Bloc-notes

CHE TROVATA, SAN NICOLA!

 

L’ultima trovata dei giovani:l’imbocco di una bottiglia di superalcolico, ovviamente stappata, viene accostato al bulbo oculare e,  con un gesto improvviso e rapido, si irrora la pupilla. Un'esperienza estrema. Non è tanto quello che provano a preoccupare, quanto il perché lo fanno

 

 

di Carmelo Cordiani

 

         Una volta le notizie correvano sulla voce. Oppure sul dorso dei cavalli. La ricerca storica del periodo arcaico riferisce che a Roma il Pontifex Maximus, su una tavoletta bianca che, ogni anno, esponeva all’ingresso della sua casa scriveva gli avvenimenti degni di memoria. Il “giornale murale”, se vogliamo, dove si riportavano nomi dei consoli in carica, dei magistrati, la data del giorno, i combattimenti, le vittorie, le sconfitte, eclissi e carestie. Sono gli “Annales”. I romani, quindi, si aggiornavano una volta all’anno. E per almeno trecentosessanta giorni stavano tranquilli. Oggi è diverso. Ci sono i quotidiani, i settimanali, i periodici, gli inserti…E, poi, c’è “Lei”, la regina e padrona delle informazioni, la televisione che ci porta a domicilio “la qualunque”, dalle guerre e combattimenti con morti ammazzati in prima pagina, agli omicidi che diventano sempre più gialli, agli stupri, alle violenze in famiglia, agli scandali, agli imbrogli, alle liti in parlamento, alle nozze del “Principe”, ai divorzi tra divi, alle carrette del mare che trasportano sventurati in cerca di libertà e di pane… C’è di tutto. Poi, se qualcuno vuole trovare il pelo nell’uovo o l’ago nel pagliaio basta aprire un sito internet!

 

         Qualche giorno fa, durante una trasmissione di telegiornale, ci hanno aggiornato sull’ultima trovata dei giovani. I cucchiai riscaldati per la preparazione della “dose”, le siringhe che penetrano nelle vene di poveri sballati, la polvere bianca sniffata, il lancio a testa in giù da ponti o da impalcature con i piedi legati…tutta roba vecchia, ormai. C’è una trovata nuova di zecca: L’imbocco di una bottiglia di superalcolico, ovviamente stappata, viene accostato al bulbo oculare e,  con un gesto improvviso e rapido, si irrora la pupilla. I giovani la catalogano tra le esperienze estreme, quelle che solo loro sanno provare.

 

         Ho voluto discuterne con il mio Santo Protettore, San Nicola e sono andato a fargli visita lunedì di pasquetta, sicuro che avrei trovato la chiesa deserta per via della scampagnata tradizionale. Invece sostavano in preghiera alcune persone in età, tre davanti all’altare di Sant’Antonio e due davanti a quello di San Rocco. Si sa che ognuno ha il suo Santo preferito.

 

         La chiesa era in penombra, per via del cielo nuvoloso. Ogni tanto si sentiva il fischio del vento tra la fessura di un vetro rotto sul finestrone quasi sopra l’altare di San Nicola. Ma non ha disturbato il nostro colloquio, anche se al fischio dovevo alzare un po’ la voce.

 

         Formulata la giaculatoria, dopo la genuflessione davanti al Tabernacolo, mi scappò un “buona sera” che fece sorridere il Santo.

 

         “Sono appena le dieci e trenta di mattina e mi dici “buona sera”?

 

         “Scusami, San Nicola! E’ che con questa penombra, entrando, mi sembrava già sera. Sai cosa vorrei chiederti?”

 

         “Sentiamo”.

 

         Contrariamente ad altre volte ho notato che San Nicola non mi ha anticipato la domanda. E mi meravigliai.

 

         “Ho visto in TV l’ultima trovata dei giovani…”

 

         “Quale? Quella dell’alcool a contatto con l’occhio?”

 

         “L’hai saputo anche tu? Pensa un po’: se per un minuscolo moscerino proviamo tanto bruciore da lacrimare, cosa possono provare quei ragazzi che si innaffiano la pupilla con roba a quarantacinque e passa gradi?”

 

         “Non è tanto quello che provano a preoccupare, quanto il perché lo fanno. E il perché dovrebbe farvi riflettere. Si va dicendo da ogni parte che bisogna dare spazio ai giovani. Ma quali giovani! I giovani hanno contestato e continuano a contestare. Dovunque si tenta qualcosa per dipanare la matassa aggrovigliata della vostra società, ci sono giovani, pronti a sfasciare, a incendiare cassonetti, a rompere vetrine, ad assalire poliziotti (e guai se questi si difendono: Gli scapestrati trovano sempre il politico di turno che li giustifica ed il magistrato che li rimanda a casa con tante scuse!), a menare legnate. Mi sai dire dove andreste a finire se questi giovani dovessero prendere in mano le leve di potere della vostra società?”

 

         “Speriamo di no. Ma tutto è possibile. Sono stati eletti trans, omo, porno, ex brigatisti! Non ci meraviglieremmo se arrivasse in parlamento un esercito di teste rasate, disobbedienti, no global, scansafatiche in cerca di avventure.”

 

         “E la colpa non è vostra? Siete stati voi a preparare questo terreno dove, sotto i vostri occhi, è cresciuta tanta di quell’erba infestante che una spiga di grano stenta a crescere. Avete fatto piazza pulita dell’Unico che poteva garantirvi un mondo vivibile sotto ogni aspetto; quell’Unico che vi ha portato la pace, vi ha lasciato un messaggio di amore, vi ha trattato come fratelli e, come tali, vi ha resi partecipi del suo Regno. Unico, capisci? Preferite altri percorsi, andate dietro a tanti ciarlatani che vi propongono un progresso che vi soffoca, che predicano filosofie che sono alla base delle esperienze estreme, che preparano sistemi di morte nei quali restano irretiti tanti giovani. Irrorare di alcool la pupilla, il bene più prezioso che possediamo, può condurre a quella cecità in cui brancolerete tutti. E’ ora di svegliarvi e guardare al vero bene che non si identifica con le pazzie della vostra società”.

 

         Alzandomi per uscire, mi accorsi che in chiesa era rimasta soltanto una persona all’altare di San Rocco. Sorrideva, con gli occhi rivolti alla statua. “Beata lei”, mi dissi. Certamente nella sua vita non ha mai pensato ad esperienze estreme, ma sta vivendo con semplicità, felice per le piccole cose con cui riempie le sue giornate.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «CHE TROVATA, SAN NICOLA! L’ultima trovata dei giovani:l’imbocco di una bottiglia di superalcolico, ovviamente stappata, viene accostato al bulbo oculare e,  con un gesto improvviso e rapido, si irrora la pupilla. Un'esperienza estrema. Non è tanto quello che provano a preoccupare, quanto il perché lo fanno», Galatro (RC),  Giovedì  28 Aprile  2011

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