Bloc-notes

"PERCHE’ DUE, SAN NICOLA?"

 

 

di Carmelo Cordiani

 

Domenica scorsa Luca ci ha raccontato che Gesù, tra i suoi discepoli, ne scelse settanta e li mandò due a due nei villaggi, nelle città, “porta a porta” ad annunciare il suo Vangelo. Proprio come i venditori o le venditrici di prodotti per la casa. Ma mi ricordò anche una trasmissione televisiva in cui il Vangelo non è di casa e dove  si parla di problemi che, alla fine, restano tali e quali.

 

Passando davanti al Tabernacolo per la doverosa adorazione, mi venne in mente di dire a Gesù che solo i testimoni di Geova hanno sempre osservato la sua raccomandazione. Ci sarebbero anche i carabinieri, ma non credo che il loro fondatore si sia ispirato  a Luca.

 

“Dove sei arrivato da un semplice racconto del Vangelo! Gesù ha scelto tra settanta, capito?”

 

“Ho capito. Ma perché mandarli due a due? Per rinforzo? Per farsi testimoni l’uno con l’altro? Ovviamente si è trattato di una scelta, di una selezione tra tanti. I più fidati, insomma. Voglio dire che non erano mercenari, accattoni, mestieranti come spesso accade. Questi, al posto del Vangelo, raccontano frottole- Si sarebbero comportati come quei compari che entrano negli appartamenti dei vecchietti/e pensionati a nome della Previdenza Sociale per dire che la loro pensione è stata aggiornata. Mentre uno chiede il libretto l’altro vuole andare in bagno. “Prego, la prima a sinistra”. Altro che bagno! Fruga in ogni cassetto in cerca di quattrini e gioielli. Arraffa tutto quello che può. Ci sono anche mercenari che, purtroppo, arraffano in altro nodo. Ma è meglio fermarsi qui.”

 

“Nel mandarli ad evangelizzare i popoli della terra Gesù li definisce pecore tra i lupi. Raccomanda loro di mangiare quello che troveranno in tavola, di disperdere anche la polvere dai calzari se non verranno accolti. Ed altro.”

 

“E non ti sembra esagerato? Disperdere anche la polvere dai calzari! Dio ci ha creato liberi e tali i popoli vogliono essere, anche quando pagano un alto prezzo per l’uso della libertà. A me sembra che è più gratificante conquistare Dio e non essere conquistati. Se si comportasse con noi come ha fatto con Paolo di Tarso, quale merito avremmo? Da persecutori a predicatori del suo Vangelo, da atei a credenti, da bestemmiatori a osannanti…Magari! Allora non ci starebbe più Gesù mediatore e la sua Mamma riconciliatrice.”

 

“La parola di Dio penetra nel cuore e nella mente. I popoli devono solo ascoltarla. Proclamata da due ha più forza, convince, è testimonianza, ma non come quella dei vostri tribunali, spesso falsa, ma prova della veridicità. I due sono inermi, non portano bisacce, dispongono solo della parola di cui Gesù è garante. Sai bene che nei primi secoli la chiesa, nonostante le persecuzioni, ha conosciuto momenti di forte espansione. I due sono cresciuti in modo esponenziale tanto che già nel secondo secolo Plinio il giovane, console in Bitinia, scrive all’imperatore Traiano per chiedere come deve comportarsi con quelli che si dichiarano cristiani e predicano una strana dottrina: Plebei e patrizi sono figli dello stesso Dio. Quindi stessi diritti e stessi doveri. Apriti cielo! Altro che rivoluzione per Roma!”

 

“Lo so. Poi ci hanno pensato i nemici interni a mettere tutto in crisi. Gli eretici, per esempio. Si sono impelagati in questioni che, nemmeno oggi, è dato di capire, come la divinità di Gesù, l’Uno e Trino, il primato di Pietro, la Verginità di Maria…Hanno fatto, come recentemente ha sottolineato Papa Francesco, una “globalizzazione dell’indifferenza” in materia di fede, come se credere significa solo accettare quello che fa comodo. Ecco perché i due non sono più accettati. Non vengono riconosciuti come inviati di Gesù, evangelizzatori, portatori del discorso della Montagna, dell’umiltà, della semplicità. Francesco ha detto che, quando vede suore e preti con macchine di ultima moda, sente una fitta al cuore. La macchina serve, ma se ne compri una più modesta, pensando a quanti bambini muoiono di fame. E se alle macchine aggiungiamo le ville al mare, in montagna, gli appartamenti in città? Guarda che non ti sto raccontando fesserie. Tutto vero e Tu potresti accertarti.”

 

Ho avuto l’impressione che San Nicola voleva sentire altro. E ho cambiato registro.

 

“Mi sembra che le chiese sono più popolate di fedeli. Sei contento?”

 

“Non devo essere contento io, ma la gente stessa, perché vicina a Gesù si sente più serena e più fiduciosa. Vedo anche più giovani e questo mi richiama a quanto ha detto Papa Francesco: Non lasciate morire la speranza. Questa non è solo virtù teologale, ma essenziale per la vita. Senza la speranza la vita è spenta.”

 

Mi sono alzato per uscire. Un inchino al Santo protettore ed una doppia genuflessione ripassando davanti al Tabernacolo. Non avevo ancora raggiunto la porta che sento la voce: “Hai dimenticato qualcosa”. Un rapido sguardo. La vecchina non c’era. A Carletto avevo detto che sarei andato a messa in una chiesa lontana. “Cos’ho dimenticato?”

 

“I due ladroni”.

 

Veramente ne è rimasto uno solo. Però, consentimi, io, come ho detto più volte, credo in Dio, padre buono e misericordioso. Ma se si porta in cielo i ladroni sai che fregatura, qui e li”.

 

San Nicola diventò nero in faccia e io mi affrettai ad uscire.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «"PERCHE’ DUE, SAN NICOLA?". Ci hanno pensato i nemici interni a mettere tutto in crisi ... recentemente ha sottolineato Papa Francesco, una “globalizzazione dell’indifferenza” in materia di fede, come se credere significa solo accettare quello che fa comodo ... Francesco ha detto che, quando vede suore e preti con macchine di ultima moda, sente una fitta al cuore. La macchina serve, ma se ne compri una più modesta, pensando a quanti bambini muoiono di fame. E se alle macchine aggiungiamo le ville al mare, in montagna, gli appartamenti in città?», Galatro, Venerdì 12 Luglio 2013
 

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