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LIBERACI DAL MALE
Il malvagio, a differenza del male che rimane qualcosa di reale, ma di generico, è un essere con caratteristiche precise, anche se non sempre individuabili. Una delle tante persone con le quali ci incontriamo, discorriamo, ci salutiamo e che, a volte, nasconde un’arma pericolosissima: La cattiveria, cioè il gusto di colpirci, di procurarci infelicità, di disonoraci, di infangare il nostro nome. Quei “santoni”, invadenti ed infestanti come la zizzania
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di Carmelo Cordiani
E’ la conclusione della preghiera che ci ha insegnato Gesù: Il Padre nostro. (Mt. 6,9). Nel testo greco il verbo “ruomai” ci dà un significato più preciso: “Proteggici”, e al posto di “male” troviamo “poneros” che, tra altri significati, ce ne offre uno particolare: “malvagio”. Quindi, pur continuando a pregare con la versione adottata dalla Chiesa, possiamo, anche mentalmente, concludere:…”ma proteggici dal malvagio”.
Sappiamo tutti che il male c’è, e come! Massacri, violenze, oppressioni, fame, malattie, sofferenze d’ogni genere…Chiederci da dove arrivi questo male e, soprattutto, conciliare la bontà di Dio con lo squallore che ci circonda non è facile. Anche la fede più radicata ha momenti di sbandamento.
Il demonio? La Scrittura lo presenta come principe del male, malvagio per eccellenza. Ci riferisce la ribellione degli Angeli, parla di Lucifero, del serpente che ha tentato Eva, ma ci rassicura che una Donna schiaccerà la testa di questo serpente. Ma quando?
Gesù Figlio di Dio si è fatto carne per purificarci, salvarci, liberarci dal peccato. Ma il male persiste e siamo tentati di mettere in dubbio l’intero piano salvifico. Se dovessimo pesare il male ed il bene avremmo, forse, la sensazione che il piatto del male resta molto più basso. E allora siamo anche tentati di gridare al Crocifisso: “Valeva la pena tanta sofferenza? Per chi?”. La fede. Solo la fede, “ossequio della ragione”, ci apre alla speranza e ci convince che la “zizzania” sparirà per dare spazio al buon grano.
La sottolineatura tra “liberaci” e proteggici e, poi, tra “male” e malvagio, ci offre una riflessione. Si libera chi è irretito, incatenato, imprigionato…La protezione è come la prevenzione. Non è semplice nemmeno lasciasi liberare. Il peccato, il male, è talmente appiccicato alla nostra pelle che, spesso, recitando il Padre Nostro, volutamente ci distraiamo al momento di ripetere “liberaci dal male”. Preferiamo inconsciamente rimanere come siamo, con le nostre abitudini, i nostri vizi, le nostre miserie che tanto ci piacciono. Un po’ come chi vorrebbe uscire dal tunnel della droga, ma si gira dall’altra parte ogni volta che gli si offre una buona occasione. La protezione è preferibile. Meglio chiedere al Buon Dio di tenerci lontani dal male piuttosto che farci uscire una volta dentro. Anche nella precedente invocazione: “Non indurci in tentazione” è preferibile un particolare significato di “peirasmon”, ciè “Prova”. “Mio Dio, non mettermi alla prova perché non sono tanto forte da rimanerne illeso”. “Non indurci in tentazione” potrebbe anche voler dire coinvolgere Dio nelle nostre azioni quasi ne favorisse le occasioni. Il malvagio, a differenza del male che rimane qualcosa di reale, ma di generico, è un essere con caratteristiche precise, anche se non sempre individuabili. Una delle tante persone con le quali ci incontriamo, discorriamo, ci salutiamo e che, a volte, nasconde un’arma pericolosissima: La cattiveria, cioè il gusto di colpirci, di procurarci infelicità, di disonoraci, di infangare il nostro nome. Sono quelle persone di cui parla il Vangelo, le quali si vestono con la morbida lana degli agnelli, ma dentro sono lupi rapaci. In una comunità cristiana che professa l’amore autentico di Gesù dovremmo essere protetti da questi lupi rapaci. Invece, con molta nostra sorpresa e amarezza ci rendiamo conto che esistono, che, a volte, contano e che sono sempre in prima fila. Nella precedente riflessione sono stati indicati “santoni”, invadenti ed infestanti come la zizzania.
Cosa fare? Con chi prendersela? Come evitarne il contagio? Pregando il Buon Dio che ci protegga, che frapponga uno scudo invulnerabile tra gli autentici cristiani e i “santoni”, che ci rafforzi la fede nella speranza che il “bene” avrà sicuramente il sopravvento sul “male”.
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Cordiani Carmelo: «LIBERACI DAL MALE. Il malvagio, a differenza del male che rimane qualcosa di reale, ma di generico, è un essere con caratteristiche precise, anche se non sempre individuabili. Una delle tante persone con le quali ci incontriamo, discorriamo, ci salutiamo e che, a volte, nasconde un’arma pericolosissima: La cattiveria, cioè il gusto di colpirci, di procurarci infelicità, di disonoraci, di infangare il nostro nome. Quei “santoni”, invadenti ed infestanti come la zizzania», Galatro (RC), Sabato 23 Luglio 2011 |
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