Bloc-notes

CHE SPETTACOLO, SAN NICOLA

 

Tutto come da copione: il presentatore del “bazar” San Remo che ripeteva spesso “stiamo uniti” stringendo a pugno le due mani quasi volesse dire “sbrighiamoci”; il “genio” Benigni cehe, in cambio di 250mila euro, ci ha regalato un’accurata esegesi di “Fratelli d’Italia”; i nostri parlamentari che a Montecitorio, forse per simulare una battaglia e ricordare il fatidico 17 marzo 1861, hanno inscenato una bagarre. Ma qual è il vero dramma?

 

 

di Carmelo Cordiani

              

         Tutto come da copione. D’altra parte, dopo centocinquanta anni, era doverosa una preparazione impeccabile. Lo stesso presentatore del “bazar” San Remo ripeteva spesso “stiamo uniti” stringendo a pugno le due mani quasi volesse dire “sbrighiamoci”. Senza parlare del “genio” Benigni che, in cambio di duecentocinquantamila euro, o giù di lì, ci ha regalato un’accurata esegesi di “Fratelli d’Italia”, augurandosi che un altro Silvio ci scrivesse la seconda edizione delle “mie prigioni”.

 

         Seguirono le parate: Bandiere tricolore, bande musicali d’ogni tipo, ricevimenti, elogi agli eroi del nostro Risorgimento, esibizione delle frecce tricolore…Ancora oggi, a più di venti giorni dal diciassette marzo, si tirano fuori da una vecchia cassapanca gavette, scarpe sgangherate, elmetti e quant’altro ricorda la guerra del 15/18, quasi che la seconda è stata una robetta.

 

         Ma lo spettacolo top l’hanno offerto i nostri parlamentari a Montecitorio. Forse per simulare una battaglia e ricordare, così, il fatidico 17 marzo 1861, non hanno trovato di meglio che tirarsi addosso giornali, tesserini, lanciarsi insulti, come per dire: “Siamo e rimaniamo italiani”. Uniti? Ma manco per sogno!

 

         Ero indeciso se parlarne con il Santo Patrono di Galatro, San Nicola. In questo periodo ha altro cui badare. Ho notato un via vai di gente che insiste, probabilmente, per una particolare ed urgente grazia. Si tratta delle stesse persone e si capisce che il Santo non ne vuole che sapere. A furia di muovere la testa da sinistra a destra e viceversa, va a finire che si prende un torcicollo. Comunque, non ho resistito alla tentazione e, precisando che si trattava solo di un salutino, mi sono presentato al suo altare con la giaculatoria di sempre.

 

         Bastò un’occhiata per capire che non era di buon umore. Timidamente azzardai:

 

         “Ti è piaciuto lo spettacolo?”

 

         “Quale?”

 

         “Quello che ha celebrato il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia.”

 

         “E sei venuto per questo? Non hai altro da propormi?”

 

         “Veramente è stato l’avvenimento del secolo. I giornali ne hanno parlato prima, durante e dopo. La televisione ha svuotato gli archivi, facendoci vedere ogni particolare che ha preceduto il solenne proclama del 17 marzo 1861. Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele secondo (il primo non lo ricordo)…non ti dicono niente?”

 

         “E cosa vuoi che mi dicano? Perché? A voi hanno detto qualcosa? O quello che sapete ve l’hanno detto, a modo loro, i libri di storia, i giornali, la televisione? Lo sai che c’è chi dice che bisognerebbe riscrivere tutta la storia del vostro Risorgimento? Come la mettiamo?”

 

         “E come vuoi che la mettiamo? Per noi Garibaldi resta l’eroe dei due mondi, Mazzini il fondatore della Giovane Italia, Cavour l’artefice…”

 

         “Fermati e non aggiungere altro. Secondo te Cavour aveva a cuore l’unità o le risorse degli Stati Italiani, compreso il mezzogiorno? Se ti informi bene vedrai che dopo aver messo le mani addosso al Regno di Napoli ha creato la “Questione Meridionale” sulla quale si discute ancora. Come mai non si celebra anche questo triste centocinquantesimo?”

 

         “Cosa vuoi che ti dica! Tu sai le cose come sono realmente successe; noi le abbiamo apprese dai libri. Però quanto sta succedendo oggi, nella giungla della politica, dopo l’euforia delle parate, lo conosciamo in diretta. Altro che unità, anche se questa parola non mi è mai piaciuta!”

 

         “Avete desertizzato gli spazi di Gesù e vi siete tutti dispersi. Questo è il vero dramma! Divorzio, aborto, eutanasia, liberalizzazione delle droghe, globalizzazione, distruzione dell’ecosistema, sfruttamento senza criterio del pianeta, così bello quando il Buon Dio ve l’ha consegnato…sono state le conquiste della vostra civiltà. Non ci sarà pace tra voi finché non rimetterete al suo posto d’onore Gesù. E’ venuto tra voi chiamandovi fratelli e voi lo avete rifiutato. Vi ha portato il nuovo comandamento dell’amore e voi preferite l’odio. Ha raccomandato per primo Lui di essere una cosa sola: “Ut unum sint”, ma voi siete come piccolissime isole nell’oceano, esposti alle tempeste. Se, prima di iniziare i lavori, anche a Montecitorio si facessero solo il segno della croce le cose andrebbero diversamente. Ma se ti azzardi a suggerirlo ti rinchiudono in manicomio”.

 

         “Non si può”.

 

         “Perché?”

 

         “Non ci sono più i manicomi. Li hanno chiusi”.

 

         “Ed è per questo che i matti sono tutti in libertà e vanno in giro a fare parate!”

 

Pensai di aver superato il tempo di un salutino e decisi di alzarmi. Lo onorai con un profondo inchino e mi accorsi che era già arrivato un “fedele” per qualche replica. Per un attimo sono stato tentato di rimanere  per afferrare qualcosa, ma decisi di lasciarli soli e raggiunsi l’uscita della chiesa. Sulla strada antistante un gruppetto di persone  parlavano ad alta voce, ma non si capiva una parola. Come al solito!

 

 

 

Cordiani Carmelo: «CHE SPETTACOLO, SAN NICOLA. Tutto come da copione: il presentatore del “bazar” San Remo che ripeteva spesso “stiamo uniti” stringendo a pugno le due mani quasi volesse dire “sbrighiamoci”; il “genio” Benigni cehe, in cambio di 250mila euro, ci ha regalato un’accurata esegesi di “Fratelli d’Italia”; i nostri parlamentari che a Montecitorio, forse per simulare una battaglia e ricordare il fatidico 17 marzo 1861, hanno inscenato una bagarre. Ma qual è il vero dramma?», Galatro (RC),  Domenica   10 Aprile  2011

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