Bloc-notes |
COSA VUOLE IL SIGNORE, SAN NICOLA?
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di Carmelo Cordiani
“Lo sai che, a volte, ci mandi fuori strada? Nel libro della Sapienza ( 9, 13-18 ) riconosci Tu stesso che il nostro corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. Affermi, inoltre, che a stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano. Come possiamo, allora, conoscere il tuo volere? Come possiamo stabilire una relazione con Te se non sappiamo chi sei e cosa vuoi? Addirittura, tramite Luca ( 14, 25-33 ) ci dici che se amiamo il padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli… più di Te non possiamo essere tuoi discepoli. E di chi, allora? Rimaniamo chiusi nel nostro vaso d’argilla, come si è espresso anche il tuo servo Francesco, continuamente in ansia che quella piccola fiammella che abbiamo ereditato, o ci hai dato, si spenga e restiamo al buio?”
Volevo aggiungere altro, mentre ero genuflesso davanti al Tabernacolo, ma mi interruppe, deciso, il Santo protettore.
“Ricordati che Gesù ha più volte dichiarato di essere il Figlio di Dio, che, quindi, la relazione si stabilisce tra un uomo fragile, debole, chiuso in vaso di argilla e il Figlio di Dio che ha perdonato l’adultera, ha dato la vista ad un cieco, ha guarito i lebbrosi, ha risuscitato Lazzaro, si è lasciato crocifiggere per la nostra salvezza e per dimostrare che ha sconfitto la morte. Non aveva, forse, detto: Io sono la via, la verità e la vita? E’ su questa rotta che si incontra Gesù, su questo percorso che potete conoscere chi è e cosa vuole. Vuole il vostro amore totale che non, fai bene attenzione, può sopprimere quanto dovete agli altri, al padre, alla madre, etc. Sarebbe assurdo e sarebbe, anche, il caso di rivolgerGli la domanda: Allora perché ci hai messo al mondo combinati in questo modo? Forse l’amore per il padre, la madre, i fratelli, la moglie … ce lo siamo inventato noi o non l’abbiamo ricevuto con questo involucro di argilla? Buttiamo via quello che Tu ci hai dato? Una domanda del genere metterebbe seriamente in crisi tutto il piano di Dio. Un disegno inutile, un programma inattuabile che coinvolge creature create dalle stesse mani, ma incapaci di collaborare per le mille pastoie che ingorgano il percorso e scoraggiano”.
“Mi hai anticipato la domanda che volevo rivolgerti. Infatti, se la nostra natura è quella che è, imperfetta, fragile, in cerca di certezze che non riesce a trovare, spesso avvolta nel buio totale, come si può compiere quel percorso per conoscere Gesù e sapere cosa vuole? Qualcuno deve pure aiutarci, altrimenti non sappiamo da che parte andare. Un raggio di luce, anche debole, che ci porti all’imbocco del percorso, ecco. Noi crediamo in ciò che vediamo, sperimentiamo; il resto ci sfugge e, a volte, siamo tentati di pensare che “Dio sia un’invenzione consolatoria e affascinante della mente degli uomini”, come ha scritto Scalfari nella lettera a Papa Francesco.
“Scalfari ha anche scritto di essere un non credente da molti anni interessato e affascinato dalla predicazione di Gesù di Nazareth, figlio di Maria e Giuseppe. Sono le parole di Gesù ad attirarlo e non la persona. Le parole sono pesanti e nemmeno lui, Scalfari, è convinto che per seguire Gesù bisogna distaccarsi da ogni affetto umano, bisogna prendere la propria croce, bisogna essere umili, bisogna amare il prossimo come se stessi. Macigni che tutti incontriamo nel quotidiano itinerario di vita e che cerchiamo di evitare perché ci mandano in crisi. Le parole sono altrettanto importanti come le persone che le pronunciano. Credere vuol dire principalmente avere fiducia in chi parla. Gesù stesso dice che un albero cattivo non può produrre frutti buoni, né uno buono darci frutti cattivi. Parola e persona sono tutt’uno. Ricorda il prologo del Vangelo di Giovanni: Dio è Parola.”
“Hai ragione. Per conoscere Gesù, per sapere cosa vuole, è indispensabile ascoltarLo. D’accordo che, come abbiamo già detto, la sua logica è del tutto diversa dalla nostra. Però siamo tutti convinti, Scalfari compreso, che, seguendo la predicazione del Figlio di Maria e Giuseppe, costruiremmo un mondo migliore, in cui scomparirebbero le violenze, le armi chimiche, i femminicidi, la vendita di organi espiantati a poveri innocenti e venduti come merce comune.”
“E anche i giornalisti…”
“Non esagerare! Perché, poi, dovrebbero?”
“E’ solo una battuta. In un mondo bello, reimpostato sulla parola di Gesù, non ci sarebbero editoriali contro questo o quel sistema, né cronaca sui morti ammazzati, sugli scandali dei politici ( Hai saputo che quel tale, poco Amato dagli italiani, è passato da trentunmila euro mensili a sessanta? ) o su quanto accade nelle ville dei pezzi grossi. Un mondo veramente stupendo. Sono sicuro che Gesù sarebbe più sollecitato a venirvi incontro, ad aggiungere qualcosa al discorso della montagna, a moltiplicare i pani ed i pesci, se necessario…”
“Senti,San Nicola: il discorso della montagna è già completo e Gesù non deve aggiungere altro. Per il pane e pesci dovrebbero pensarci le robuste catene alimentari che sprecano tonnellate di cibo, mentre c’è gente che muore di fame. E’ vero che a chi distrugge gli avanzi, invece di raccoglierli per i poveri, un giorno Gesù dirà: Via da Me, perche ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere…?”
“Allora metti indubbio le parole del Figlio di Maria?”
“No. Ma, tenuto conto che la misericordia di Dio non ha limiti, come ricorda Francesco a Scalfari, va a finire che ci sarà un condono generale e quella famosa porta stretta si spalancherà per tutti.”
“E cosa ci sarebbe di strano?”
“Lasciamo perdere. E’ meglio”.
Passai vicino alla vecchina che si girò per salutarmi. Risposi con un cenno della mano mentre pensavo che, tanto semplice e devota, non si era mai posto il problema se l’illuminismo avesse dato risposte alle eterne domande: Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Forse la vecchina, nella sua semplicità potrebbe suggerire qualcosa anche a Scalfari.
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Cordiani Carmelo:
«COSA VUOLE IL SIGNORE, SAN NICOLA? Lo sai che, a volte, ci mandi fuori
strada? Nel libro della Sapienza riconosci Tu stesso
che il nostro corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda
d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. Affermi,
inoltre, che a stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con
fatica quelle a portata di mano. Come possiamo, allora, conoscere il
tuo volere? Come possiamo stabilire una relazione con Te se non
sappiamo chi sei e cosa vuoi? Addirittura, tramite Luca ci dici che se amiamo il padre, la madre, la moglie, i figli, i
fratelli… più di Te non possiamo essere tuoi discepoli. E di chi,
allora? Rimaniamo chiusi nel nostro vaso d’argilla, come si è
espresso anche il tuo servo Francesco, continuamente in ansia che
quella piccola fiammella che abbiamo ereditato, o ci hai dato, si
spenga e restiamo al buio?», Galatro,
Domenica 15 Settembre 2013 |
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