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BEATO ASINELLO, SAN NICOLA
E’ passato molto tempo, tutto è diverso, ma la chiesa rimane ancora il punto d’incontro dei fedeli. Vengono con i rami d’ulivo, senza frutto, (anche gli ulivi hanno cambiato abitudini e non mantengono nemmeno un’oliva per la domenica delle Palme!), acclamano il Signore con canti moderni, seguono in processione dopo la benedizione. L’essenziale è rimasto, per fortuna! Cristo è entrato trionfante nella Città Santa in groppa ad un asinello. Perché? Non poteva scegliersi un bel cavallo, magari bianco, bardato come si addice ad un re?
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di Carmelo Cordiani
Era già stato predetto: “Rallegrati molto, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco il tuo re a te viene: Egli è giusto e vittorioso, è mite e cavalca sopra un asino, sopra il puledro, figlio di un’ asina.(…) Verrà infranto l’arco di guerra e annunzierà la pace alle genti. Il suo dominio sarà da mare a mare, dal fiume ai confini della terra”.( Zc. 9, 10).
L’apostolo Giovanni, nel capitolo 12, riprende la profezia di Zaccaria e ci riferisce che quando i giudei vennero a sapere che Gesù si trovava a Betania, dove aveva risuscitato Lazzaro, presero rami di palma e gli andarono incontro gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re di Israele! Gesù, trovato un asinello, gli sedette in groppa come sta scritto…”
Dove ancora rimane qualche traccia della liturgia “gregoriana”, dopo la benedizione delle palme, il sacerdote dà inizio alla processione, seguito dai fedeli con rami di ulivo benedetto e tenere foglie di palma intrecciate, mentre si intona il canto: I figli degli ebrei, portando rami di ulivo, andavano incontro al Signore, acclamando e dicendo “Osanna al figlio di David”. Alternavano questo versetto con una variante: “Stendevano tappeti lungo la strada, acclamando e dicendo “Osanna al figlio di David”.
O tempora!
Ho voluto rivivere con il mio Santo Patrono, San Nicola, alcune emozioni che, anche se marcatamente paesane, ma sincere, davano a tutta la settimana santa un sapore di mistero. Mi avvicinai al suo altare. Nessuno in chiesa. Mentalmente recitai la giaculatoria e rimasi in ascolto. Passarono alcuni minuti…
“Cosa sei venuto a fare? Non hai parole?”
“Sai, stavo rivivendo quei momenti tanto intensi delle cerimonie di domenica della Palme di molti anni fa. Rivedo questa chiesa zeppa di fedeli, con grossi rami di ulivo ricchi di frutto, nero, lucido, saturo di olio, in attesa che il sacerdote alzi l’aspersorio benedicendo. Poi il canto, ma più che canto, il grido di “ Oh! l’oliva e l’olivetta”, con quel che segue. Forse Tu non ricordi”.
“Perché non dovrei ricordare? Sono sempre stato al mio posto e ricordo molto bene che il sacerdote attingeva l’aspersorio nel secchiello che proprio tu tenevi. E’ passato molto tempo, tutto è diverso, ma la chiesa rimane ancora il punto d’incontro dei fedeli. Vengono con i rami d’ulivo, senza frutto, (anche gli ulivi hanno cambiato abitudini e non mantengono nemmeno un’oliva per la domenica delle Palme!), acclamano il Signore con canti moderni, seguono in processione dopo la benedizione. L’essenziale è rimasto, per fortuna!”
“Lo sai che, in un paese vicino, Venerdì Santo, si riproduce la scena di Gesù che segue la processione dei fedeli in groppa ad un asinello? “
“E cosa c’è di strano! E’ un fatto storico.”
“Ma non poteva scegliersi un bel cavallo, magari bianco, bardato come si addice ad un re che entra trionfante nella città Santa?”
“Che fai? Confondi Gesù con quel comico che è entrato nell’Ariston sul dorso di un puro sangue? La gente, te lo dico io, guardava più il cavallo che il cavaliere. Se non altro perché aveva paura che la bestia facesse qualche brutto scherzo. Gesù è Gesù. Dopo aver detto: “Beati i poveri in spirito, beati i miti, beati i pacificatori” poteva scegliersi una cavalcatura da guerriero? Se ci fai caso i “grandi” della vostra storia, quelli che tutto hanno cercato meno della pace, sono rappresentati a cavallo. Ti immagini un Napoleone a piedi? E un Carlo Magno? E un vostro Garibaldi? Per Gesù solo un somarello, perché Gesù è innamorato delle cose semplici. Voi, invece, andate in cerca di ciò che è complicato. Avete costruito una “civiltà” così complessa che non ci capite più niente. E vi lamentate, e ve la prendete col Buon Dio quando in tutto il “bailamme” che avete messo insieme giorno dopo giorno non riconoscete nemmeno voi stessi. Semplice non è sinonimo di “sprovveduto” o di “stupidello”. Gesù, raccomandando la semplicità, invita alla prudenza che è la virtù delle persone sagge. E infatti soltanto i saggi sono semplici. E prudenti; prima di agire riflettono. Guardano lontano, alle conseguenze che una decisione “imprudente” può comportare. E si fermano. Sanno ricredersi. Obbediscono alla ragione, come l’umile asinello che non si imbizzarrisce, ma segue la “ragione” del suo cavaliere. Avete inventato il detto: “Ostinato come un asino”; in realtà siete voi testardi che volete costringere un somaro a diventare cavallo.”
“Non capisco”.
“L’asinello ha un suo modo di “ragionare”, molto semplice. Quando voi lo costringete a compiere azioni complicate, si blocca e non ne vuole che sapere. Gesù, amante della semplicità, coerentemente ha scelto una cavalcatura semplice. Chiaro? Semmai è la cavalcatura ad essere nobilitata dal cavaliere e non viceversa!”
Mi accorsi che San Nicola era proprio in vena. Chi sa dove mi avrebbe portato. Feci un gesto come per dire: “Scusami, dimenticavo che ho un impegno urgente” e mi alzai per uscire. Mi bloccò!
“Raccontala ad un altro! Anche per te “durus est sermo iste”. E lo sai perché?”
“Dimmi.”
“Sei anche tu complicato. Non ti va un asino. Preferisci il cavallo!”
Uscii a testa bassa e non risposi nemmeno al saluto della solita vecchietta che entrava in chiesa per cercare un po’ di pace.
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Cordiani Carmelo: «BEATO ASINELLO, SAN NICOLA. E’ passato molto tempo, tutto è diverso, ma la chiesa rimane ancora il punto d’incontro dei fedeli. Vengono con i rami d’ulivo, senza frutto, (anche gli ulivi hanno cambiato abitudini e non mantengono nemmeno un’oliva per la domenica delle Palme!), acclamano il Signore con canti moderni, seguono in processione dopo la benedizione. L’essenziale è rimasto, per fortuna! Cristo è entrato trionfante nella Città Santa in groppa ad un asinello. Perché? Non poteva scegliersi un bel cavallo, magari bianco, bardato come si addice ad un re?», Galatro (RC), Domenica 17 Aprile 2011 |
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