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di
Umberto Di Stilo, GALATRO – L’intera comunità, senza distinzione di ceto e di ideologia, è
in lutto per la morte del prof. Bruno Marazzita, 69enne, che per 27 anni è
stato plebiscitariamente eletto a capo dell’amministrazione locale. A
seguito di un male fulmineo quanto ribelle, l’ex sindaco si è spento in un
noto ospedale di Milano proprio quando le speranze di una sua possibile
(quanto auspicata) guarigione sembrava sempre più vicina e concreta sia ai
suoi congiunti che ai suoi numerosi amici.
Il rito funebre è in programma oggi pomeriggio nella chiesa della
Montagna.
Bruno Marazzita,
che resterà nella storia di Galatro come il più importante ed il più
rappresentativo amministratore di tutto il secolo appena concluso,
ancor giovanissimo, prese il timone dell’amministrazione comunale nel 1960
e, per volontà popolare, lo tenne ininterrottamente fino alla primavera
del 1985.
Rieletto sindaco nel 1990 fu alla guida della cosa pubblica fino al 1992.
Nella legislatura 85-90 ed in quella iniziata nel maggio 2001, sedeva ai
banchi dell’opposizione. Complessivamente, comunque, Marazzita ha vissuto
da protagonista la vita politico-amministrativa galatrese degli ultimi 42
anni, restando sempre (nella buona e nella cattiva stella) a totale
“servizio” della comunità. Si, “servizio”, perché per il defunto
sindaco essere primo cittadino ha sempre significato dover soprattutto
“servire” tutti i cittadini. E fu sindaco “a tempo pieno” perché è
sempre stato a disposizione dei galatresi 24 ore su 24. Nella scuola, ove
era continuamente raggiunto dagli amministrati; nei locali del municipio
ove riceveva i cittadini fino al pomeriggio inoltrato; a casa, ove la
porta è sempre rimasta aperta perché tutti potessero entrare a qualsiasi
ora. Infatti tutti sapevano di poterlo andare a trovare a casa, per
parlare in maniera confidenziale, come Lui voleva. La sua casa,
infatti, che i galatresi da sempre conoscono come ospitale e pronta ad
accogliere chiunque abbia bisogno, negli ultimi 42 anni (ed in modo
particolare durante i 27 anni in cui è stato alla guida
dell’amministrazione comunale) è sempre rimasta aperta agli amici, ma è
rimasta aperta soprattutto agli avversari. Perché a nessuno ha mai
negato un attimo di attenzione; neppure quando era a tavola per consumare
(nelle ore più strane) i suoi frugali pasti. Uno dei grandi pregi dell’ex
sindaco, che si andava ad aggiungere all’innata modestia ed alla bontà
d’animo, era sicuramente la disponibilità a sentir tutti e l’impegno ad
adoperarsi per cercare di risolvere i problemi (anche familiari) che i
cittadini gli andavano ad esporre. Anche per questo, oltre che sindaco,
è stato soprattutto un “confessore laico”, come ebbi a definirlo in un
mio scritto dei primissimi anni ottanta.
Democristiano convinto, fu grande amico personale del ministro Misasi
e del sottosegretario Vincelli e per anni costituì preciso punto di
riferimento per tutti gli amministratori della zona. Fu tra i promotori
della comunità montana di Cinquefrondi (della quale fu il primo
Presidente ed amministratore) e tra i più battaglieri componenti
del comitato di gestione dell’USL 25 di Polistena.
Alla sagacia ed alla lunga vita amministrativa di Bruno Marazzita
vanno annoverate tutte quelle opere che hanno determinato la crescita
sociale della comunità galatrese. Una comunità che con Marazzita ha
accarezzato il sogno di potersi trasformare da contadina in turistica a
vocazione termale con la possibilità di guardare anche al vicino mare,
alle nostre pittoresche montagne ed alla costruenda diga sul Metramo per
lo sviluppo “naturale” del polo turistico. Marazzita questi sogni li ha
fatti vivere alla stragrande maggioranza dei galatresi.
Sin dal 1960, anno del suo primo insediamento a “Palazzo San Nicola”,
il prof. Marazzita, allora 27enne, si è prodigato per garantire ai
moltissimi cittadini dimoranti nelle vaste contrade dell’altipiano
comunale le strade di collegamento col centro abitato. Successivamente
le volle dotare di rete elettrica e di rete telefonica. Ma il suo
impegno in favore dei cittadini delle contrade rurali ed il suo sguardo di
illuminato amministratore non si adagiò sugli allori. Fu lui, infatti, a
sostenere che per il miglioramento delle condizioni di vita di tutti
quegli stessi cittadini era necessario realizzare (come poi fu
realizzata) anche una rete idrica in montagna.
A Marazzita, inoltre, si devono attribuire tutte quelle infrastrutture
(edifici scolastici, palazzo degli uffici, biblioteca, ostello della
gioventù, casa di riposo, asilo nido, ecc.) finalizzate a determinare la
crescita sociale dell’intera comunità.
Al nome di Marazzita,
inoltre, va attribuito ed ascritto il grande merito di aver creduto nelle
terme, di averle acquisite dai privati e di aver ottenuto 13 miliardi di
finanziamenti per la realizzazione della grande e moderna struttura che
adesso costituisce il fiore all’occhiello di Galatro e di tutto il
comparto termale calabrese e meridionale.
E’ a ben ragione, pertanto, che, nell’affidare alla storia la figura e
l’opera dell’ex sindaco, insieme ai suoi addolorati congiunti anche
l’intera comunità pianga Bruno Marazzita la cui scomparsa
costituisce una perdita incolmabile per tutti i galatresi; soprattutto per
tutti quelli che, bandendo ogni ideologia, continuavano a vedere in Lui il
loro
disinteressato e coraggioso “difensore civico”.
Ruolo, quest’ultimo, che difficilmente troverà un adeguato interprete tra
tutti gli amministratori presenti sulla scena politica locale.
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