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"RISURREZIONE O LIBERAZIONE? CHE NE DICI, SAN NICOLA?"
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di Carmelo Cordiani “Il Signore disse a Mosè… il dieci di questo mese (il mese di Abib, delle spighe, chiamato nel post-esilio col nome accadico di Nisan) ognuno prenda con sé un agnello per famiglia, un agnello per casa. (Es. 12,2)” Allora Mosè “chiamò tutti gli anziani di Israele e disse loro: Tirate fuori e prendete un animale del gregge per le vostre famiglie e immolate la Pasqua (…) E quando i vostri figli vi diranno: che cos’è questo rito?, direte: E’ il sacrificio della Pasqua del Signore, che passò oltre le case di figli di Israele in Egitto, quando colpì l’Egitto e risparmiò le nostre case. (Es.12,21 e sgg).
Luca riferisce che quando fu l’ora, Gesù “ si mise a tavola con i suoi Apostoli. E disse loro: Ho ardentemente desiderato di mangiare con voi questa pasqua, prima del mio patire. Perché vi dico che non la mangerò più, finché non sia compiuta nel regno di Dio (…) Poi prese il pane, lo spezzò e lo dette loro dicendo: Questo è il mio corpo, che è dato per voi” (Lc. 22,14 e sgg)
I due brani della Scrittura offrono due spunti diversi per una riflessione sulla festa di Pasqua che abbiamo appena celebrato: Il rito di Israele per la liberazione dalla schiavitù egiziana e il sacrificio di Gesù per la nostra redenzione. Ricordando quanto afferma Paolo di Tarso: Se Cristo non fosse risorto, la nostra fede sarebbe vana, la redenzione si compie con la risurrezione. Ciò che per Israele è liberazione, per i cristiani è risurrezione.
“Ma non ti sembra una distinzione inutile”?
Ero appena entrato in chiesa ancora odorante di incenso per le cerimonie fresche, e non avevo nemmeno salutato Gesù risorto, esposto trionfante, quando San Nicola mi fece questa osservazione.
“Fammi almeno prendere fiato” gli dissi. “Non senti che mi manca un po’ d’aria? E questo odore acre (sei sicuro che sia incenso?) mi dà tanto fastidio! Un po’ di respiro e ti ascolto. Sono venuto sia per ossequiarti che per sentire la tua parola”.
“Allora siediti e non mi interrompere. La liberazione di cui si parla in Esodo non si discosta dal significato della vostra pasqua come risurrezione, cioè come rinascita e, quindi, riscatto dal peccato. Per Israele il Faraone rappresentava il simbolo della schiavitù; per voi è il peccato a rendervi schiavi. La sottigliezza, semmai, sta nel fatto che per gli ebrei è intervenuto direttamente Dio con le note piaghe; per voi ha mandato suo Figlio. E c’è dell’altro. Gli ebrei erano vittime di altri; voi lo siete di voi stessi.”
“Scusami, ma non ti capisco.”
“Il peccato, da cui vi ha liberato Gesù con la sua morte cruenta, è una scelta della vostra libertà. Tu mi dirai che anche gli ebrei si sono procurati la schiavitù scendendo in Egitto. Ma era questione di fame. Oggi voi (mi riferisco alla vostra società consumista) non avete gli stessi problemi (almeno per adesso, speriamo!) e , quindi peccate volutamente. Quando dico peccate, mi riferisco alle trasgressioni quotidiane, cioè alle maldicenze, ai sospetti, alle ipocrisie, alle falsità, agli scandali, ai cattivi esempi…”
“E alle volgarità che qualche tuo presbitero dovrebbe evitare. I bottoni delle talari servono a ben altro…”
“Ci risiamo? Smettila. La passione di Gesù, la sua risurrezione, il suo amore per l’uomo, sono i punti forti della vostra redenzione. Ha ragione Giovanni quando afferma che Gesù “venne nella sua casa, e i suoi non lo ricevettero” (Gv. 1,11). I suoi, capisci. Non si riferisce soltanto a quelli della sua terra, ma a tutti gli uomini. E sai qual è l’assurdo? Sentite tanto bisogno di Dio e non volete convincervi che vi cammina accanto. Dio non vi guarda dall’alto; siete voi che alzate la testa mentre dovreste solo girarvi. Sentireste anche il suo respiro.”
“Ripetiamo sempre le stesse parole. E’ tutto vero quello che dici; ma è anche vero che ne succedono tante che si dubita di questa presenza così vicina. Possibile che non illumina una mamma che soffoca il suo bambino, un figlio che fa a pezzi i suoi genitori, ragazzi che si scannano per un nonnulla…In tali circostanze è facile credere che Dio guarda altrove. Più volte abbiamo parlato di ingiustizie, di corruzione, di violenze d’ogni tipo. Siamo indotti a ritenere che dobbiamo sbrogliarcela da soli, senza pensare a Dio.”
“Quindi, per te, l’incarnazione, la passione, la morte e la risurrezione di Gesù sono solo fantasie? E sei convinto che togliendo Dio dalla vostra storia le cose vanno meglio? Se nel vostro mondo c’è tanto male è perché avete bandito Dio ed il suo Figlio. Per risorgere si deve morire. Non credi? Il peccato è la vera morte dell’uomo e da questa morte si risorge con il sacrificio di Gesù. Questa è la vera Pasqua. Ho assistito a tutte le cerimonie della settimana santa, alla veglia pasquale e al momento della proclamazione di Gesù risorto. Di questo percorso, cosa è rimasto in voi? Lo avete dimenticato durante l’abbuffata della domenica. E, come se non bastasse, ci avete aggiunto la pasquetta o, come dite voi, il “pascuni”. Il vezzeggiativo era troppo modesto.”
“Cosa vuoi farci! Dopo il lungo tempo di quaresima…”
“Ma non farmi ridere! Forse avete rinunciato a qualche caffè, avete sostituito la carne del venerdì con un bel pezzo di dentice e mi parli di lungo periodo di quaresima! In cambio avete continuato con i pettegolezzi, con le accuse reciproche, a parole e con scritti, non vi siete risparmiati con i sospetti, ecc., ecc. Quando Gesù afferma che, a contaminare l’uomo, non è quello che entra nella sua bocca, ma quello che esce si riferisce proprio alle parole che disprezzano il prossimo, alle volgarità che squalificano chi le dice e scoraggiano chi le ascolta, alle bestemmie, alla diffusione di sospetti, alla semina di zizzania. Ho avuto l’impressione che il tempo di quaresima sia stato maggiormente propizio per questi atteggiamenti. Risorgere dovete; dico dovete; altrimenti rimarrete nella vostra morte, nelle vostre sofferenze, nella rete sempre più soffocante dei mali che vi procurate”.
Stavo per aggiungere una domanda quando il solito bambino è venuto con un lumino. “Hai da accendere?”, mi ha detto. “Lo porto a Gesù risorto, per ringraziarlo. Così mi detto la mamma”.
“Visto? Ringraziare Gesù risorto! Che bella lezione…”
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Cordiani Carmelo: «"RISURREZIONE O LIBERAZIONE? CHE NE DICI, SAN NICOLA?". Il peccato, da cui ci ha liberato Gesù con la sua morte cruenta, è una scelta della libertà dell'uomo ... Si sente il bisogno di Dio ma non ci si accorge che cammina accanto. Basterebbe girare la testa per sentire anche il suo respiro», Galatro (RC), Venerdì 13 Aprile 2012 |
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