Bloc-notes |
TU HAI CAPITO, SAN NICOLA?
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di Carmelo Cordiani
Domenica diciotto agosto Luca riferì che Gesù disse chiaramente di essere venuto a “gettare un fuoco sulla terra” e aggiunse di toglierci dalla testa che sia venuto a “mettere pace sulla terra”. Al posto della pace, la divisione. In una casa “cinque persone saranno divise, tre contro due e due contro tre, si divideranno il padre contro il figlio e il figlio contro il padre, la madre contro la figlia e la figlia contro la madre, la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera” (Lc. 12, 51 e sgg. )
“E il canto degli Angeli, quando sei nato, che fine ha fatto?”.
Mi venne subito in mente quando, passando davanti al Tabernacolo, feci la dovuta adorazione.
“Tu fai degli accostamenti troppo fantasiosi e citi solo quello che ti interessa.”
“Cioè”.
“Perché non vai avanti e non completi con :”Pace in terra agli uomini di buona volontà?”
“Pure Tu sei rimasto a “bonae voluntatis”. Aggiornati. A me non va bene né “agli uomini di buona volontà”, né “agli uomini che Egli ama.” (Lc. 2, 14).
“E perché?.
“Ammettiamo che in quella casa sono animati tutti di buona volontà. Perché Gesù deve mettere tre contro due, padre contro il figlio, madre contro la figlia…Lasciamo perdere suocere e nuore che non sono mai andate d’accordo. Il resto non mi va. E, poi, pensa un po’ a quanti cristiani vengono sterminati quasi ogni giorno. Non verrai a dirmi che non sono animati di buona volontà. Aggiungo che se tutti gli uomini, dico tutti, si mettessero di buona volontà, non ci sarebbe spazio per Gesù. La pace sarebbe automatica. L’altra versione mi sa di parzialità. Quelli che non ama che fine fanno? E perché non li ama? Allora, ti chiedo, Gesù è venuto al mondo, è diventato uno di noi per salvare alcuni e dannare altri? O devo pensare che, anche nelle guerre in atto, c’è lo zampino di Gesù dato che è venuto a creare divisioni?”
“Non bestemmiare. Il linguaggio di Gesù, nel brano di Luca, non è nuovo nella Scrittura e non va preso a sé. Deve essere collocato in un genere letterario che esprima la contraddizione tra l’insegnamento di Gesù e la vostra convinzione laica. Voglio dire che siete sempre propensi a tradurre la parola di Gesù secondo un vostro tornaconto. Mette guerra perché scombussola i vostri piani, perché, per voi, è assurdo porgere l’altra guancia, perdonare i nemici, amare il prossimo, essere umili e semplici…In quella casa quelli disposti ad accogliere il messaggio di Gesù si mettono contro gli altri che non ne vogliono che sapere. Così nella società. E, purtroppo, anche nella Chiesa. Papa Francesco sta scoperchiando molte pentole in cui ristagnano residui che non hanno nulla della povertà evangelica. Vedrai che i possessori di queste pentole si metteranno contro il Papa e contro chi ha detto di non accumulare ricchezze. Quindi, ti ripeto, il linguaggio di Luca è più chiaro di quanto pensi”.
“Ma possibile che Gesù, quando ha voluto essere chiaro e capito dalla povera gente s’è inventato la parabola mentre, qualche volta, ricorre ad un discorso difficile da seguire? Tu capisci bene perché sei solo spirito e, nel caso di qualche dubbio, sai a chi rivolgerti. In Paradiso non mancano interpreti esperti, teologi, esegeti. C’è Tommaso d’Aquino, Agostino, Domenico…senza andare ai Santi Padri, tra i quali, modestamente, ci sei anche Tu. Per contraddire Ario dovevi possedere armi adeguate. Mi sbaglio?”
“Per combattere un eretico non basta la teologia, l’esegesi, la conoscenza della Scrittura. E’ indispensabile una profonda fede, quella che smuove le montagne. Quale argomento si poteva portare avanti nel Concilio Ecumenico di Nicea contro chi affermava l’indivisibilità di Dio e, quindi, non voleva che saperne di Trinità? La persona di Dio, diceva, è unica e non può esserci né Figlio e né Spirito, persone distinte in unica divinità. Anche la filosofia ha sempre insegnato che la persona è unica ed irripetibile. O si crede o è meglio non parlarne, perché più cerchi di capire e più ti addentri in un labirinto dal quale non esci. Col rischio di rimettere tutto in discussione. Anche la stessa fede.”
“Mi sbaglio o siamo tornati ad un vecchio punto di partenza, quando si discuteva sulla razionalità della fede? Allora ci ponevamo il problema se fosse meglio chiudere gli occhi in materia di fede, credere ciecamente, come si dice ancora oggi, oppure tenere sempre accesa la luce della ragione che, anche se non riesce a penetrare il mistero, si sente appagata dalla “sussistenza delle non parventi”. Bisogna riconoscere che la domenica, quando i fedeli, in piedi, recitano il credo, anche se non si capisce il contenuto ( un solo Dio,creatore, che si è incarnato, che si è sacrificato per la nostra salvezza…) si sente dentro una forte spinta proprio verso ciò che non si capisce. La ragione si rende conto del suo limite, ma si sente anche appagata.”
“Vedi che la domanda: “Tu hai capito?” deve essere riformulata in: “Come faccio a capire?”. Ti ho detto altre volte che per credere non è necessario capire. Anzi, se noi riuscissimo a capire il mistero che avvolge tutto l’universo, che fede sarebbe? Pensa che anche gli Apostoli che mangiavano con Gesù, non lo hanno creduto se non dopo la sua risurrezione. Tommaso stesso ha voluto vedere le piaghe delle mani e mettere il dito nel costato. E tu vorresti capire il significato della guerra che Gesù è venuto a portare in questo mondo? Ha anche detto di essere la pietra dello scandalo, sulla quale si inciampa, con la quale, cioè, il vostro modo di pensare e di agire necessariamente si scontra.” La vecchina era al suo solito banco. Passandole vicino mi guardò e mi disse: “Chi era Ario?”
“Un antico attore vestito da vescovo. Ce ne sono anche oggi.”
“A undi arrivammu” concluse la vecchia rivolta verso il suo santo.
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Cordiani
Carmelo: «TU HAI CAPITO, SAN NICOLA?
“Mi sbaglio o siamo tornati ad un vecchio punto di partenza, quando si discuteva
sulla razionalità della fede? Allora ci ponevamo il problema se fosse meglio
chiudere gli occhi in materia di fede, credere ciecamente, come si dice ancora
oggi, oppure tenere sempre accesa la luce della ragione che, anche se non riesce
a penetrare il mistero, si sente appagata dalla “sussistenza delle non
parventi”. Bisogna riconoscere che la domenica, quando i fedeli, in piedi,
recitano il credo, anche se non si capisce il contenuto ( un solo Dio,creatore,
che si è incarnato, che si è sacrificato per la nostra salvezza…) si sente
dentro una forte spinta proprio verso ciò che non si capisce. La ragione si
rende conto del suo limite, ma si sente anche appagata.”», Galatro,
Giovedì 22 Agosto 2013 |
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