Bloc-notes

MALA TEMPORA, SAN NICOLA!

 

Non esiste un albero che maturi i suoi frutti dalla sera alla mattina. Quando la gente non ne può più si ribella e diventa violenta. Perché questi fenomeni siano efficaci devono maturare in un cambiamento di cultura.  C’è sempre un rimedio a tutto: la solidarietà, la tolleranza, il dialogo, l’integrazione, il rispetto delle persone

 

 

di Carmelo Cordiani

              

Eppure Gheddafi, non molto tempo fa, ha tenuto lezione alla Sapienza! Chi l’avrebbe detto che sarebbe andata a finire maluccio? Delle due una: o i sapienti di Roma hanno dato scarsi consigli al colonnello o questi non aveva capito che non serve andare in giro con cammelli, corani da distribuire a duecento fanciulle, e cene durante il ramadan, dopo il tramonto del sole, ovviamente. A meno che qualche curioso non abbia fatto un pertugio nella tenda del capo per mettere il naso nelle sue faccende. Fatto sta che i libici non ne vogliono più sapere del suo carisma e intendono sbarazzarsene. A questo punto bene ha fatto Benedetto sedicesimo a tenersi alla larga dalla Sapienza evitando, forse, la rivolta di tutto il Vaticano, guardie svizzere comprese.

 

 La Libia è in compagnia della Tunisia, dell’Egitto e di altri Stati della costa settentrionale dell’Africa ( solo settentrionale per ora!); la gente è stufa delle dittature, dei Nababbi che navigano nell’oro, degli Emiri padroni di paradisi artificiali, mentre la fame costringe migliaia e migliaia di relitti umani a tentare la morte per trovare un po’ di vita. I centri di accoglienza sono saturi. Si sa che tanti non ce la fanno a raggiungere le coste dell’Italia, eppure affrontano il mare anche in condizioni proibitive. “O la va, o la spacca”, come si dice. Meglio morire che vivere da schiavi.

 

L’argomento, molto complesso e delicato, mi ha portato dritto, dritto davanti all’altare del mio Santo Protettore San Nicola al quale, dopo il rituale inchino, ho rivolto alcune domande.

 

         “Ti stai rendendo conto di quanto succede?”

 

         “Certo! Voi lo sapete da pochi giorni, perché ne hanno parlato i vostri mezzi di comunicazione che dicono quello che si impone loro di dire e parlano con  parole di altri. Guarda che non esiste un albero che maturi i suoi frutti dalla sera alla mattina. Ricordi le rivoluzioni di fine settecento? C’è voluto quasi un secolo di preparazione. Gli illuministi si sono chiesti per quale ragione il re deteneva il potere assoluto e perché ai cittadini non si riconoscevano gli stessi diritti dei nobili. E’ la vecchia questione della distinzione tra patrizi e plebei. La prima ribellione l’aveva in qualche modo domata Menenio Agrippa, con quella barzelletta delle membra e dello stomaco. Ma poi arrivò la mazzata di Gesù che parlò di figliolanza di Dio, di fratellanza, di amore per il prossimo, di farisei ipocriti che caricano sulle spalle degli altri pesi che loro non toccano nemmeno con un dito, di perdono, di vera giustizia, non quella che voleva lapidare la povera adultera, ma quella che, prima di condannare, penetra nelle pieghe più profonde dell’animo umano debole e fragile, toccato dal peccato originale e che ha fatto dire a Gesù: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

 

San Nicola sembrava un fiume in piena tanto che non riuscivo a seguirlo bene. E mi sono permesso di interromperlo.

 

         “Scusami, San Nicola, ma sei partito proprio da lontano ed io non riesco più a capirti. Cosa c’entrano le rivoluzioni di fine settecento e tutto il resto con quanto sta succedendo in Africa”?

 

         “Allora devo dirti che sei proprio un testone. Quando la gente non ne può più si ribella e diventa violenta. La violenza dei tunisini, degli egiziani, dei libici e di altri che verranno, è stata prima violenza sui tunisini, sugli egiziani, sui libici eccetera eccetera…E perché questi fenomeni siano efficaci devono maturare in un cambiamento di cultura. C’è voluto quasi un secolo perché fosse demolito il muro di Berlino. Un secolo, capisci? Lenin, Stalin e gli altri, in nome del comunismo, avevano fatto credere che l’unione sovietica fosse il nuovo Eden. Poi è arrivato Wojtyla che di comunismo se ne intendeva e Lech Walesa che lo stava vivendo sulla sua pelle. E poi Gorbaciov che instaurò la perestroica e la glasnost, cambiamento e trasparenza. E’ stato un gioco da bambini demolire quella barriera che non aveva senso e che nascondeva ciò che si spacciava per verità. Insomma, mettiti bene in testa che la gente vuole vivere in pace, vuole lavorare per stare tranquilla, vuole scorrazzare per il mondo senza barriere perché il mondo è della gente e vuole anche protestare quando le cose non vanno bene. E’ inutile togliere la parola alla gente; prima o poi se ne riapproprierà perché le appartiene: la gente è parola e se non gliela dài se la prende in “malo modo”. Capito?”

 

         “A proposito di violenza hai accennato a quelle che verranno e hai usato il futuro e non un condizionale. E ho pensato subito a cosa succederà se i cinesi, per esempio, dovessero seguire l’esempio dei tunisini, egiziani, libici ed altri. Sai, in Libia, sono pochi milioni. Ma i cinesi!”

 

         “Una parte ce l’avete in casa. Per adesso si sono limitati ad acquistare punti vendita o ditte in fallimento. Ma metteranno mano, quanto prima, alle industrie e, allora, dovrete fare i conti con gente che non conosce lussi, si accontenta di un pugno di riso, sa vivere in spazi ristretti e, soprattutto, lavora. E farà lavorare anche voi, senza scioperi, senza assenteismo, senza rivendicazioni sindacali.”

 

         “Quindi si prevedono “mala tempora”?

 

         “Beh! Non essere catastrofico. C’è sempre un rimedio a tutto. E il rimedio sai qual è? La solidarietà, la tolleranza, il dialogo, l’integrazione, il rispetto delle persone…”

 

         “E delle regole! Quelli che vengono da noi intendono imporci le loro regole. Prendi il caso del Crocefisso…”

 

         “Lascia perdere il Crocefisso; Gesù non ha avuto paura di Pilato, dei sommi sacerdoti, del sinedrio, figurati se si spaventa per qualche fanatico che lo vuole togliere dalle pareti. Gesù penetra nei cuori  e ci resta. Dai cuori nessuno potrà rimuoverlo.”

 

         Questa conclusione di San Nicola ha aperto uno squarcio in “mala tempora”. “E’ vero, mi sono detto: Gesù non ha sacrificato la sua vita per niente. Si farà sentire nei cuori in cui penetrerà e, allora, gli uomini, tutti gli uomini si accorgeranno di essere figli di un unico Padre”.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «MALA TEMPORA, SAN NICOLA! Non esiste un albero che maturi i suoi frutti dalla sera alla mattina. Quando la gente non ne può più si ribella e diventa violenta. Perché questi fenomeni siano efficaci devono maturare in un cambiamento di cultura.  C’è sempre un rimedio a tutto: la solidarietà, la tolleranza, il dialogo, l’integrazione, il rispetto delle persone», Galatro (RC),  Giovedì 24 Febbraio  2011

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