Bloc-notes |
"SENTI QUESTA, SAN NICOLA"
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di Carmelo Cordiani
Ci fu anche Sullo tra i titolari di Viale Trastevere, il quale nel 1969 ha avuto una “brillante” idea: Abolire gli esami di passaggio dal quinto ginnasio al primo liceo. Motivo? Sbarramento inutile. Chi intraprende il percorso classico, ha diritto di completarlo senza essere disturbato. In realtà c’era stata la spinta dei sessantottini che, nella storia della scuola, hanno inciso e come! Nello stesso anno si rivoluzionò l’accesso alle università: qualunque titolo di scuola superiore abilitava all’iscrizione. Fu così che i corsi di medicina si affollarono di ragionieri, geometri, giovani provenienti da istituti tecnici o da altri indirizzi. Quelli di giurisprudenza sono stati preferiti dai maturati dei vecchi istituti magistrali. Oggi, qualche pezza s’è messa con il test di ingresso che sono tutto un poema a parte. Poi fu la volta della Falcucci che spazzò via gli esami di seconda elementare, abolì la pagella sostituendola con la scheda. Per esprimere un giudizio per le singole discipline e per il profilo finale bisognava avere tanta fantasia e, in certi casi, arrampicarsi sugli specchi, badando bene alle parole che si usavano.
Ma l’altra sera ho sentito una notizia molto simpatica. Il giornalista di turno al TG 5 ha detto che, secondo alcune indagini, risulta che i giovani si “dopano” per affrontare gli esami di maturità. “Ma come”, mi sono detto, “un tempo noi non dormivamo la notte precedente la prima prova scritta, ci invitavano a stare calmi, rilassati, a prendere, magari, una buona camomilla prima di andare a dormire, mentre oggi i “giovani fai da te” si dopano? E come riescono a svolgere il tema di cultura generale? Cosa ci mettono? Cosa raccontano? Le idee non si improvvisano, ma sono il risultato di una formazione culturale partita da lontano. Ecco spiegato il motivo per cui si confondono le guerre di indipendenza con quelle puniche, la rivoluzione francese con quella industriale, la breccia di Porta Pia con l’apertura del portale quando inizia un anno Santo.”
San Nicola era già sorridente quanto mi sono seduto al suo altare. Sapeva di cosa avrei parlato e non ci volle molto a darmi la prima risposta. Ovviamente avevo già salutato Gesù chiedendoGli soltanto come aveva trovato Galatro durante la processione di domenica scorsa, festa, appunto, del Corpus Domini. Mi guardò con molta tenerezza, con un sorriso rassicurante che solo Lui sa dare. Ha mosso le labbra ed io ho colto due parole: “Lasciamo perdere”.
“Le parole di Gesù non significano che si disinteressa della vostra vita. Anzi! E’ molto dispiaciuto per quanto sta accadendo. Si spendono fiumi di parole per manifesti e non si vuole mettere il dito su una piaga purulenta: Il degrado sociale. Questo è il frutto dell’impoverimento della cultura che tu hai fatto partire dal 1969, ma che è vecchio di altri sette anni, da quando si costruì quell’ibrido di nuova scuola media fondendo i due indirizzi: Avviamento professionale e scuola media tradizionale. Come primo atto si buttò via il latino, tagliando le redici della cultura italiana che affondano in quella latina, principalmente, ma anche in quella greca. Il latino era la lingua della chiesa e i così detti “intellettuali di sinistra” non fecero altro che accelerare il processo di sfaldamento della cultura che, nata all’ombra dei campanili, doveva diventare “laica”. Il Crocifisso, tanto per essere chiari, non dà fastidio agli islamici quanto ai laici cattolici che, oggi, si annidano dovunque, anche nelle segrete stanze del Vaticano. I vostri “intellettuali” sono convinti che la civiltà corre sul filo della laicità. La parola di Gesù è di troppo. Il suo richiamo alla tolleranza, al perdono, all’amore del prossimo costituisce un ostacolo. Essere progressisti vuol dire sbarazzarsi del passato. Bisogna essere moderni, tecnologici, prodotti geneticamente modificati, incubati in uteri a prestito, figli di provette…”
“San Nicola mio, cerca di fermarti. Quella vecchina che sta dialogando con il suo San Rocco si è già girata due volte, quando hai detto:”Sbarazzarsi del passato e uteri a prestito. Abbi pazienza! Sbarazzarsi del passato vorrebbe anche dire “farci fuori” perché portatori di valori fuori uso. Non parliamo dei figli delle provette. Non passerà molto che le provette si venderanno nei supermercati. “Mi dà una provetta con due gemelli? Quanto fa? Paghi e ti porti tutto a casa. Quando nasce il bebè lo abitui a chiamarti papà, perché se ti guarda sai cosa dice?: Ma questo, chi è, cosa vuole?”
