Bloc-notes |
"Meglio pochi, San Nicola!"
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di Carmelo Cordiani
Com'erano belli i primi passi nella storia della filosofia! Il principio è l'acqua, no l'aria, ti sbagli...la terra. Non ho avuto il tempo e non mi sono sentito di chiacchierare , su queste fantasie, seduto al solito banco nello spazio dedicato al santo patrono di Galatro, San Nicola. Ne ho approfittato domenica scorsa, in un salto molto breve date le pessime condizioni del tempo. Un doveroso inchino verso il tabernacolo, mentre cercavo un angolino per sedermi. E mi venne di dire: " Per Te, caro Gesù, Giovanni ha detto che in principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio, il Verbo si fece carne e venne da abitare nel mondo, ma il mondo non l'ha accolto. E, non avendoti accolto, il mondo ha combinato un sacco di guai. Vuoi vedere che, se ti accogliesse, si risolverebbero i pasticci che ci stanno tormentando? Senza aggiungere che, senza Te, siamo anche ridicoli. Basterebbe dare un'occhiata all'aula di Montecitorio!"
"Lascia stare la politica! Pensa a cose più serie e , quando ti siedi in chiesa, prega. La chiesa è fatta per stare insieme a Gesù, per aprirgli il proprio cuore, per ascoltarLo. Se ti impelaghi in quello che dicono e combinano i politici, vai fuori di testa più di quanto già ci sei".
"Lo sapevo! Possibile che non mi lasci parlare nemmeno due minuti con il vero Padrone di casa? Oltre tutto, questo spazio è dedicato a San Michele che non si è mai permesso di interrompermi, rispettando le regole dell'ospitalità."
"Non ti interrompe perché non ti conosce bene e non sa dove andresti a parare parlando di politica."
"Caro San Nicola, lo so che mi segui dovunque vada, che mi freni quando mi viene voglia di andare a ruota libera, quando riemerge l'allergia ad un certo colore che, devi ammetterlo anche Tu, ha tenuto il fiato sospeso in questi giorni. E che, finalmente, ha partorito il topolino".
"Ma che bravo! Per te la scelta sofferta è stata un topolino?"
Stavo per dirgli: "Un topolitano", ma ho preferito risparmiarmi la battuta.
"Penso che la scelta sia stata più sofferta da parte di chi è stato onorato. Ottantotto suonati, capisci. E non sono pochi. Gente che non va mai in pensione. Anzi ne accumula sempre una."
"Invidia? Sei andato in pensione tu e non è cambiato niente. Ergo, con te e senza di te, le cose non mutano."
Accortomi che San Nicola andava sul polemico, mi sono, di nuovo, rivolto verso il Tabernacolo. "Scusami, Gesù, ma, oggi, non riesco a capire cosa è successo al tuo servo, San Nicola. Non sarà che si è troppo affezionato a quel tricolore che qualcuno indossa il sei dicembre e che, poi, sparisce per trecentosessanta giorni? Il tricolore è bello, ma quelli che lo indossano fanno pena. Sono migliaia, capisci. Tutti parassiti, alle spalle di poveri cittadini che, spesso, scelgono di sparire da questo mondo. Mondo che non ti ha accolto, ma che spazza via anche onesti cittadini. Troppi, troppi e, ancora, troppi. Meglio pochi, ma buoni."
"Sai benissimo che Gesù non risponde con le parole. Ti posso assicurare, però, che condivide la tua rabbia."
"Non si tratta di rabbia, caro San Nicola. Siamo tra la commedia e la tragedia, per colpa di irresponsabili che non si sa, ancora, dove ci porteranno. E' ora che ci mettiate il naso anche voi, che mobilitate Angeli, Cherubini, Serafini e quant'altro per tirarci fuori da questo pantano..."
"Nel quale vi siete cacciati. Siete stati voi a capovolgere e stravolgere l'ordine. Siete stati indifferenti a tutto, superficiali, legati al benessere che si consuma e non sazia mai, ad inventare divorzi, aborti, eutanasia, matrimoni tra gay, a usare la giustizia secondo tornaconti di questo o quel partito, ad estromettere Gesù dalla vostra vita. Da quando Giovanni ha detto che il Verbo s'è fatto carne, che è venuto ad abitare tra voi e che voi non l'avete ricevuto sono passati tanti anni e voi continuate a non riceverLo. Senza Gesù la vostra vita diventerà un pantano sempre più torbido."
Mi era venuta voglia di rivolgermi a
San Michele, raffigurato con la spada sguainata, pronto a colpire.
"Fatti un giro da quelle parti", mi venne
"Mai violenza, ricordalo."
"E cosa, se i testoni di Montecitorio e palazzo Madama e i tanti governatori regionale, con annessi e connessi ci stanno spremendo da tutte le parti? Dobbiamo vivere sempre da min... in nome della non violenza da opporre alla violenza? E quando finisce?"
Mi sono accorto di essere andato oltre. Eravamo al Padre nostro e mi sono sentito prendere per mano. Mi chiedevo se anche gli altri erano d'accordo con me o se si erano rassegnati alla non violenza. L'ultima invocazione: Liberaci dal male, mi fece sperare. Se Gesù nella preghiera che ci ha insegnato ha inserito "liberaci dal male" vuol dire che ha affidato a suo Padre il compito di darci una mano. "Digli di sbrigarsi". E mi avviai verso l'uscita. Osservai i fedeli che intingevano le dita nell'acqua santa mentre, accennando una genuflessione rivolti verso il Tabernacolo. si segnavano. Anche io ho allungato la mano verso la bacinella posta sopra un supporto di metallo, ma un bambino mi ha porto la sua manina intinta. Lo guardai intensamente e mi convinsi che l'amore vale più della violenza.
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Cordiani Carmelo: «Meglio pochi, San Nicola! Accortomi che San Nicola andava sul polemico, mi sono, di nuovo, rivolto verso il Tabernacolo. "Scusami, Gesù, ma, oggi, non riesco a capire cosa è successo al tuo servo, San Nicola. Non sarà che si è troppo affezionato a quel tricolore che qualcuno indossa il sei dicembre e che, poi, sparisce per trecentosessanta giorni? Il tricolore è bello, ma quelli che lo indossano fanno pena. Sono migliaia, capisci. Tutti parassiti, alle spalle di poveri cittadini che, spesso, scelgono di sparire da questo mondo. Mondo che non ti ha accolto, ma che spazza via anche onesti cittadini. Troppi, troppi e, ancora, troppi. Meglio pochi, ma buoni."», Galatro (RC), Lunedì 22 Aprile 2013 |
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