Bloc-notes |
CHE MERAVIGLIA, SAN NICOLA!
Il presepe è ritornato all’attenzione della gente: si tratta di “moda” o di “risveglio di fede?” Non è stata dimenticata la nascita di Gesù, tutti abbiamo bisogno della carezza del Nazareno
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di Carmelo Cordiani
Forse il sei dicembre, quando il Santo Patrono è stato portato in processione per le vie di Galatro, ancora non c’erano. E, se qualcuno era già in cantiere, non penso che San Nicola se ne sia accorto. Badava più alla “sua stabilità” visto che i bravi portatori andavano di fretta e cominciavano ad affaticarsi. Parlo dei presepi allestiti in vari punti del paese, riprendendo una vecchia tradizione. A dire il vero, nel passato remoto, quasi in ogni casa i ragazzi preparavano il presepe. Ognuno metteva in moto la sua fantasia. Non mancava il muschio, lo sfondo con le montagne, la grotta in primo piano costruita con cortecce d’albero, le statuine (i pastori) in atteggiamenti diversi: il fabbro, la lavandaia, la “massara”, il pastore con la pecora sulle spalle…E, poi, tante casette sparse dovunque.
Quando, dagli inizi degli anni sessanta, cominciò a soffiare il venticello del “benessere” il presepe andò in soffitto: si preferiva l’albero di Natale che, con Gesù Bambino, non ha niente a che vedere. Ancora oggi è in aumento il “commercio” di abeti, veri o finti, che, “alla faccia della crisi”, la fanno da padroni in quasi tutte le case.
Ma perché, mi sono detto, il presepe ha fatto la sua ricomparsa “alla grande”, visto che viene allestito nelle strade? Ovviamente non potevo non rivolgere la domanda a San Nicola per sentire il suo autorevole parere. Aspettai una settimana e, in coincidenza con l’inizio della novena di Natale, in privato, mi accostai al suo altare.
“So già cosa vuoi! E, siccome ho voglia di scambiare due parole, risponderò con calma”.
“Sai, stamani, verso le cinque, mi pare di aver sentito le campane per la Santa Messa in preparazione del Natale. Un tuffo nel passato: quanti ricordi, quante emozioni!”
“E perché vivi di emozioni passate e non di realtà presenti? Senti le campane e ti giri dall’altra parte? Alzati, poltrone!”
“Hai ragione! Ma “or non è più quel tempo e quell’età…”
“Che fai? Mi reciti “Davanti San Guido adesso? Cambia registro”.
“Ti ricordi quando, tanti anni fa, si facevano gli “Altarini” per la processione del Corpus Domini?”
“Ma se siamo a Natale! Cosa c’entra il Corpus Domini, anche se sempre di Gesù si tratta?”
“C’entra, perché sia gli altarini che il presepe sono ritornati all’attenzione della gente. Si tratta di “moda” o di “risveglio di fede?”
“Lascia perdere queste inutili distinzioni. La gente ripropone il presepe? Vuol dire: Primo che non ha dimenticato la nascita di Gesù; secondo che nel vostro mondo indurito come porfido dal materialismo sente la necessità di un po’ di tenerezza che si trova soltanto nella grotta di Betlemme. Si sta riscoprendo il vero messaggio che dà gioia e speranza ala vita e, come i Re Magi, vi state incamminando guidati da una nuova stella. E proprio come i Re Magi dovete beffare i tanti Erode che vorrebbero sopprimere quell’Innocente che ha portato nel vostro mondo l’Amore. Non mi chiedere chi sono i “tanti Erode”. Le cronache dei vostri giornali ne sono piene. Ed io, francamente, non mi so spiegare perché preferite essere cattivi e non buoni. Infondo il bene vi fa stare meglio, vi fa dormire tranquilli, vi dà serenità!”
“Ho capito dove vuoi arrivare. Ma come si fa a beffarli tutti? Oggi ci sono “Erode” scatenati, pronti ad ogni tipo di violenza: blak bloc, teste rapate, disobbedienti…E chi ci ragiona con questi? A questi il Natale non dice proprio niente. Anzi, sai che ti dico? Sono indemoniati, proprio come quelli che presentavano a Gesù per essere liberati. La tenerezza di quel Bambinello, con le braccine tese verso l’uomo, non li smuove nemmeno di un millimetro. E se capitasse loro di passare vicino ad un presepe sarebbero capaci di sfasciarlo.”
“Ma Gesù è venuto anche per questi. Voi siete il “nuovo seme” da cui deve nascere una generazione diversa, aperta all’amore: siete quelli che l’Angelo ha indicato come “quelli che Egli ama; Pace in terra a quelli che egli ama”. Siete i portatori del messaggio che dovrà ripartire proprio dalla grotta di Betlemme”.
Mentre San Nicola pronunciava queste sacre parole è entrato un bambino. Si avviò sul lato sinistro dell’altare maggiore dove il presepe era quasi allestito e, giratosi verso noi disse:”Ma il Bambinello dov’è?”
“Il Bambinello sei tu, disse il Santo Protettore. Ogni piccolo è Gesù e se i grandi non diventeranno piccoli non si capiranno mai”.
“Bravo! Mi scappò” e mi veniva tanta voglia di applaudire. Ma mi ricordai che ero in chiesa dove il rumore non serve. Salutai San Nicola, guardai negli occhi quel bambino e mi accorsi che era una copia perfetta del Bambinello del presepe. Che meraviglia!
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Cordiani Carmelo: «CHE MERAVIGLIA, SAN NICOLA! Il presepe è ritornato all’attenzione della gente: si tratta di “moda” o di “risveglio di fede?” Non è stata dimenticata la nascita di Gesù, tutti abbiamo bisogno della carezza del Nazareno», Galatro (RC), 19 Dicembre 2010 |
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