Bloc-notes |
"CHE SPRECO, SAN NICOLA!"
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di Carmelo Cordiani
Oggi diremmo verso mezzogiorno. (Gv. 4, 6 e sgg ). Gesù era stanco. Aveva lasciato la Giudea per via dei farisei ed era diretto in Galilea. Passando attraverso la Samaria, si era fermato in una cittadina chiamata Sicar vicino ad un pozzo. I suoi discepoli erano andati in città a comprare qualcosa da mangiare. A mezzogiorno tutti hanno fame, anche Gesù. Ed ecco arrivare una samaritana ad attingere acqua. Le samaritane non godevano buona fama . Ciò spiega perché si facevano vedere meno possibile e approfittavano delle ore poco affollate. Gesù chiede subito da bere. Sicuramente voleva parlarle. La samaritana si meraviglia che un giudeo le chieda qualcosa e lo dice chiaramente: “Come mai tu che sei giudeo domandi da bere a me, che sono una donna samaritana?” Gesù non risponde alla domanda, ma comincia un discorso che, per la donna, e per noi, diventa duro da capire: “Chi berrà l’acqua che io gli darò,non avrà sete in eterno; ma l’acqua che gli darò, diventerà in lui una sorgente d’acqua zampillante nella vita eterna”. Poi tocca il tasto dei mariti e la samaritana conclude: “Signore, vedo che tu sei un profeta”. Di tutto il discorso cosa dirà alla gente? “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che non sia il Cristo?”
Era questo episodio che mi girava in testa mentre mi genuflettevo davanti al Padrone di casa nella chiesa dove ero andato per il solito colloquio col Santo Protettore San Nicola. E non potei fare a meno di dirGli: “Gesù, la verità di fondo è sfuggita alla samaritana che si è fermata sulle sue vicende personali: Cinque uomini, più uno, ma nessun marito. Hai sprecato un discorso preziosissimo. Secondo me ti ha scambiato per indovino. Che fossi il Cristo lo ha solo sospettato.”
“E’ quello che continuano a fare molti che non sono samaritani, ma cristiani.”
“Scusami, San Nicola. Dammi qualche minuto per riprendermi. Sono stato in ginocchio più del solito. Non ho capito cosa hai detto.”
“Ho detto che tanti cristiani scambiano Gesù, e i santi, per indovini. Quando Gesù afferma di essere la via, la verità e la vita nessuno ci fa caso. Quando esalta gli umili, i poveri di spirito, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacificatori pochi lo capiscono. Ma se a qualcuno rivelasse un particolare della propria vita si griderebbe al miracolo.”
“E’ che noi siamo impastati di materia ed è più facile capire ciò che ha a che fare con le cose materiali. Anche quando recitiamo la preghiera che ci ha insegnato Gesù, andiamo di fretta sulla prima parte e ci soffermiamo un tantino di più su: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano.” Oltre tutto c’è quel nostro, capisci? Dal momento che il buon Dio ci ha messo in questo mondo deve pur nutrirci. Nella preghiera non facciamo altro che ricordarglielo. E’ vero! Per noi, tante parole di Gesù sono sprecate”.
“Ma come siete bravi a sviare i discorsi! Proprio perché impastati di materia dovreste badare di più alle cose spirituali. Non è necessario essere asceti per pensare un pochino più in alto. Dalla mattina alla sera vi affannate per il lavoro che vi procura benessere, a volte perdete anche qualche ora di sonno e non dedicate nemmeno un solo minuto per il vostro spirito. Scommetto che dimenticate di averlo, questo spirito. Quando Gesù viene accolto nella casa di Marta (Lc. 10, 38 e sgg.), la sorella Maria “sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta, invece, era assorbita dalle molte faccende”. Si rivolse al Signore lamentandosi: “Signore, non t’importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. La risposta di Gesù?: “Marta, Marta, tu t’inquieti e ti agiti per troppe cose. Eppure di una sola cosa c’è bisogno. Maria, infatti, ha scelto la parte buona, che non le sarà tolta”. La parte buona è l’ascolto della parola di Gesù.”
“Vorrei sapere cosa ci fa con la sola parola di Dio se un uomo non mette a tavola qualcosa da mangiare! Maria si dedicava allo spirito perché sua sorella preparava da mangiare. Anche per Gesù.”
“Allora non hai capito che l’ascolto della parola di Gesù, cioè la preghiera, può benissimo andare d’accordo con il lavoro. Anzi ne alleggerisce la fatica. Pregare non vuol dire mettersi in ginocchio, a mani giunte, e recitare formule. La propria spiritualità non cresce necessariamente con Pater, Ave e Gloria. Cresce sentendosi vicini a Gesù. Le sue parole non sono mai sprecate, se si ascoltano con semplicità. Quando dice alla samaritana: “ Chi berrà l’acqua che io gli darò, non avrà sete in eterno” vuole che gli uomini abbiano fiducia in Lui, che gli tendano la mano, che lo cerchino, che chiedano insistentemente la fede senza la quale brancolano al buio. La vita quotidiana, capisci, diventa una preghiera se vissuta sentendo il calore di questo grande amico. Grande in ogni senso. Perché conosce le nostre pene, le nostre miserie, le nostre tristezze. Grande perché è sempre disponibile a cercarci quando dovessimo allontanarci. E’ il buon pastore che conosce le sue pecore, le chiama per nome, le conduce a pascoli sicuri. Le sue sono parole di vita. Parlando con la gente ha usato un linguaggio umano. Quando si voleva lapidare una donna adultera, ha tuonato: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Quando ci ha riferito di quel padre che aspettava il figlio per perdonarlo, quando ha moltiplicato il pane per sfamare la gente che lo aveva seguito si è immedesimato nella nostra natura che sbaglia ed ha fame. Però ha aggiunto che non si vive di solo pane. Si deve nutrire lo spirito, facendolo crescere nella conoscenza e vicinanza a Dio che si è fatto carne per essere umano. Le parole di Gesù alla samaritana non sono sprecate se lette con attenzione. Gesù è sorgente di vita ed è necessario, per il vostro spirito, avvicinarvi a questa sorgente per attingere a pieni sorsi e dissetarvi.”
San Nicola non aveva alcuna intenzione di chiudere. S’era già fatto tardi e sentivo il bisogno di sdraiarmi da qualche parte.
“Vedo che non ti va più di ascoltarmi”, mi disse con un pizzico di ironia.
“Ti ascolterei volentieri, ma, come vedi, non sono ancora in condizione di rimanere di più.” E con una giaculatoria mi allontanai verso l’uscita.
“Me l’immaginavo che mi avresti aspettato. Sentivo le vostre voci mentre correvate dietro il pallone. E sentivo proprio te che dicevi: Passamelo, passamelo… Come stai?”
“Io bene. Tu?”
“Un po’ meglio.”
“Mentre stavi in chiesa sono entrato. Tu non te ne sei accorto, ma ho sentito parlare di un amico. Chi è?”
“E’ Gesù. Sta vicino anche a te. Prova a parlargli.”
Il piccolo si è girato come se lo cercasse. Mi ha guardato sorridente. Due sole parole: “E’ vero!”
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Cordiani Carmelo: «CHE SPRECO, SAN NICOLA! Ho detto che tanti cristiani scambiano Gesù, e i santi, per indovini. Quando Gesù afferma di essere la via, la verità e la vita nessuno ci fa caso. Quando esalta gli umili, i poveri di spirito, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacificatori pochi lo capiscono. Ma se a qualcuno rivelasse un particolare della propria vita si griderebbe al miracolo», Galatro (RC), Giovedì 4 Ottobre 2012 |
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