Bloc-notes |
QUANT’E’ STRETTA, SAN NICOLA ?
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di Carmelo Cordiani
“Ci mancava anche questa, mio Signore, e Luca non ce l’ha risparmiata”.
Mi ero appena genuflesso per il saluto al Padrone di casa. Avevo seguito il brano in cui l’Evangelista racconta che Gesù insegnava per le strade mentre si recava a Gerusalemme. Come i grandi maestri che non hanno bisogno di cattedre o di pulpiti. Tra le gente, per le strade, camminando, per diffondere il messaggio, senza aspettare che siano gli altri a venire.
Luca riferisce che Gesù , ad un tale che Gli chiese quanti si sarebbero salvati, rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrare e non ci riusciranno”. (Lc. 13, 24)
“Abbi pazienza, mio Signore. Non solo hai ristretto la porta, ma non si passa nemmeno sforzandosi per entrare. E allora, cosa ci resta? Prima hai dichiarato di essere venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc. 12, 49), poi ci inviti alla conversione, altrimenti periremo tutti allo stesso modo (Lc.13, 5), concludi restringendo la porta … mi sai dire cos’altro ci aspetta? Già è difficile capire il tuo messaggio d’amore, di perdono; quando fai queste dichiarazioni, scusami, ci scoraggi. Possibile che tutta la partita tra Te e noi debba svolgersi sul filo della fede? E chi non ce l’ha? Non ci lasci un po’ di spazio anche per capirti quando il discorso diventa, per noi, assurdo?”
“Non esiste nemmeno una sillaba assurda, nelle parole di Gesù. Spazio per capire ce n’è tanto, ma non sapete utilizzarlo. Partite male, perché non sapete e, spesso,non volete mettervi in ascolto. Volete una risposta immediata, come nelle vostre trattative. Gesù risponde dopo un lungo silenzio, quando si rende conto che siete in grado di ascoltarlo e capirlo. Risponderà anche alla tua domanda sul perché della porta stretta. In definitiva questa porta segna il limite tra le vostre pretese e la vostre aspettative. Pretendete una vita comoda, impegnata nell’accaparramento delle ricchezze, nella scalata al potere, al successo e al prestigio e vorreste varcare quella soglia per garantirvi anche un ambito premio. La salvezza ha un costo.”
“E quale, per favore? Già siamo afflitti da sofferenze, da incertezze sul domani, da violenze d’ogni tipo, guerre, minacce di distruzione di massa…Non basta per trovare un varco in questa misteriosa porta? Gesù, prima di accettare la volontà del Padre, s’è reso conto con chi avrebbe avuto a che fare? Non mi riferisco alla sua crocifissione, ma al dopo. Quanti avrebbero beneficiato del suo sacrificio? Se diamo un’occhiata in giro, mi sa tanto che sono pochi. Aggiungi che la porta è stretta e tira Tu stesso le somme.”
“Ragioni e pensi come se il tempo in cui vivi non fosse un minuscolo frammento di eternità. Hai mai provato a stringere un serio rapporto di amicizia con Gesù e di ascoltare la sua parola con umiltà, senza contestare, senza tirare sempre in ballo le vostre miserie che voi stessi vi procurate? Hai mai chiesto a Gesù un colloquio a tu per tu per farti spiegare quello che non riesci o non vuoi capire? La Scrittura parla di Dio come contraddizione. Quando si parla di guerra vuol dire che vi sono almeno due contendenti. Ognuno cerca di vincere. Gesù con l’amore ed il perdono, l’uomo con la forza e la violenza. Si tratta dell’eterna lotta tra bene e male. Sostenere che a vincere sarà il male è come se dicessimo a Dio: (Mi perdoni!) “Tu vali poco”. Sarà il bene ad avere il sopravvento. Si avvereranno le parole di Gesù: Quelli che hanno fatto il bene usciranno dai sepolcri e risorgeranno alla vita; quelli che hanno fatto il male risusciteranno per la condanna. ( Gv. 5, 29). Da queste parole si capisce che il bene sta nelle vostre mani, come il male. Quindi, ritornando alla porta, siete proprio voi a restringerla sempre di più se scegliete il male e se non vi rendete conto del significato della “contraddizione” di cui parla la Scrittura. Non è Gesù a contrapporsi. Siete voi che costruite una barriera per difendere le vostre posizioni senza pensare che, all’occorrenza, non potrete ricevere aiuto da chi sta dall’altra parte. Cioè da Gesù. Quando Papa Giovanni Palo II esortava ad aprire il cuore a Dio, a spalancare le porte si riferiva proprio all’abbattimento della barriera che l’uomo ha frapposto con Dio. La nuova alleanza si è frantumata per lasciare spazio all’isolamento dell’uomo.”
