Bloc-notes |
"PERCHE’ TANTI ANGELI, SAN NICOLA?"
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di Carmelo Cordiani
Da ragazzo pensavo che gli Angeli fossero come i bambini, con un bel vestito azzurro o rosa, le ali molto lunghe, tutti biondi, con una fascia bianca sui capelli. Pensavo anche che fossero tutti in cielo, accanto al Signore, alla Madonna e ai santi. Ogni tanto si divertivano a svolazzare sulla terra, come nella notte in cui è nato Gesù, per avvertire i pastori del grande evento. In seguito, quando mi sono imbattuto nella parola “anghelos”, cercando sul grande Rocci ho trovato il significato: Messaggiero, nunzio. ”Tutto qui?” mi sono detto. E quale messaggio possono portare quei piccoli paffutelli, con gli occhi celesti, sempre sorridenti, visibilmente felici? Poi mi sono ricordato che ci sono anche angeli cresciuti, con le ali più lunghe, fino ai piedi che non si vedono, come l’Arcangelo Gabriele, San Michele, i Cherubini, i Serafini…Il Cielo, a quanto pare, è popolato di Angeli. E ne arrivano in continuazione, a grappoli, singolarmente, tanto che il buon Dio non sa più dove sistemarli. E allora? Perché non li lascia da noi? Perché la recente strage della scuola elementare del Connecticut, perché i dieci bambini dilaniati da una mina, perché piccoli gettati nelle acque gelide dei fiumi, perché il piccolo Tommy, perché genitori che strangolano i propri figli, perché?
Ricordo di aver letto, tanto tempo fa, un libro dal titolo: E il re si turbò. Con stile semplice e linguaggio piano vi si narrava la nascita di Gesù ed, in particolare, l’arrivo dei re Magi. Matteo racconta che “ essendo nato Gesù a Betlemme di giudea, al tempo del re Erode, (…) dei Magi, venuti dall’Oriente si presentarono a Gerusalemme e domandarono: Dov’è il neonato re dei Giudei? Abbiamo visto infatti sorgere la sua stella e siamo venuti a rendergli omaggio. A sentir questo il re Erode fu sconvolto.” (Mt. 2, 1). A questo punto, riferisce l’autore del libro, Erode si affaccia sul terrazzino della sua abitazione, prende un arco, lo tende al massimo e scocca una freccia contro il cielo. Pochi secondi ed ecco alcune gocce di sangue cadono sul suo volto. Le gocce diventeranno una bagno quando dispone la morte di tutti i nati a Betlemme, convinto di eliminare anche il suo contendente. I Magi, guidati ancora dalla stella, entrano nella “casa” (non più la grotta con la mangiatoia!), vedono il Bambino con Maria, sua madre, e si prostrano ad adorarlo. Poi, avendo ricevuto in sogno un avviso divino, fecero ritorno nelle loro terre senza farsi vedere da Erode per riferire di aver trovato e adorato il Bambino.
“Ti volevano far fuori appena nato, dissi genuflettendomi davanti al Tabernacolo, ma l’Angelo apparve in sogno a tuo padre Giuseppe e siete scappati in Egitto. Al tuo posto, però, sono morti degli innocenti. Ti sembra giusto? Perché non li hai salvati? La tua incarnazione e morte in croce prevedeva anche il sacrificio di tante tenere vite umane? Quando succedono tragedie, come quella del Connecticut, ci domandiamo tutti se Tu ci sei ancora.”
“Non tentare di scaricare su Gesù le colpe che non ha, interruppe San Nicola. Secondo te Gesù assiste indifferente alle vostre tragedie? Soffre, e come! Una sola volta Dio ha fermato la mano ad Abramo che stava per sacrificare suo figlio. Ma era stato Lui a metterlo alla prova. La volontà di Abramo non c’entrava. Tutti gli atti compiuti da voi, gli eccidi, le tragedie dei piccoli ma anche dei grandi, sono vostre scelte. Si tratta della vostra libertà che va alla deriva perché si è allontanata da Dio. Se il figliol prodigo si era ridotto a guardare i porci, la colpa non è stata di suo padre che gli ha dato l’eredità che gli spettava. Ha rispettato la sua libertà e lo ha aspettato, sapendo che sarebbe ritornato. Quando vi accorgerete che lontani da Dio vi sentite disperati, tornerete da Lui per dire: Padre, ho peccato.”
“E quanto dura questo stato? Troppo sangue sulle strade, nelle case, nelle chiese, sulle piazze…Troppe vite umane spezzate. Che ci fa il buon Dio con tutti gli Angioletti che affollano il suo cielo? Di quanti messaggeri ha bisogno? Quale messaggio portano questi piccoli se non quello della cattiveria umana, della violenza, del trionfo del male sul bene? Non potrebbe fermare qualche mano perché ci si renda conto della sua presenza nella nostra vita?”
