Bloc-notes |
CHE MACELLO, SAN NICOLA!
Diluvio e tsunami? Dio si è dimenticato dell’alleanza? Si capisce solo quanto è legato all’esperienza. Le risposte di Dio presuppongono un “ossequio della ragione” che soltanto i cuori semplici compiono. L’ossequio della ragione è la fede. Credere per capire; credere per penetrare nel mistero dell’universo
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di Carmelo Cordiani
La storia del diluvio me la raccontava mio padre, quand’ero piccolo. Non capivo cosa volesse dire “diluvio”, né pensavo che potesse piovere tanto da sommergere tutta la terra. Poi, quando ho avuto a che fare con la Bibbia sono andato a leggere i capitoli sesto e settimo del Genesi e mi resi conto che la faccenda era seria.
“Allora Dio disse a Noè: Mi sono deciso: la fine di tutti i mortali è arrivata, poiché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra”. E mantiene la parola. “Il diluvio venne sopra la terra per quaranta giorni. (…) E le acque divennero sempre più poderose sopra la terra e copersero tutti i più alti monti che sono sotto il cielo. (…). Così fu sterminata ogni creatura esistente sulla faccia del suolo, dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo.(…) Le acque furono poderose sopra la terra centocinquanta giorni”. ( Gn. 6 ,13 e sgg - 7, 19 e sgg). Cinque mesi dopo e quaranta giorni prima… non si scherza!
Poi Dio “ci ripensa” e stabilisce un’alleanza con Noè e i pochi rimasti: “Quanto a me, ecco che io stabilisco la mia alleanza con voi e con la vostra progenie dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi (…)” ( Gn. 9, 9 ). “Di conseguenza le acque non diverranno mai più un diluvio per distruggere ogni carne” (ibd. 9 , 15).
E come la mettiamo con quanto successo pochi giorni fa in Giappone e, precedentemente, in Thailandia, Indonesia, coste dell’India, Sri Lanka…con centinaia di migliaia di morti? Senza riferire quello del 1908, quasi in casa nostra. Ai tempi di Noè non penso che la terra fosse popolata da milioni di persone per cui, fatte le dovute proporzioni, credo che i morti per gli tsunami superino quelli del diluvio. Che il Buon Dio si sia dimenticato di quell’alleanza? Per questo ho voluto scambiare due parole con il Santo Patrono San Nicola. Dopo la rituale giaculatoria gli ho fatto una semplice domanda:
“Secondo te, che differenza passa tra diluvio e tsunami?”
“So dove vuoi arrivare! Sai bene che, in pratica, sono la stessa cosa con la differenza che nel diluvio l’acqua cade dall’alto e che nello…come si dice…”
“Tsunami!”
“Ecco, nello tsunami l’acqua viene dal basso, dal mare. Ma sempre acqua è, salata per giunta; distruggono l’una e l’altra. Ma la vera domanda che vuoi pormi è un’altra e te la dico io: Dio si è dimenticato dell’alleanza?”
“A quanto pare, si”.
“Ti sbagli. Con voi ha stretto una nuova alleanza, non più sulla parola ma su suo Figlio. Dio si è fatto uomo per salvarvi, non per distruggervi. E’ entrato nella vostra storia per farvi partecipi della sua storia. E lo sai qual è la storia di Dio? Quella di un Padre che ama i suoi figli. Se si perde di vista questa realtà non ha più senso parlare né di diluvio, né di tsunami, né di alleanza. Vuol dire che gli eventi sono questi e non c’è nulla da fare. Tieni conto che tanti disastri sono conseguenza delle vostre sprovvedutezze. La natura ha le sue regole, ma voi, spesso, le ignorate. Zone ad alto rischio terremoti, per esempio, sono densamente abitate. Si continua a costruire abitazioni senza il rispetto delle norme antisismiche. La vostra vita è una continua sfida alla natura e non volete ammettere che nelle sfide si può perdere. Poi, quando arrivano le devastazioni, ve la prendete con Dio. Ti ho detto altre volte che siete dotati di intelligenza. Usatela per il vostro bene.”
“Devi ammettere che ci vuole tanta fede e molti ne sono privi. Vuol dire che il nuovo patto è stretto tra Dio e quelli che credono? E gli altri? Non sono creature di Dio?”
“Certo, Dio non fa alcuna distinzione. Il problema è che proprio quelli che credono se la prendono con Dio nelle loro sventure e nelle calamità naturali. Quelli che non credono si convincono di più che Dio non c’é. E allora? Non credendo devono solo chiudere gli occhi davanti a migliaia di morti inghiottiti dai tsunami o massacrati dalle guerre e dalle persecuzioni.”
“Vuoi dire che, se non si crede, è inutile domandarsi: perché?”
“Chiedersi “perché?” è utile quando si è in grado di dare una risposta piena. Ma dovete ammettere che la forza della vostra intelligenza non è illimitata. Anche quella più acuta trova ostacoli insormontabili. Riesce ad individuare le cause immediate degli effetti, anche devastanti, ma non va oltre. Abbattere le barriere che ci consentirebbero di capire il mistero che avvolge tutto l’universo è stato, ed è, lo scoglio dei “sapienti”. Ricordi Kant? Si è fermato al “fenomeno”, a ciò che si manifesta. Il “noumeno” è oltre la barriera; volerlo definire vuol dire irretirsi nelle “aporie”, cioè nelle “strade senza uscita”. L’unico percorso praticabile è quello che conduce a Dio, Verità assoluta. Credere non vuol dire “capire il tutto”, ma cercare una risposta “oltre”: in Dio, appunto”.
“E Dio ci dà una risposta?”
“Tieni conto che voi capite solo quanto rientra nella vostra logica sempre legata all’esperienza. Le risposte di Dio presuppongono un “ossequio della ragione” che soltanto i cuori semplici compiono. L’ossequio della ragione, lo ricorda Tommaso d’Aquino, è la fede. Credere per capire; credere per penetrare nel mistero dell’universo”.
Uscendo dalla chiesa andai incontro al solito ragazzino che, insieme ai suoi amichetti, correva dietro un pallone. Si fermò e mi disse: “Lo sai che non ho più paura di dormire da solo nella mia stanzetta?” – “Bravo!”, gli risposi. “Come mai?” – “Perché mia mamma mi ha detto che, anche quando dormo, c’è vicino il mio Angioletto”.
Che cuore semplice!
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Cordiani Carmelo: «CHE MACELLO, SAN NICOLA! Diluvio e tsunami? Dio si è dimenticato dell’alleanza? Si capisce solo quanto è legato all’esperienza. Le risposte di Dio presuppongono un “ossequio della ragione” che soltanto i cuori semplici compiono. L’ossequio della ragione è la fede. Credere per capire; credere per penetrare nel mistero dell’universo», Galatro (RC), Giovedì 17 Marzo 2011 |
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