Meditazioni

Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani.

di Padre Carmelo Gagliardi
O.F.M. Cap

Caravaggio San Tommaso


La prima lettura di questa domenica  descrive la vita dei primi cristiani di Gerusalemme dopo la discesa dello Spirito Santo.


I primi cristiani vivono davvero una vita da risorti.  La loro vita rappresenta  una rottura con la vita precedente e con quella dell' ambiente sociale e religioso che li circonda.


Sembra di essere cittadini di un altro mondo, precisamente quello che Cristo ha inaugurato risorgendo dai morti!


La caratteristica più singolare di questo mondo è l' unione degli spiriti, che si manifesta nei segni di una carità  senza limiti: si arriva perfino a mettere in comune le proprie sostanze, per aiutare chi ne ha di bisogno.  Lo scopo, infatti, della vendita dei propri beni non era tanto quello del distacco, quanto quello della condivisione, un traguardo più alto della semplice pratica della povertà, sia di spirito che effettiva, pur essa insegnata ripetutamente da Gesù Cristo.


Non siamo davanti ad uno schema di organizzazione economica, dettato da certi fini sociali da raggiungere. Siamo invece davanti ad una esperienza religiosa profonda, che ha inteso trasferire ed incarnare l'impulso della fede nella totalità dei rapporti umani. Se condividiamo la stessa fede perché non condividere anche i beni che la fortuna o la provvidenza ha dato a me più abbondantemente che ad un altro?


San Pietro nella seconda lettura esorta i primi cristiani a vivere nella gioia, pur essendo provati da sofferenze e persecuzioni di ogni genere, perché il Cristo Risorto dà loro fiducia e speranza, anche se essi non Lo hanno visto: "Voi lo amate, pur senza averLo visto; ed ora senza vederLo credete in Lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime"  ( 1 Pt 1, 8 ).


Il brano del Vangelo consta di due parti nettamente distinte e, nello stesso tempo, intimamente collegate fra di loro per l' identico clima pasquale che le avvolge.


La prima parte descrive l' apparizione di Gesù ai Suoi Apostoli nel giorno stesso di Pasqua: "La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei giudei, Gesù si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".  Detto questo, mostrò loro il costato e le mani.  I discepoli gioirono mentre Gesù disse loro nuovamente: "Pace a voi!".  Come il Padre ha mandato me, anch' io mando voi".


Dopo avere detto questo, alitò su di loro e disse : "Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimettete i peccati, saranno rimessi. A chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".


San Giovanni è interessato a dire ai lettori del suo Vangelo che il Cristo Risorto non è diverso dal Gesù che gli uomini hanno appeso al legno della croce: per questo Egli spontaneamente mostra agli Apostoli "le mani ed il costato".


Nella seconda parte del brano evangelico viene descritta una seconda apparizione di Gesù ai dodici, provocata dall' incredulità di Tommaso: "Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù.  A porte chiuse si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".


Poi disse a Tommaso: "
Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani.  Stendi la tua mano e mettila nel mio costato. Non essere più incredulo, ma credente!'.


Rispose Tommaso : "Mio Signore e mio Dio".


Gesù gli disse: "Perchè mi hai veduto, hai creduto.  Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!".


È una risposta di Gesù alla sfida di Tommaso: non però in termini di contro-sfida, ma di amore e benevolenza.


La confessione di fede di Tommaso: "Mio Signore e mio Dio" esprime oltre ad una adesione di fede anche e più, un affidamento radicale a Cristo, perchè sia ora e per sempre il vero Signore della sua vita. 

New York, Domenica 7 Aprile 2002
Seconda Domenica di Pasqua