Bloc-notes

In memoria di Mandaglio Marisa

Ricordando un sorriso

Un volto fresco e sorridente. Il gusto di essere maestra: conosceva i suoi alunni uno ad uno, li seguiva passo passo, sempre attenta alle loro esigenze e difficoltà, valorizzandone le potenzialità.

 

 

di Carmelo Cordiani

         I suoi colleghi hanno scritto : "Non dimenticheremo mai il tuo volto fresco e sorridente". I suoi alunni, con un bocciolo di rosa rosso seguivano la loro maestra, in silenzio, in doppia fila, come quando uscivano dall’aula alla fine delle lezioni.

 

         Marisa se n’è andata come un soffio impietoso. A maggio aveva ospitato la statuina della Madonna, accogliendo nella sua casa i devoti per la recita del Rosario e la celebrazione della messa. Era serena, felice per le recenti analisi negative che le facevano pensare al suo male come un fatto ormai lontano e da dimenticare. Aveva preparato la sua casa come una nuova Chiesa, per onorare l’atteso Ospite, per creare un ambiente di raccoglimento e di preghiera. Era anche rientrata in servizio, assaporando, anche per poco, il gusto di essere “maestra”.

 

         Mi riporto agli anni sessanta, quando arrivò nelle aule di via Regina Margherita. Un viso delicato, con quel neo che sembrava un piccolo capriccio dell’artista che aveva dato vita al suo capolavoro. Capelli biondi, raccolti in un cerchietto che dava risalto all’ovale del volto, sempre “fresco e sorridente”, come al momento dell’addio.

 

         Mi riporto agli incontri nella scuola elementare di Maropati, dove si è impegnata nella difficile scommessa di insegnante e di educatrice. Ci teneva a presentarmi i suoi alunni, chiamandoli per nome, perché li conosceva uno ad uno e li seguiva passo passo, sempre attenta alle loro esigenze e difficoltà, valorizzandone le potenzialità. Allora c’era aria di novità, di cambiamento. Si lavorava ad una sperimentazione interdisciplinare. “Che ne dici, Marisa?” E venne fuori qualcosa veramente interessante, tanto che si decise di inviarlo all’ufficio programmazione del Ministero. Dopo qualche tempo, in una rivista, si citava la proposta di una “pluriclasse in provincia di Reggio Calabria” in materia di didattica interdisciplinare.

 

         Responsabile di plesso! Allora cercò di tirarsi indietro. Non voleva un incarico che la distinguesse dalle colleghe. Molto riservata, ma di una disponibilità sorprendente. Ogni anno, a Natale, si presentava con un biglietto di auguri da parte della scuola e l’immancabile invito per la recita d’occasione.

 

         Spesso mi domandavo come riesce una docente a disimpegnarsi onorevolmente nella scuola ed altrettanto amorevolmente nella famiglia. Già, la sua famiglia! Moglie e mamma esemplare. Ha lasciato un vuoto. Nino, Nicola, Salvatore… Manca Marisa! Un peso che ti porti dentro. Ti alzi e ti accorgi del posto ancora intatto, come se la persona a te più cara si è attardata e deve ancora raggiungerti per riposarsi accanto. Un mistero che ti avvolge quando non senti più la voce conosciuta fin da piccolo, quando la casa diventa improvvisamente muta. Perdi ogni gusto. Tutto si presenta insignificante e la testa si perde nei “perché?”. Non sai darti risposte, perché non ce ne sono. Solo la fede può concederti una pausa. Breve. Poi ripercorri, fotogramma per fotogramma, una vita costruita insieme, felice insieme, entrata di colpo in un vicolo buio. Nino, Nicola, Salvatore: bisogna uscirne. Si deve uscire perché Marisa non può trovare pace se vi sa al buio.

 

         Chi sta provando, a fatica, di mettere insieme due tasselli per tracciare un profilo di una collega che ha conosciuto e stimato, ha vissuto sulla sua pelle il vostro dramma. Mi ostino, ancora oggi, a chiamare chi mi ha lasciato bambino. Poi se n’è andato un altro pezzo della mia vita. Mi è rimasto un appiglio: la fede. Ma Dio dovrà pur spiegarci, un giorno. Ci ha fatto simili a Lui dotandoci di intelletto che, nella sofferenza, non risponde. E non risponde quando cerchiamo di penetrare nel mistero della vita che ci appartiene, ma che può sfuggirci improvvisamente. Cosa dire? A chi rivolgerci? Al destino? E chi è? Forse a Dio. Forse! Proviamoci. Se non ci risponde è crudele e noi, di un Dio crudele, non sappiamo cosa farcene.

 

Note:

Mandaglio Marisa

Nasce a Galatro il 30-03-1954

Muore a Reggio Calabria  il 09-08-2009

 

 

Cordiani Carmelo - Bloc-notes: «In memoria di Mandaglio Marisa. Ricordando un sorriso. Un volto fresco e sorridente. Il gusto di essere maestra: conosceva i suoi alunni uno ad uno, li seguiva passo passo, sempre attenta alle loro esigenze e difficoltà, valorizzandone le potenzialità», Galatro (RC),  28 Settembre 2009

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