La vecchina continuava a guardare dalle nostre parti. La rassicurai dicendole che stavamo parlando di uno strano libro che avevo letto, in cui si afferma che si può vivere felici anche senza Gesù e senza i santi.
“Chi è questo malvivente che ha scritto queste cose?”
“Poi ve lo dico. Continuate a parlare con San Rocco. A proposito del cane, vedete che il colore era proprio quello. Un vero setter color cioccolato. State tranquilla.”
“Si, adesso comincia a piacermi”.
San Nicola, sorridendo, seguiva il nostro scambio di parole e, alla fine, come avevo previsto, mi chiese quale libro avevo letto.
“Cosa avrei dovuto rispondere? Che i bebè possono nascere in un utero a prestito o, addirittura, in provetta? Sarebbe scappata via scandalizzata.”
“E quando ti chiederà il titolo del libro?”
“Il Vangelo! C’è il Vangelo, dove è scritto: Beati i puri di cuore…Devi credermi, ho letto e riletto e non ho trovato una beatitudine riservata ai preti, ai monsignori, ai laici ai paucciani. Non parliamo, poi, dei farisei. Proprio ieri, in occasione di un funerale, ho visto un “mercenario” appoggiato al muro, con il telefonino all’orecchio e la sigaretta in mano. Che bell’esempio di Marcantonio! Tanti partecipanti lo guardavano, ma lui, imperterrito, sembrava dicesse: Fatevi i c….vostri”
“Le categorie che hai citato, le beatitudini devono conquistarsele. Anche tu sei un laico e, se vuoi essere tranquillo, in pace con te stesso, devi essere semplice e puro di cuore. Devi porgere l’altra guancia a chi ti ha dato uno schiaffo, devi fare del bene anche a quelli che tu giudichi nemici.”
“Hai ragione! Resta sempre vero il detto: Durus est sermo iste. Ma è così. Cercherò di migliorare. Dammi una mano anche Tu.”
Era inevitabile che la vecchina, avendo esaurito ogni domanda per il suo San Rocco, mi aspettasse sul sagrato per chiedermi quale libro avessi letto. Puntuale le risposi: “Il Vangelo. Parlavamo dei “cattivi”, come Erode che ordinò di uccidere tanti bambini, di Pilato che fece crocifiggere Gesù perché i sommi sacerdoti dicevano che insegnava strane dottrine, degli indemoniati…e cose del genere”
“Indemoniati? Ce ne sono tanti in giro! Ho sentito dire che i bambini possono essere coltivati in una provetta, come gli ortaggi in una serra. Ma dove siamo arrivati?”
Mi resi conto che la vecchina, senza inutili divagazioni o raggiri di parole, ne sapeva più di me e mi convinsi che la “vecchia” cultura può tranquillamente continuare ad essere “maestra di vita”.
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Cordiani Carmelo: «SENTI QUESTA, SAN NICOLA. La “vecchia” cultura può tranquillamente continuare ad essere “maestra di vita”», Galatro (RC), Sabato 16 Giugno 2012 |
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