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“Laudato
sii mi Signore… Sono le prime parole di un canto al creato,
forse il più stupendo. Il Poverello legge la natura col cuore
semplice, con gli occhi attenti, con la fede che tutto è opera
di Dio: Sorella acqua, frate vento, frate sole, la luna, le
stelle…sorella morte. La natura con “l’aere et nubilo et sereno”
è un capolavoro, continuamente plasmata dalle mani provvidenti
del Creatore. Un’esposizione d’opere d’arte, sempre
affascinanti, da ammirare senza spendere un soldo. Si pensi ad
un tramonto: Impasto di colori che il pennello di “Frate Sole”
sparge sull’enorme tela del mare o dell’orizzonte. Tutto si
svolge con sfumature sempre più marcate, finché l’ultimo raggio
apre alle ombre della notte. Poi il buio, il mistero.
La nostra vita, il nostro
tramonto, la notte densa di incognite.
E’ un fatto che le chiese sono
frequentate da persone anziane. La Madonna precisa: “Alcune
donne anziane”. I giovani quasi assenti. Ci sarà un perché. Al
mattino e in pieno giorno ci sfugge il tramonto. Si pensa,
giustamente, alle attività quotidiane, ai vari problemi che si
presentano e che è urgente risolvere. Non si ha il tempo. Ecco:
I giovani non hanno tempo di recarsi in chiesa, almeno una volta
alla settimana, per ascoltare la Santa Messa. Ma c’è ancora una
convinzione largamente diffusa: Che bisogno c’è di andare in
chiesa? Io credo in Dio. Mi basta. E poi, quelli che vanno
sempre in chiesa, che si accostano alla Mensa del Signore, non
sono certo migliori di me. Mi capita di sentirli criticare il
prossimo, bestemmiano, non sono per niente solidali, non hanno
alcuna attenzione per gli altri…Sono più cristiano io.
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C’è un’altra osservazione che la
Madonna propone alla nostra attenzione: ” D’inverno, quando non
sanno cosa fare, vanno alla Messa per burlarsi della religione”.
L’osservazione è riferita agli “altri”, non alle persone anziane
che si recano in Chiesa per pregare e riflettere.
Ci si burla della religione ogni
volta che ci sentiamo cristiani a modo nostro. Del Vangelo
prendiamo quanto ci fa comodo, per esempio la misericordia di
Dio, la parabola della pecorella smarrita, convinti che, prima o
poi, il Pastore verrà a trovarci. Intanto continuiamo a restare
lontani dal gregge, liberandoci da ogni regola che la vita di
relazione impone, vagando senza meta e senza ideali. E’ il male
che affligge i giovani, figli del “carpe diem” che i “sapienti”
contemporanei propongono in versione stravolta, ma che, per
molti, è regola di vita. “Carpe diem”, come se esiste soltanto
quel momento da cogliere, da godersi, senza un minimo pensiero
al “tramonto”. La fede supera la barriera del “dopo” dove
raccoglieremo i frutti delle nostre giornate senza rimpianti per
quanto non avremo colto. La coscienza di aver compiuto un
percorso degno del nostro essere, qualunque la natura ci ha
concesso, ci fa godere con serenità gli ultimi sprazzi di luce
che disegnano il tramonto.
Burlarsi della religione può anche
significare un atteggiamento di sfida alla “verità”, che si vada
o no a Messa. Noi siamo fine a noi stessi, tutto ruota intorno
al nostro spazio di cui ci sentiamo esclusivi padroni. Per
adempiere agli obblighi che la nostra religione prevede, c’è
tempo. Ma la metafora del “tramonto” non vuole significare che
si comincia a pensare al “dopo” quando le nostre risorse vanno
esaurendosi; non è coerente con l’essere cristiani ed aspettare
l’età avanzata (ammesso che arrivi) per preparare in fretta
qualche “credenziale” da presentare al Buon Dio. Dio ama i cuori
giovani, pieni della vita che ha elargito, dell’entusiasmo che
ha profuso, dell’amore prepotente che muove l’universo.
Uno dei titoli con cui si invoca
la Madonna apparsa a La Salette è: Riconciliatrice. Ebbene, il
momento della partecipazione all’Eucaristia, il dono più
prezioso che Gesù ci ha lasciato, è l’occasione buona per
rivederci e rigenerarci, per riconciliarci, appunto. Forse
riusciremo anche noi a ripetere, insieme a Francesco D’Assisi :
Laudato sii mi Signore per frate sole, sorella luna, per l’aure
nubilo et sereno, per tutte le creature, nelle quali ci
riconosciamo come un Tuo capolavoro che intendiamo riconsegnarTi
ricco di amore.
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