Bloc-notes |
QUATTRO PASSI CON GESU’ Gesù, come i grandi Maestri, istruiva la gente nelle strade. Non aveva una sede, un luogo preciso, un’aula.
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di Carmelo Cordiani
Gesù, come i grandi Maestri, istruiva la gente nelle strade. Non aveva una sede, un luogo preciso, un’aula. D’altra parte non avrebbe potuto rivolgersi alla moltitudine cui fanno spesso riferimento i Vangeli. La strada, qualche casa di amici, subito presa d’assalto dalla folla. Si pensi al tetto scoperto per calarvi un poveretto paralitico: cosa non si è capaci di inventare nei momenti di necessità quando si sa che una Persona può risolvere i nostri problemi!
Uniamoci anche noi alla folla e cerchiamo di ascoltare la parola, il “Logos” di cui parla Giovanni. Andiamo dietro a Gesù con la mente ed il cuore disposti a sentire, senza paura di mostrarci per quello che siamo. Gesù non impone la sua parola: “chi vuole venire dietro di me…”, chi vuole.
L’Evangelista Matteo ci offre la prima occasione. Gesù aveva già chiamato Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni: “Vi farò pescatori di uomini… “. La risposta dei quattro è stata senza ripensamenti: “Essi subito, abbandonate le reti Lo hanno seguito”. Evidentemente avevano già sentito parlare di Gesù. Infatti l’Evangelista continua dicendo che Gesù percorreva tutta la Galilea, predicando il Vangelo, sanando ogni infermità, tanto che di Lui si parlava in tutta la Siria. Nessuna sorpresa se la folla della Galilea, della Decapoli, di Gerusalemme della Giudea e della Transgiordania lo ha cercato e seguito. Gesù compiva dei miracoli; tra la folla c’era di tutto: storpi, ciechi, indemoniati, poveri, sofferenti. Non c’è da stupirsi se accorrevano da ogni parte. Pensiamo a cosa accade anche ai nostri giorni, sotto i nostri occhi quando si sparge la voce che “qualcuno” fa miracoli! Pensiamo ai luoghi di pellegrinaggio: migliaia di persone con il cuore gonfio di speranza e in mano la lampada della fede accesa!
Vedendo tanta gente, continua l’Evangelista Matteo, Gesù Salì su un monte e, dopo essersi seduto cominciò ad “insegnare”. Il testo greco riporta il verbo “edìdasken” proprio come un Maestro si comporta con gli alunni. E qui, Gesù, dichiara apertamente le regole del nuovo mondo, della nuova società che intende fondare, del tutto capovolta rispetto a quella esistente: Beati i poveri di spirito, beati i miti, beati quelli che piangono perché saranno consolati, beati i misericordiosi, beati i puri di cuore… un capolavoro che nemmeno a Socrate, tanto per citare il più “morale” sarebbe venuto in mente. E non poteva, perché, per quanto sapiente, era pur sempre un uomo. Ma Gesù è altro. Pensiamo a come cambieremmo se dessimo ascolto a Gesù! Cambierebbe la “politica”, non ci sarebbe primo, secondo e terzo mondo, i rapporti sociali sarebbero improntati alla vera solidarietà, quella che vede nell’altro un fratello e non lo si avvicina solo (magari!) nei momenti di estremo bisogno. Non si parlerebbe di violenza, di guerra di sangue. Eppure, se facciamo attenzione, l’insegnamento di Gesù non è utopia, Gesù non ci propone una vita irreale, fuori dalla nostra portata: essere miti, misericordiosi, poveri di spirito non è atto eroico. Ci sentiremmo più tranquilli e in pace con noi stessi.
L’Evangelista Marco ci presenta Gesù che, arrivato a Cafarnao entra nella Sinagoga di sabato e comincia il suo insegnamento non come uno “Scriba” ma di diritto: “habens potestatem”. Il testo greco usa la parola “exousia” (Mc 1, 21), cioè potere, libertà, diritto di fare, tanto da destare l’ammirazione di tutti che si domandavano; “Cos’è ciò? Quale nuova dottrina è questa?. Ma, in seguito, dopo aver guarito il lebbroso e rimesso i peccati al paralitico, alcuni Scribi presenti si domandarono : “Chi può rimettere i peccati se non solo Dio? (Mc 2, 8) E Gesù rivolto agli Scribi disse : “Perché voi sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati…” Riafferma il suo diritto di fare. E, più avanti (Mc 2, 23 e sgg), quando i Farisei si scandalizzano perché i suoi discepoli raccolgono delle spighe di sabato Gesù dà una lezione paradossale: “Il sabato è fatto per l’uomo non l’uomo per il sabato; pertanto il Figlio dell’uomo è padrone anche del sabato”. Gli Scribi ei Farisei, però, scrupolosi osservanti della legge (ma ipocriti e sepolcri imbiancati, come li definisce Gesù) osservavano quello che Gesù operava di sabato per trovare un capo di accusa contro di Lui (Lc 6, 7): inutilmente, perché Gesù leggeva nei loro pensieri e nei loro cuori e esercitava il suo “diritto di fare” per l’uomo, per il lebbroso, per il paralitico, per l’indemoniato…
L’uomo è al centro dell’attenzione e delle preoccupazioni di Gesù. L’episodio del Figliol prodigo (Lc 15, 11), dell’adultera (Gv 8, 1-11) della Samaritana (Gv 4, 7 e sgg) della Maddalena (Lc7, 36) sono la testimonianza più eloquente della missione di Gesù al servizio dell’uomo. Soprattutto dell’uomo bisognoso: Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare chi era perduto (Lc 19, 10).
Fare quattro passi con Gesù vuol dire ascoltarlo: Non occorre parlarGli: Egli legge i nostri pensieri ed il nostro cuore. Ci conosce, come il Buon Pastore ci chiama per nome. Ci dirà di non aver paura perché è il padre buono in attesa del figlio che si è allontanato, del peccatore additato, schernito e condannato dall’opinione pubblica, del lebbroso costretto a vivere isolato: perché per ogni uomo, nessuno escluso Egli ha versato fino all’ultima goccia di sangue.
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Cordiani Carmelo - Bloc-notes: «QUATTRO PASSI CON GESU’. Gesù, come i grandi Maestri, istruiva la gente nelle strade. Non aveva una sede, un luogo preciso, un’aula», Galatro (RC), 10 Gennaio 2010 |
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