Cercavo un qualcosa per mettermi sempre di più dalla parte dell’uomo, di questa fragilità che non ha tutte le colpe. Volevo dire che il nostro frammento di eternità ci pesa, e come!, tanto da sembrare interminabile. Cosa dire, per esempio, di chi giace da anni in un letto, sofferente, con il corpo straziato da piaghe, in attesa di un traguardo che non vuole arrivare? Per noi conta il tempo, la dimensione nella quale siamo immersi, materiato di tutto. E spesso, anche nella migliore disposizione di ascolto, non riusciamo nemmeno a cogliere una sillaba di Gesù che ci parla. Affiorano sempre i dubbi, le incertezze, la cruda realtà che ci lascia dietro la barriera.
San Nicola si rese conto che mi ero smarrito.
“Cosa c’è ? Hai perso la parola?”
“Non l’ho persa. Devo dichiararti che non l’ho mai avuto. Da una parte mi rendo conto che non si può fare a meno di Gesù. Dall’altra Lo vedo così lontano da pensare che non Gli interesso per niente. Ecco perché l’altra volta Ti ho detto che, quando portavo quel Bambinello in braccio per le strade di Galatro, non pensavo che un giorno sarebbe diventato il mio tormento e l’amico di cui non avrei potuto fare a meno. Però mi accorgo che quella porta diventa sempre più stretta. “
Fuori l’aria era veramente pesante e non avevo nessuna voglia di uscire. Ma s’era fatto tardi e ci ha pensato quel tesoro di Carletto a farmi uscire. Mentre mi conduceva per mano verso l’uscita mi fece una domanda a sorpresa:
“Lo sai che ti trovo un po’ dimagrito?”
“Sto facendo una cura.”
“E perché?”
“Perché c’è una porta stretta in cui non si passa se non sei molto leggero.”
“Tu dici che io ce la faccio?”
“Hai voglia.”
“Allora facciamo una cosa: quando me lo dici tu io passo, apro dall’altra parte e tu entri. E io che faccio?”
“Resti sempre con me. Come farei senza?”
Si girava da tutte le parti in cerca di quella porta stretta. Troppo presto per vederla.
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Cordiani Carmelo: «QUANT’E’
STRETTA, SAN NICOLA ? “Abbi pazienza, mio Signore. Non solo hai
ristretto la porta, ma non si passa nemmeno sforzandosi per entrare. E allora,
cosa ci resta? Prima hai dichiarato di essere venuto a gettare fuoco sulla
terra, poi ci inviti alla conversione, altrimenti periremo tutti allo stesso
modo, concludi restringendo la porta … mi sai dire cos’altro ci aspetta? Già è
difficile capire il tuo messaggio d’amore, di perdono; quando fai queste
dichiarazioni, scusami, ci scoraggi. Possibile che tutta la partita tra Te e noi
debba svolgersi sul filo della fede? E chi non ce l’ha? Non ci lasci un po’ di
spazio anche per capirti quando il discorso diventa, per noi, assurdo?”», Galatro,
Martedì
27 Agosto 2013 |
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