Bloc-notes

"QUINTO E QUINTI, SAN NICOLA"

 

 

di Carmelo Cordiani

 

Ascoltavo in silenzio e attento le parole dell’anziano sacerdote, domenica scorsa nella chiesa di Figino Serenza. Una breve riflessione, partendo dall’invito a sfogliare i giornali. Il compagno che uccide la compagna (ormai non si parla tanto di marito e moglie!), il figlio che accoltella il padre, la madre che soffoca il bambino…”L’uomo non è nuovo a queste mostruosità”, diceva, “perché già alla nascita del genere umano Caino uccise il fratello Abele” ( Gn. 4, 8 ). E qui mi sono distratto, continuando per conto mio il seguito. Dio chiede a Caino: “ Dov’è Abele, tuo fratello?” Egli rispose: “Non lo so. Sono forse io custode di mio fratello?” E, quando Caino riconosce che la sua colpa è troppo grande, così da non meritare perdono, Dio lo rassicura. Nessuno gli farà del male.  “E il Signore pose  su Caino un segno, cosicché chiunque l’avesse incontrato non l’avrebbe ucciso” ( Gn. 4, 15 ). Per me è troppo. E’ vero che Papa Francesco ha ripetuto più volte che Dio è pronto a perdonare, ma, se mettiamo insieme il perdono di Dio e le sentenze dei giudici che rimettono in circolazione assassini o li mandano ai domiciliari, che fine fa il quinto comandamento?

 

“Non ti porre delle domande alle quali non saprai mai rispondere. Che Dio perdoni è del tutto normale. Rileggiti il prologo della prima lettera di Giovanni dove l’apostolo prediletto, rivolgendosi ai pagani scrive: “Figli miei, io vi scrivo queste cose  affinché voi non pecchiate. Ma se qualcuno pecca, noi abbiamo come intercessore presso il Padre Gesù Cristo, che è giusto. Egli è la propiziazione per i nostri peccati e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”. ( 2, 1 e sgg.). Tieni sempre presente che Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui (Ibd. 4, 15 ).”

 

Avevo tanta voglia di contraddire il mio Santo protettore, San Nicola, che mi segue dovunque vada, forse proprio per non farmi dire fesserie. Dopo averlo salutato mi limitai ad una breve osservazione.

 

“E’ vero, anche il perdono di Dio è un  mistero. Ci fa comodo, ma ci domandiamo perché il Buon Dio ci ha creato fragili, deboli, potenzialmente peccatori…Lo ha fatto per il gusto di perdonarci? Non riusciamo a capire un piano così complesso che prevede il peccato, la redenzione e il perdono. E, poi, per favore, non omologhiamo tutti i peccati. Un conto è, per esempio, rubare  altro è uccidere. Chi ruba, volendo, può sempre restituire, a meno che non si tratti di politici. Questi sono tirchi, mamma mia e ti nasconderebbero anche un centesimo. Ma un assassino cosa vuoi che ti restituisca? Per Dio il pentimento è importante, ma per noi serve poco. Una pena adeguata, ecco cosa ci vuole.”

 

“Quindi non giustifichi l’atteggiamento di Dio nei confronti di Caino”.

“Francamente no. Per me oltre ad averlo perdonato l’ha anche protetto. Quindi poteva fare a meno di inserire: “Non uccidere” nei dieci comandamenti. E se perdona un assassino che ha tolto la vita con le sue mani ad un essere umano, figuriamoci cosa farà con i connessi al quinto…Sai quanti ce ne sono?”

 

Una vecchietta mi porse sotto gli occhi il cestino per la raccolta delle offerte e, per pochi secondi ho interrotto il colloquio con San Nicola. Mi venne in mente quanto ci ha raccomandato Gesù in merito alle offerte: “ Se dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e là ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare, e prima va a riconciliarti con tuo fratello, e poi ritorna a presentare la tua offerta. (Mt. 5, 23 ). Ho preferito seguire il bel canto all’offertorio e rimandare a dopo la consacrazione alcune cosette da aggiungere nelle chiacchiere con San Nicola.

 

“Visto? Anche tu devi riconciliarti col fratello prima di offrire qualcosa all’altare. Non parliamo della comunione consumata con il cuore gonfio di odio verso.”

 

“E ammettiamo che io abbia ucciso qualcuno e sia rimasto impunito. Mi trovo in chiesa la domenica, dopo aver chiesto perdono a Dio, e mi accorgo che nel banco vicino è seduto il figlio della persona che ho fatto fuori. Che faccio? Mi avvicino e gli dico: Dio mi ha perdonato. Adesso chiedo perdono anche a te. Che bello!”

 

“Bello o brutto, Dio è misericordioso. Tienilo sempre presente.”

 

Ripresi il colloquio durante la comunione. Qualche domanda ancora al Santo.

 

“ Ti ho accennato gli annessi. Eccone alcuni: Il sospetto, la maldicenza, la calunnia, l’induzione al male, lo scandalo, la violenza psicologica…non fanno parte del quinto comandamento? Vi sono persone tanto abili da uccidere lentamente senza uso di armi, di veleni, o di quant’altro. La parola. Solo la parola, continua, martellante, ossessionante…Persone eccellenti nel far sorgere ed alimentare sospetti, nello scrivere anonime infamie che scompigliano e distruggono rapporti tra mariti e mogli, tra padri e figli, tra parenti ed amici. Dio perdona anche questi annessi al quinto comandamento?”.

 

San Nicola esitò alquanto, prima di rispondermi. Ma la sua conclusione era prevedibile.

 

“Dio perdona. Punto. Non fa distinzione di colpa. Un solo peccato non sarà perdonato e lo indica espressamente Gesù: Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato. (Lc. 12,  10)”.

 

L’anziano sacerdote annunciò che la messa era finita. “Andate in pace, Kyrie, eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison”. Mi accodai ai fedeli, rispondendo con i tre Kyrie, come vuole il rito ambrosiano. Fuori un caldo soffocante. Rientrai a casa col cuore pieno di speranza. Chissà quante trasgressioni ai “quinti” mi avrà perdonato il buon Dio!

 

 

 

Cordiani Carmelo: «QUINTO E QUINTI, SAN NICOLA. E’ vero, anche il perdono di Dio è un  mistero. Ci fa comodo, ma ci domandiamo perché il Buon Dio ci ha creato fragili, deboli, potenzialmente peccatori…Lo ha fatto per il gusto di perdonarci? Non riusciamo a capire un piano così complesso che prevede il peccato, la redenzione e il perdono. E, poi, per favore, non omologhiamo tutti i peccati. Un conto è, per esempio, rubare  altro è uccidere. Chi ruba, volendo, può sempre restituire, a meno che non si tratti di politici. Questi sono tirchi, mamma mia e ti nasconderebbero anche un centesimo. Ma un assassino cosa vuoi che ti restituisca? Per Dio il pentimento è importante, ma per noi serve poco. Una pena adeguata, ecco cosa ci vuole», Galatro, Venerdì 21 Figino Serenza 2013

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