consorella Suor Teresa, ha accettato, obbediente, di venire a Galatro, tanto lontano e diverso dal suo ambiente. Cosa ha sentito al contatto con la nuova gente, con le nuove abitudini di vita, nuovi modi di pensare delle persone, generose, per la verità, ma con quel maledetto vizietto di sospettare e giudicare in fretta. Votarsi a Cristo comporta anche la delusione dell’incomprensione, l’amarezza di dover fare del bene sempre, a tutti, di sorridere anche a chi non sei simpatico.

 

Per dovere di ufficio, mi è capitato di visitare la sezione di scuola materna comunale al tempo in cui Suor Elena, con un’altra consorella, Suor Ginetta, vi lavorava. Mi toccava il suo porsi semplice, come quei piccoli che curava come mamma. Mi toccava la semplicità dell’ordine, del pulito dovunque, del profumo di tenerezza negli occhi incantati degli alunni, del sorriso delle due suore impegnate a tempo pieno, senza prospettive di carriera, senza rivendicazioni sindacali, senza mai chiedere. C’era dentro il senso della donazione completa, incondizionata, vissuta senza noie, senza il peso delle ore che non passano. Mi chiedevo come sarebbe la scuola se gli operatori fossimo tutti generosi come quelle due semplici maestre, povere di grandi titoli, ma ricche di autentico amore. E, si sa, l’amore vince tutto.

 

Un vero rammarico non essere stato presente alla Messa di Domenica 18 aprile per sentire, una ad una, le parole con cui Suor Elena, ottantacinque anni ben fermi, ripeteva il suo impegno di essere povera, casta ed obbediente come il primo giorno della sua professione religiosa. La mia testardaggine ha prevalso sul dovere. Le ho porto gli auguri per telefono, nella casa delle Guanelliane di Laureana, scusandomi. Con una promessa,  però: Di esserci per i settanta anni.

 

Grazie, suor Elena.

 

Cordiani Carmelo - Bloc-notes: «Dopo sessantenni, rinnovava i suoi voti religiosi: povertà, castità e obbedienza. Suor Elena: La mia vita per Te», di Carmelo Cordiani, 21 aprile 2004

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