Bloc-notes

CHE SPLENDORE, SAN NICOLA!

 

 

di Carmelo Cordiani

 

 S’era fatto tardi, per via di quel bestione stracarico che non si decideva a decollare. Tanta gente raggiungeva le proprie radici per festeggiare un santo e  vivere serate diverse.

 

Un tunnel di luci, via Garibaldi di Galatro. Infondo, la chiesetta della Madonna del Carmine, con il portone spalancato. Vigilia della festa e, come per tradizione, la statua era stata portata al “catafalco”, una mini processione nell’altra parte del paese, la sezione Montebello. Suoni, canti, preghiere e un commento del giovane parroco. Poi il ritorno nella chiesetta, uno spazio ricco di ricordi per chi è nato a soli cinquanta metri. Nel fiume Metramo uno spettacolo insolito, un brulicare di fiammelle al passaggio della processione.

 

Per un attimo, il tempo di voltare verso Via Angelo Lamari, il pensiero ed il cuore si sono fermati su quell’esile figura, la “monaceja”, come i galatresi DOC la chiamano e la invocano. Quel Bambinello che tiene amorevolmente in braccio, un tempo si portava in giro per raccogliere offerte per la festa. Una volta toccò a me, senza pensare che proprio quel piccolo sarebbe stato il tormento e l’amico di oggi, la Persone di cui si va sempre in cerca e che la debolezza umana, spesso, perde di vista.

 

L’indomani, giornata di festa, non mi sono sentito di partecipare ai festeggiamenti. Troppo caldo per chi non sta per niente in forma. Due giorni dopo, alla chetichella, verso sera, raggiunsi la chiesa del Santo Patrono, San Nicola. Ho avuto l’impressione di essere atteso e, genuflettendomi davanti al Tabernacolo, chiesi subito scusa a Gesù per non aver onorato sua Madre come tanti altri. Un sorriso che mi ha incantato, riportandomi al tempo in cui non mancavo in prima fila, vicino al parroco. E, qualche volta, ho anche dato una spalla ai portatori.

 

“Non rimescolare il passato. E’ inutile. Non ritorna. Il tempo passa. Vivi il presente, ringraziando il Buon Dio di averti ancora conservato quel tanto di cervello che ti consente di parlare con le persone e con le cose belle che ancora resistono”.

 

“Grazie, San Nicola. Ti riferisci allo splendore di luci in onore della Madre di Gesù? Vedi, normalmente, quando si parla di tunnel, si pensa ad un luogo buio. Quello che conduce alla Madonna è un percorso di luce in cui, più ti immergi, più senti il profumo di cielo. Tu sei Patrono, ma la madre di Gesù è più onorata, sia sotto il titolo di Madonna del Carmine che quello di Maria SS. Della Montagna. E’ la madre, capisci e, con le mamme, si ha più confidenza. Anche per i pellegrinaggi è così: La Salette, Fatima, Lourdes, Loreto…luoghi sacri alla Madonne, dove apri il tuo cuore pieno di rughe e di pieghe sclerotiche, un vero labirinto in cui trovi di tutto, meno quell’amore che Gesù è venuto a portare sulla terra. E mi sai dire perché siamo così ostinati a non lasciarci penetrare dal messaggio di Gesù?.”

 

“Perché, in voi, predomina l’emozione. Per rendervi conto di qualcosa dovete emozionarvi. Ed è su questa dimensione che stabilite anche i vostri rapporti umani. Una persona che soffre dentro non vi interessa. Ci passate vicino e non vi accorgete che non sorride, che non parla, che rimane assente. E’ tormentata da uno o più problemi che affliggono la vostra vita. Nel volto di quest’essere non sapete leggere. Avete bisogno di vedere un corpo martoriato, un viso sfigurato, pallido, con tracce evidenti di sofferenza fisica. Solo allora dite: “Poverino”. Spesso non andate oltre. Sapessi quanti, tra quelli che seguivano in silenzio, la statua della Madonna, si portavano dentro una pena. Il vicino sorridente, forse, confabulava con un amico e non si accorgeva di nulla. Quella persona parlava con la Madre di Gesù, l’unica in grado di capire e di aiutare. C’era anche qualcuno che, ritornando a casa, non metteva sul tavolo quel ben di Dio che si consuma nelle feste. Allora ti viene voglia di dire che, con tutto il rispetto per la Madonna, si poteva spegnere qualche lampada per portare anche sulla tavola dei poveri un po’ di festa. E’ una mia opinione. Ti raccomando: Quando esci non sbandierarlo. Se ti sentono quelli della commissione, il sei dicembre mi lasceranno in chiesa”.

