Bloc-notes

"PREGARE FA BENE, SAN NICOLA?"

 

 

di Carmelo Cordiani

 

Nel capitolo sesto della sua versione Matteo riferisce la premessa di Gesù alla preghiera che  è diventata ufficiale per la Chiesa: “ Quando pregate, non blaterate come i pagani; infatti, credono di venire esauditi per la loro loquacità.(…) Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno, prima ancora che glielo domandiate.” (Mt. 6, 7).

Poi ci insegna anche cosa dire: “Padre nostro, che sei nei cieli…”. Facendo un minimo di attenzione al contenuto, ci rendiamo conto che, in sostanza, si chiedono tre cose: Il pane quotidiano, il perdono, e l’allontanamento dalla tentazione, con il male che potrebbe seguire. Più avanti, però, parlando della Provvidenza, Gesù raccomanda di non affannarci, dicendo :” Che cosa mangeremo, oppure, che cosa berremo, di che ci vestiremo…Il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose…”

 

Mi era venuta naturale la domanda da porre direttamente a Gesù, mentre lo salutavo passando davanti alla sua porticina. Ma Gli dissi solo: “Grazie, Gesù, per averci lasciato una preghiera adatta alle persone semplici, che sanno dire solo poche cose, essenziali.” Pensai di riprendere l’argomento con San Nicola, anche per poter spendere qualche parola in più. Ormai mi piaceva rimanere in chiesa per un tempo maggiore. Forse mi invogliava quel profumo del nuovo detersivo che, non mi aveva convinto, ma mi piaceva. Dopo il rituale saluto, gli chiesi: “Pregare fa proprio bene, San Nicola”?

 

Il Santo Patrono mi guardò con occhi a metà tra la meraviglia ed il rimprovero. Lo anticipai chiarendo:

 

“Ti rivolgo questa domanda perché ho notato una contraddizione tra le tre cose che Gesù ha detto di chiedere al Padre nostro e quanto afferma successivamente: Il vostro Padre celeste conosce le vostre necessità. Quindi sarebbe inutile pregarlo. Che ne dici?”

 

“Se tu provi a modificare un tantino l’idea che hai della preghiera forse capirai che non esiste alcuna contraddizione.”

 

“Cosa vuoi dire?”

 

“Voglio dire che, pregare non vuole significare, necessariamente, chiedere. Fondamentalmente pregare è comunicare. Comunicare con Dio, con suo Figlio Gesù, con la sua cara Mamma, con i santi, con il proprio Angelo Custode…Di conseguenza la vita  diventa una  preghiera  ogni volta che vi mettete in  comunicazione con questi vostri migliori amici. E’ chiaro che, nel comunicare, mettete a nudo il vostro essere fragile, ciò che vi tormenta, le vostre sofferenze e non ha senso elencarle, come per dire: Mio Dio ho bisogno di tutte queste cose! Ti prego, fortificami, mantienimi sano,  dammi un po’ di serenità, allontana da me la sofferenza perché non ce la faccio più. Quindi ha ragione Matteo quando conclude: Il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Man mano che la comunicazione prende corpo, l’animo si apre e si avverte un senso di liberazione e di fiducia. E’ Gesù che vi abbraccia e si fa carico di tutto, contraccambiando con la serenità e la  fiducia che solo Lui sa infondere. E, se la comunicazione si instaura con sua Madre, sentite il suo calore mentre vi ripete quanto ha detto ai due pastorelli a La Salette: Avvicinati, figlio, mio; non avere paura. Allora è il silenzio che diventa parola del cuore e, quindi, preghiera.”

 

Mentre San Nicola mi parlava osservai la vecchina che, occhi chiusi, tanto da giudicarla assopita, testa piegata, senza la corona del Rosario in mano, muoveva, di tanto in tanto, le labbra tutte una ruga. “Ecco, dissi tra me, il silenzio che diventa voce. Non appartiene a quel popolo che onorava Dio con le labbra, ma aveva il cuore lontano da Lui; comunica con il cuore aperto per ricevere dal suo Santo la serenità, la pace, l’aiuto per sopportare il peso dei suoi anni ed il carico delle sue sofferenze. Ritornando a casa, chiudendo la porta per ritrovare la sua solitudine, avrebbe incontrato di nuovo il suo Santo, perché continuava a comunicare. Di tanto in tanto avrebbe, sicuramente, ripetuto: Signore, ti ringrazio per questo nuovo giorno che mi hai concesso. Domani, forse, ritornerò nella nostra casa comune, ti saluterò ringraziandoti ancora e mi fermerò per continuare a comunicare con il tuo servo San Rocco. Non sai quanto mi sento felice.”

 

“Visto? Non ci vuole molto per essere felici. Semplici, essere semplici, non complicarsi la vita con l’affanno del domani. Ti ricordi?: Sufficit diei malitia sua! E, se non sbaglio, va d’accordo con quel “carpe diem” che vuol dire solo: Vivi la giornata che il buon Dio ti ha concesso. Domani sarà un altro giorno, ed avrai modo di ringraziare  la Provvidenza per quanto ti avrà elargito.”

 

“Tu parli molto bene, caro Santo Patrono! Ma per tanti è stato nero oggi e lo sarà anche domani, senza lavoro, senza un minimo di risorse, con tante bocche che non hanno nemmeno il pane quotidiano. Dio è diventato sordo?”

 

“Permettimi di ripeterti che, sordi, sono gli uomini. Da quanto tempo blaterate su privilegi, sprechi,  costi elevatissimi ed inutili. Scioperi, convegni, manifestazioni… Siete sempre punto e a capo. Il buon Dio ha profuso a piene mani beni sulla terra, ma voi state, sistematicamente, distruggendo tutto. Non vi dicono niente i campanelli d’allarme che, ogni tanto, sentite: terremoti, smottamenti, alluvioni…Continuate a fare scempio, a testa bassa e, pur di profanare un nido su una quercia secolare, siete capaci di abbatterla. Dio non è sordo; sente e vede. Vi aspetta, come il padre del figliol prodigo. Tornerete a Lui, vi metterete,  una buona volta, in comunicazione con Lui. Allora capirete il valore della preghiera e toccherete con mano la presenza della Provvidenza nella vostra vita.”

 

Fuori soffiava un forte vento di scirocco. “A novembre questo caldo! Sono le conseguenze dello scempio di cui parlava il Santo Protettore? Forse. Io ricordo il novembre di mezzo secolo fa: freddo e, dalle tegole, scendeva già qualche moccolo di ghiaccio. Cosa aspettiamo a ristabilire l’equilibrio che il buon Dio ha sistemato in ogni cosa? Cosa aspettiamo a metterci in comunicazione con Lui e fare di Lui un costante punto forte?”

 

 

 

Cordiani Carmelo: «"PREGARE FA BENE, SAN NICOLA?". Dio è diventato sordo? Dio non è sordo; sente e vede. Vi aspetta, come il padre del figliol prodigo. Tornerete a Lui, vi metterete,  una buona volta, in comunicazione con Lui», Galatro (RC), Mercoledì 14 Novembre 2012

Home