“La solita sfida: Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce…Vi illudete di credere in presenza di miracoli. La fede va oltre e non necessita di altri segni. Credere in Gesù vuol dire riconoscerlo, sentire la sua presenza nei momenti felici e nella sofferenza, abbandonarsi a Lui senza riserve. La fede squarcerà il mistero che vi avvolge. Non conoscerete più segreti, non rimarrete disorientati per quanto accade ed in ogni circostanza, per quanto incomprensibile vi possa sembrare, come la strage della scuola elementare del Connecticut, troverete una sola risposta: Signore, aumenta in me la fede perché questo non accada più. Ti sembra assurdo? Invece è molto semplice. Se tutti, dico tutti, avessero un pizzico di fede credi che si compirebbero scempi di vite innocenti? Fede è conoscenza, ma soprattutto amore. Nella notte della grande luce gli Angeli hanno cantato: Pace in terra agli uomini che Egli ama. Capito? Gesù si è fatto carne per amore delle creature umane, ha portato l’amore nel mondo, un amore nuovo che significa donazione di sé, solidarietà. Quello che voi chiamate amore è solo tornaconto. Date per ricevere, coltivate le amicizie per convenienza, pronti a girare le spalle quando il conto non torna. Confondete la solidarietà con qualche spicciolo che date a chi vi tende la mano. State alla larga da chi soffre, invidiate chi gusta un pizzico di felicità. Il presepe che approntate nella ricorrenza del Natale è diventato solo un rito, un’emozione da riprovare. Fermatevi davanti a quella grotta e riflettete.”
Mi ritornò alla mente il presepe che allestivo da ragazzo, con la grotta , le casette di cartone, i pastori, l’immancabile ‘ncantatu da stida, le pecorelle, il muschio profumato. Nella grotta la statuina di Maria, di Giuseppe, del bue e dell’asinello. Nella mangiatoia, adagiato sulla paglia, con le braccine aperte, una camiciola celeste, sorridente, il Bambinello. E mi venne voglia di chiederGli: Ma cosa sei venuto a fare? A distanza di tanto tempo pochi si accorgono della tua presenza in questo mondo continuamente tormentato, dove è cresciuto l’odio al posto dell’amore che Tu hai portato. Ti hanno adorato i pastori, i Magi, i poveri. Ti cercano gli umili, i sofferenti, gli emarginati, quelli che nel nostro mondo contano poco. Per molti Tu non sei nessuno. Eppure ci si rende conto che Tu sei insostituibile. Quando si citano le tue parole torna la speranza e la voglia di intraprendere un altro percorso di vita, quello che conduce verso l’amore che hai portato sulla terra nella magica notte. Nonostante il disprezzo di tanti, Tu hai assicurato la tua presenza fino alla fine del tempo, pronto ad accogliere chi ti cerca, ad abbracciarlo anche se irriconoscibile per la miseria umana.
“Hai fatto una domanda a Gesù Bambino e ti sei dato la risposta. E’ venuto per ridare speranza, per abbracciare i relitti umani, per porgere la mano a quelli che lo cercano. E’ vento per soffrire e gioire insieme a voi, per condurvi sul percorso verso la luce.”
“Hai ragione, San Nicola. Ma devi capire che veramente Gesù è un segno di contraddizione, uno scandalo, come si legge nel Vangelo. La domanda che ci poniamo continuamente è la stessa: Perché Gesù sta a guardare? Non ci convincono i discorsi sulla libertà, sulle scelte personali, sul fatto che dobbiamo essere noi, adesso, ad andare verso Betlemme per vedere Dio fatto carne, venuto ad abitare tra noi, accoglierLo. Non abbiamo doni da offrirGli.”
“Vi accoglie anche a mani vuote. Vi darà Lui tutto quello che il vostro cuore desidera e vi spiegherà il mistero della vita, compreso il segreto dei tanti Angeli che popolano il suo cielo.”
Lasciai la chiesa con il cuore gonfio di speranza. Verrà un Natale felice per tutti. Cesseranno le violenze, gli odi, le guerre, le stragi e terremo con noi tanti Angioletti perché siano messaggeri di pace, come quella annunciata nella notte magica.
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Cordiani Carmelo: «"PERCHE’ TANTI ANGELI, SAN NICOLA?". Da ragazzo pensavo che gli Angeli fossero come i bambini, con un bel vestito azzurro o rosa, le ali molto lunghe, tutti biondi, con una fascia bianca sui capelli. Pensavo anche che fossero tutti in cielo, accanto al Signore, alla Madonna e ai santi. Ogni tanto si divertivano a svolazzare sulla terra, come nella notte in cui è nato Gesù, per avvertire i pastori del grande evento. In seguito, quando ...», Galatro (RC), Mercoledì 19 Dicembre 2012 |
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