Bloc-notes |
"QUANTI LUTTI, SAN NICOLA!"
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di Carmelo Cordiani
Lutto da “lugere”, piangere, ma anche deplorare. Quanti lutti in questi ultimi tempi! Le lacrime poche. Molte le deplorazioni. Nell’ancora caldo terremoto dell’Emilia si scopre che i capannoni non erano ben solidi e che, addirittura, in uno, non del tutto agibile, si riprese a lavorare. Poche lacrime a Brindisi per l’attentato, non importa la matrice, in cui ha perso la vita una sedicenne e sono state ferite altre. Si condanna lo stato di tensione in cui stiamo vivendo. Poche lacrime e molta rabbia per le tante vittime del sistema economico tiranno che condanna inesorabilmente a morte persone oneste. Si proprio oneste perché quelle disoneste riescono ad arricchirsi e non ci pensano proprio a togliersi la vita. Per quelli che se ne vanno da un mondo ormai invivibile, nemmeno un’ora di lutto nazionale. Sono morti e chi se frega! Quando, poi, pagano le conseguenze bimbi innocenti sacrificati al nostro civile progresso (ricordiamo il folle gesto del padre che si getta nel vuoto insieme ai due figli) solo qualche espressione : “Poverini”.
Adesso è gara di solidarietà. Dal Sig. Presedente della Repubblica ai tanti parlamentari che, tra sciacalli travestiti, si recano sui luoghi della sciagura, parte un invito alla generosità. Per tutti un ennesimo aumento del carburante ( si pagano ancora gli aumenti dei terremoti passati, delle alluvioni, delle frane…), offerte tramite telefonini o telefoni fissi. Non si sa quanto esce (se esce!) dalle tasche dei tanti onorevoli che litigano alla ricerca di qualche toppa per questa Repubblica che, da prima è passata seconda e mo chissà dove sarà collocata. E, poi, ci sono le auto blu che continuano imperterrite a scorrazzare per le vie di Roma. Per queste l’aumento di due centesimi è un “baffetto”, tanto paga pantalone, cioè noi. La chiesa, a quanto ho saputo, devolverà per i terremotati le offerte che si raccoglieranno nelle chiese il 10 giugno prossimo. E sempre noi siamo. Ci auguriamo di conoscere quanto sborseranno i reverendi.
“E’ possibile che li metti sempre in mezzo?”
Ero ancora inginocchiato davanti al Tabernacolo e non risposi a San Nicola. Prima di avvicinarmi al suo altare ho dato uno sguardo all’altare di San Rocco. La statua restaurata era tornata, finalmente, al suo posto e la vecchina era già inginocchiata, con le mani giunte e gli occhi rivolti in alto. Passandole accanto mi disse solo:”Quanto è bello! Non mi piace, però, il colore del cane”. “Non ci fate caso”, le risposi, “L’importante è che non si siano dimenticati di mettergli la pagnotta in bocca. Sapete, di questi tempi…”
“Non li metto io in mezzo, caro San Nicola. Sono loro che si pavoneggiano, che si mettono in mostra, che vestono alla moda, che cambiano automobili, che si procurano qualche villetta al mare, qualche appartamento “non si sa mai”. Appartengono al “pingue gregge”, la voglia di potere serpeggia negli alti ranghi: Gesù ci ha avvertito in tempo, quando ha detto che bisogna fare quanto dicono i sommi sacerdoti, ma non quello che fanno. Anche loro sparano a zero sugli attentatori, sugli strozzini, sulla corruzione divagante, ma restano sui loro pulpiti. C’è qualcosa peggiore della morte che serpeggia anche nel tuo paese: maldicenze, accuse vicendevoli, calunnie, diffamazioni … Hai sentito qualche parola di severa condanna da parte di chi ha il dovere di intervenire per porre fine? Hai visto qualcuno che scende tra la gente per seminare amore, solidarietà, rispetto? Mi sa tanto che ci “godono”, come dire: “Ruppitivi i c…” Poi si organizzano sfilate, fiaccolate, manifestazioni, incontri di qua e di là tanto per dare l’impressione che ci si muove. In Italia basta muoversi. Quello che ti porti dentro, lo spirito che ti anima nessuno lo vede. Ti muovi, metti a disposizione il “tuo movimento”, sei sempre in prima fila la domenica e le feste, ti accosti all’Eucarestia (tanto è gratis!), ma dentro sei duro come un macigno.”