 

La battuta del Santo mi ha fatto ridere, ma anche riflettere. E mi convinsi che lo splendore è bello se tutti lo godono. Anzi, per chi soffre, lo splendore aumenta il tormento. Invidia? Anche. Uno si domanda: “Io perché sono escluso?” Non è semplice trovare quella serenità che, oltre a farti dire: “Sia fatta la volontà di Dio” ti fa aggiungere: “E perché tutte a me? Perché?”

 

“Ci risiamo con i “perché?”.

 

“E cosa dovremmo fare, caro santo Patrono? Rimanere indifferenti? Girarsi dall’altra parte facendo finta di non vedere, né sentire? Cosa dire quando, in una corsia d’ospedale, incontri bambini con due occhi meravigliosi e la testa nuda, magari avvolta in un foulard? Non ti viene voglia di rivolgerti a Gesù per dirGli: “Ma cosa ti ha fatto quel piccolo?”

 

“Ragioni come quelli che, al tempo di Gesù, ritenevano che il male fisico fosse conseguenza del peccato personale e, quindi, una punizione. Conseguenza del peccato, si, ma non necessariamente personale. Il peccato, come tale, genera il male. Qualcuno può soffrire per la tua incoscienza, per i tuoi peccati.  Pensaci seriamente. Non ti racconto frottole. E’ come se tu abbandoni una sostanza tossica nell’ambiente. Qualcuno potrebbe pagare le conseguenze.”

 

Mi accorsi che eravamo andati lontano dallo “splendore”, ma non  ho nemmeno tentato di ritornarci, Si sarebbe fatto tardi. Sbirciai la vecchina che stava per concludere, anche lei, il colloquio con il suo Santo ( si era in piena novena e la vecchina non aveva perso nemmeno un minuto di preparazione) e mi alzai per uscire.

 

“Te ne vai già?”

 

“Devo prendere la solita medicina”.

 

“Raccontala ad un altro. Nel pomeriggio non prendi alcun farmaco”.

 

Puntuale, Carletto, mi attendeva. “Ciao!” e mi saltò al collo. “Perché si dice :”L’assunzione della Madonna e l’Ascensione di Gesù”?

 

Mi stavo impappinando. Uno sguardo rapido al Santo Protettore che mi suggerì: “Per ascendere, uno si deve muovere. Gesù è andato in cielo con le proprie forze. La Madonna, invece, vi è stata portata”.

 

“E da chi?”

 

“Dagli Angeli. Da quelli come te”.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «CHE SPLENDORE, SAN NICOLA! Un tunnel di luci, via Garibaldi di Galatro. Infondo, la chiesetta della Madonna del Carmine, con il portone spalancato. Vigilia della festa e, come per tradizione, la statua era stata portata al “catafalco”, una mini processione nell’altra parte del paese, la sezione Montebello. Suoni, canti, preghiere e un commento del giovane parroco. Poi il ritorno nella chiesetta, uno spazio ricco di ricordi per chi è nato a soli cinquanta metri. Nel fiume Metramo uno spettacolo insolito, un brulicare di fiammelle al passaggio della processione... Quello che conduce alla Madonna è un percorso di luce in cui, più ti immergi, più senti il profumo di cielo .... la madre di Gesù è più onorata, sia sotto il titolo di Madonna del Carmine che quello di Maria SS. Della Montagna. E’ la madre e, con le mamme, si ha più confidenza. Anche per i pellegrinaggi è così: La Salette, Fatima, Lourdes, Loreto…luoghi sacri alla Madonne, dove apri il tuo cuore pieno di rughe e di pieghe sclerotiche, un vero labirinto in cui trovi di tutto», Galatro, Venerdì 16 Agosto 2013
 

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