Bloc-notes |
PERCHE’ ROM, SAN NICOLA?
Quattro bambini arsi vivi, a Roma, in un campo nomadi fanno riflettere molto. Perché non si pensa anche ai poveri senza tetto e senza dimora? Sono persone umane i ROM. E noi potremmo aiutarli fornendo loro una casa invece li abbandoniamo lasciando opere abbandonate, inutilizzate, come ostelli della gioventù, case di riposo completate ma devastate
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di Carmelo Cordiani
Anche il nostro Presidente si è commosso! Quattro bambini arsi vivi, a Roma, in un campo nomadi fanno riflettere molto. Il Sindaco Alemanno ha proclamato lutto cittadino, come quando se ne va qualcuno importante. E cosa c’è più importante dei bambini? Gesù li accoglie con tale tenerezza che sembra vederlo circondato da tanti riccioletti che accarezza e protegge; Guai a chi scandalizza i bambini! Ma guai anche a chi non si cura di loro, a chi li fa soffrire per fame, per sete, per mancanza di una casa che li protegga dal freddo o li lascia nelle periferie delle città, sotto i ponti, nei così detti “campi nomadi”, senza servizi, dove ognuno deve arrangiarsi per sopravvivere. E qualche volta, purtroppo, la sopravvivenza fallisce.
Quando ho appreso la notizia mi è venuto in mente il miracolo del mio Santo Protettore, San Nicola e sono andato al suo altare poco prima di mezzogiorno.
“Senti”, gli dissi, dopo averlo doverosamente ossequiato, “questa volta, mi dispiace dirtelo, ma sei stato solo a guardare.”
“E cosa dovevo fare, secondo te?”
“Come, cosa? Hai rimesso insieme i pezzi di tre creature già in salamoia e non potevi salvare quei quattro innocenti?”
“Quindi avrei dovuto spegnere l’incendio che la vostra incoscienza ha causato?”
“Non ti sembra che stai andando pesante? Cosa c’entra la nostra incoscienza?”
“C’entra, e come! Hai dimenticato che “rom” vuol dire “popolo”? O pensate che si tratti di estranei al vostro mondo, cioè di gente che non ha alcun diritto di cittadinanza? Anche voi italiani siete un popolo, quindi rom anche voi. Però voi vi costruite le case, le arredate, le riscaldate d’inverno, le refrigerate d’estate, le attrezzate di tutto. Perché non pensate anche ai poveri senza tetto e senza dimora? Sono apolidi, d’accordo, ma persone umane con tanto di dignità. Anche per questi Gesù è morto in croce e anche per questi vale il comandamento “amatevi come io ho amato voi”. Gesù dal suo amore non ha escluso nessuno e ha detto chiaramente che qualunque cosa avremmo fatto per i poveri lo avremmo fatto a lui: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero ignudo e mi avete coperto…Questa è fede e non i bla, bla, bla dei convegni, delle fiaccolate, delle tavole rotonde eccetera, eccetera…”
Le parole di San Nicola erano molto chiare e mi veniva in mente quanto ha scritto Paolo di Tarso: La fede senza le opere è morta. Le opere, mi dicevo, non sono i miracoli, ma quotidianità. Ed è quotidianità il fatto che tanti ROM sparsi in tutta Italia approfittano di qualche raggio di sole per asciugare i loro stracci inzuppati sotto gli aranceti. Quotidianità è anche dormire nei casolari abbandonati e alzarsi quando è ancora buio per recarsi dove qualcuno, forse, gli offrirà una giornata di lavoro per arrangiarsi a sopravvivere. Per i non ROM, quotidianità sono i mega progetti dove girano montagne di quattrini; sono le opere abbandonate, come ostelli della gioventù, case di riposo completate, devastate, andate in appalto per restauri, e poi ancora in appalto, e poi ancora e sempre inutilizzabili. Offrirle ai ROM? Che orrore! Ma se si incendia una baracca e un bimbo brucia come incenso sull’altare della sua tenera vita, allora si mettono in movimento le proteste (Contro chi?), si organizzano cortei (A che pro?), si celebrano messe (per gli Angioletti?), si fa tutto quello che non serve perché i ROM continuano a lottare per la sopravvivenza nelle baracche ai margini dei centri urbani, i bambini giocano tra le pozzanghere, sognando quanto nessuno dà per farli crescere sani, i genitori continuano ad accendere qualcosa per riscaldare quattro tavole coperte da lamiere o teloni racimolati nelle discariche.
“Hai perso la parola?” mi chiese San Nicola vedendomi a testa bassa come se mi fosse caduto qualcosa sul pavimento.
“Non è che l’ho persa. Mi sto rendendo conto che le parole non servono. Non vogliamo convincerci che anche nei ROM c’è la nostra immagine, che anche per loro valgono le parole di Gesù: quello che avete fatto ai ROM lo avete fatto a me.”
“Vedi quanto sarebbe semplice? Si raccolgono fondi per ricerche, per il terzo mondo (ricordatevi che il Padre Eterno ne ha creato uno e non tre o quattro!), e chiudete gli occhi con gli affamati, gli assetati, i senza tetto che camminano accanto a voi. Però siete pronti ad aprirli per esibirvi in discorsi ed in manifestazioni di piazza. Quanto sarebbe meglio rileggersi una pagina del Vangelo e metterla in pratica!”
Già, il Vangelo! Sempre attuale per leggere la dignità di figli di Dio tra i tanti ROM che popolano questo mondo, noi compresi.
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Cordiani Carmelo: «PERCHE’ ROM, SAN NICOLA? Quattro bambini arsi vivi, a Roma, in un campo nomadi fanno riflettere molto. Perché non si pensa anche ai poveri senza tetto e senza dimora? Sono persone umane i ROM. E noi potremmo aiutarli fornendo loro una casa invece li abbandoniamo lasciando opere abbandonate, inutilizzate, come ostelli della gioventù, case di riposo completate ma devastate», Galatro (RC), 10 Febbraio 2011 |
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