“Quando ti sei stancato di continuare me lo dici, perché vorrei parlare anche io. Vedi quella vecchina? Sai cosa sta dicendo a San Rocco?”
“Io non posso leggere nel pensiero. Non sento nemmeno una parola e tu mi domandi cosa sta dicendo?”
“Sta piangendo nel suo cuore e non deplorando. Chiede a San Rocco di intercedere con il buon Dio per questa strana peste che infesta la vostra società. Non serve né piangere, né deplorare. Serve pregare. Pregare non vuol dire recitare formule ma aprire il proprio cuore a Dio, parlargli con parole semplici, per dirgli di avere misericordia, di avere compassione come per il figlio della vedova di Naim (Lc. 7,13), di piangere come ha fatto davanti al sepolcro di Lazzaro (Gv. 11,31), ma, dopo aver pianto lo riportò in vita. Ecco, solo la preghiera può commuovere Gesù per dare vita a questo vostro mondo impazzito. I terremoti sono avvenimenti del tutto naturali e voi non siete capaci di prevederli; ma di prevenirli si. Continuate a costruire abitazioni senza il rispetto delle norme antisismiche e preparate le trappole per i terremoti futuri. Poi piangete. In parlamento si litica e si accusano l’un l’altro per le responsabilità, le associazioni organizzano cortei e fiaccolate, si aumentano le tasse per riparare i danni innescando quei meccanismi perversi che inducono tanti ad andarsene da un mondo invivibile. Quindi non andare a cercare lontano le cause delle tante morti, delle poche lacrime e delle interminabili proteste.”
“Lo so, la colpa e solo nostra, tutta nostra. Piangere è come piangersi addosso. Ma non vogliamo convincerci e pensiamo che le cause vanno cercate nel destino. E’ così, direbbe anche un’astrofisica che si ostina a dichiararsi atea. Io non dico che Dio si diverta con i terremoti come ha fatto col diluvio universale. Poi ci ha ripensato e ha stabilito un segno di alleanza con ogni essere vivente (Gn. 9,12). Ma non credi che una punizione al male dilagante ci vorrebbe?”
“Gesù è venuto sulla terra per combattere il male non con altro male, ma con il bene. Siete voi che dovete distruggere le cause dei disastri, rispettando quello che il Buon Dio vi ha messo a disposizione per vivere bene e non per costruirvi sistemi di morte. Ricordati che il sistema di morte più efficiente è il culto del denaro. Lo chiamate il “dio denaro” e non sapete cosa vi procurate. Anche voi adorate un idolo come Israele ai piedi del Sinai, mentre Mosè riceveva le “due tavole della testimonianza, tavole in pietra scritte con il dito di Dio (Es. 3, 18 e sgg). Dio non si vendica, non punisce. Rispetta la vostra libertà, pur sapendo che l’usate contro di voi.”
S’era fatto un po’ tardi. La vecchina non voleva che saperne di alzarsi dall’altare di San Rocco. La salutai con un breve cenno, ma non mi rispose. Sul sacrato un piccolino che mi sorprese con una domanda: “E’ vero che se viene il terremoto non dobbiamo fuggire in chiesa?” “Durante il terremoto no, piccolo. Prima, prima bisogna entrarci per pregare il buon Dio di risparmiarcelo. Ciao. Torna a giocare.”
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Cordiani Carmelo: «"QUANTI LUTTI, SAN NICOLA!". Vedi quella vecchina? Sta piangendo nel suo cuore e non deplorando. Chiede a San Rocco di intercedere con il buon Dio per questa strana peste che infesta la vostra società. Non serve né piangere, né deplorare. Serve pregare, aprire il proprio cuore a Dio, parlargli con parole semplici, per dirgli di avere misericordia, di avere compassione, di dar vita a questo vostro mondo impazzito», Galatro (RC), Sabato 2 Giugno 2012 |
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