Bloc-notes

Notre Dame de La Salette
 

LA BELLA SIGNORA 4 - ALMENO UN PATER….

Dio è presente nella nostra quotidianità, si occupa di noi, ci conosce e ci segue. La preghiera si rappresenta come coscienza di tale presenza. Riconoscersi in convivenza con Dio. La preghiera come espressione di parole è solo un aspetto che rafforza e ripropone alla memoria la nostra appartenenza a Dio.

 

 
 

di Carmelo Cordiani

 

 

 Il cristiano conosce il significato  ed il valore della preghiera. Sa che l’intera esistenza deve assumere un atteggiamento di preghiera, ossia di convivenza con Dio.

 

         La Bella Signora interrompe il suo messaggio e rivolge una domanda ai due ragazzi: “Fate la vostra preghiera, figli miei?”.

 

         Sorprende l’aggettivo “vostra” quasi a significare che non esiste una preghiera omologata, formule prestabilite alle quali attenersi. “Vostra”, cioè personale, che risponda all’esigenza di cercare Dio.

 

         Dio è presente nella nostra quotidianità, si occupa di noi, ci conosce e ci segue. La preghiera si rappresenta come coscienza di tale presenza. Riconoscersi in convivenza con Dio. La preghiera come espressione di parole è solo un aspetto che rafforza e ripropone alla memoria la nostra appartenenza a Dio. E’ anche ovvio che maggiori sono i richiami a questa peculiarità della preghiera, più si va consolidando il legame uomo-Dio.

 

                 

          La Madonna ( la chiamiamo così dopo il giudizio dottrinale del 1851 ) si lamenta perché il “suo popolo” non prega. Di conseguenza sottolinea l’affievolimento del legame uomo – Dio con gravi ricadute sul comportamento: Bestemmie, profanazione del giorno del Signore, materializzazione dell’esistenza vissuta solo nell’ottica dello star bene nel corpo ( in quaresima vanno al macello come cani!). L’assenza di preghiera produce l’allontanamento del suo popolo da suo Figlio.

 

         Lei si sente obbligata, perché madre apprensiva, a supplire, pregando continuamente ( Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni sono incaricata di pregarlo incessantemente…) per ristabilire con il suo intervento mediatore e riconciliatore, un minimo di legame uomo – Dio. E’ come se a ciascuno dei suoi figli dicesse:   Devo prendere io il tuo posto in modo che mio Figlio non ti abbandoni. Io continuerò finché tu non avrai recuperato la coscienza della tua dignità, della tua appartenenza a mio Figlio e non sarai ritornato a convivere con Dio.

 

         La Madonna, però, conosce anche i motivi che possono spezzare il legame uomo – Dio. Conosce i percorsi, a volte difficili, lungo i quali il suo popolo si può disperdere; sa quali sofferenze si possono accanire contro i suoi figli; sa che gli atteggiamenti di disprezzo del sacro non sono sempre da riferire a libere scelte dei suoi figli, quanto piuttosto all’inasprimento dell’esistenza.

 

         Nel riferire l’episodio vissuto da Massimino che, di ritorno dal territorio del Coin si sente dire dal padre: “ Prendi, figlio mio, mangia ancora del pane quest’anno, perché non so chi ne mangerà l’anno prossimo se il grano continua in questo modo”, la Madonna testimonia con quale tenerezza è vicina alle persone, soprattutto nei momenti di sofferenza. Massimino rimane sorpreso dal riferimento di questo particolare. Non se ne ricordava, ma avverte la presenza e la premura di una Mamma nella sua vita.

 

         Per uno strano accostamento, rileggendo l’esortazione della Madonna: “Quando non avete tempo, dite almeno un Pater…” penso alla preoccupata insistenza con cui una mamma si è rivolta alla figlia anoressica: “Almeno un goccio di latte…”. Un minimo per continuare ad esistere. Forse domani avrebbe capito. Avrebbe ripreso a nutrirsi, a vivere.

 

         Almeno un Pater! Per non rompere il legame con Dio, per non cancellare la memoria della Sua presenza, per un domani tutto nuovo, per poter risentire la serenità di una co-presenza che ci rende liberi, per dare alla preghiera il valore reale, non solo formale.

        

 

Cordiani Carmelo: «Notre Dame de La Salette. LA BELLA SIGNORA 4 - ALMENO UN PATER…. Dio è presente nella nostra quotidianità, si occupa di noi, ci conosce e ci segue. La preghiera si rappresenta come coscienza di tale presenza. Riconoscersi in convivenza con Dio. La preghiera come espressione di parole è solo un aspetto che rafforza e ripropone alla memoria la nostra appartenenza a Dio», Galatro (RC),  15 Luglio 2010

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