Meditazioni

«Tu sei la Luce per illuminare le genti e la gloria del popolo di Israele»
 

 
di Vincenzo La Gamba



Secondo la prescrizione della legge di Mosè (Es 13, 11-13), quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria "portarono il bambino a Gerusalemme per offrirLo al Signore".

Il verbo diviene carne essendo Gesù il Redentore dell'uomo e della storia. Rievocando l' odierna prima lettura, tratta dal profeta Malachia (3, 1-4), e la seconda rivolta agli Ebrei  (2, 14-18), il Bambin Gesù è il giudice escatologico promesso dai profeti (Mc 3, 1-3), cioè il "sommo sacerdote misericordioso e fedele" venuto ad "espiare i peccati del mondo" ( Eb 2, 17).

Fatta questa premessa è importante dare il significato della festa che ricorre oggi, ovvero la Presentazione di Gesù al Tempio. Dal punto di vista liturgico è molto significativo perchè al momento di riconoscere Gesù Bambino, nato da quaranta giorni, come il Messia, il profeta Simone preannuncia lo stesso destino del Messia: "Egli è qui per la rovina e la Risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizioni, perchè siano svelati i pensieri di molti cuori". A ciò si aggiunge la profezia di Simone nei confronti di Maria: "Anche a te una spada trafiggerà l' animo".

È interessante a questo punto celebrare la nascita di Gesù dopo quaranta giorni e la profezia che avviene trentatre anni dopo, cioè la morte e Risurrezione del Redentore  per la salvezza del mondo intero.

Come festa, quella odierna, è molto suggestiva perchè viene arricchita da una speciale processione, in cui la "Luce" dei ceri e delle candele equivale al simbolo di Cristo, "Luce vera". Fu istituita d Papa Sergio I .  Comunemente si chiama la Festa della " Candelora" .

È Simone che, andando incontro al Messia, lo prende in braccio ed esclama: "Tu sei la Luce per illuminare le genti e la gloria del popolo di Israele " ( Lc 2, 32).

Continua così il tema di Cristo "Luce", che solennizza il Natale e l'Epifania.

Ma in verità dal Vangelo odierno viene un messaggio che dovremmo cogliere al volo, che è quello di tenere in braccio il Bambin Gesù per illuminare la nostra vita, irta di difficoltà, che senza la sua "Luce" diverrebbe buia, quindi desolata, stressata  e triste.

Solo quando troveremo la via, saremo in grado di restituire il Gesù, dalle nostre braccia ed adagiarlo sul seno di Maria, sempre Vergine e Madre Nostra.

Bisognerebbe adorare Gesù Bambino nelle  nostre case e nelle nostre nelle famiglie tutto l'anno e non  per pochi attimi, cosi come fece Simone.  Ma Simone era un profeta. Noi no!  Siamo credenti e per tale motivo dobbiamo sentire dentro l'amore che proviamo per il tenero Bambinello.

Per chi ha poi il dono delle vocazioni, è necessario fare recepire a tutti l'altro importante messaggio: quello della solidarietà, speranza e pace.

Celebriamo. infine, il mistero della  "Consacrazione": quello di Cristo, di Maria e di Giuseppe e di tutti coloro che seguono Gesù per amore del Regno di Dio.

Questa festa ci rende diretti protagonisti,  perchè chiamati ad essere le  genti la cui " Luce" di verità e giustizia deve essere, soprattutto,  una grande testimonianza di pace, sia interiore che esteriore.

Cantava San Francesco di Assisi: "Signore, facci strumento della Tua pace". Questo è il migliore modo per esternare la nostra fede specie in questo momento in cui spirano venti di guerra  e la pace è in pericolo.  Ma essendo il nostro Bambin Gesù, il "simbolo" della pace mondiale,  è logico almeno impegnarci con più dedizione a questa causa,  per intervenire sulle radici dei conflitti ed edificare una pace durevole. Sarà in grado di fare ciò la Chiesa Cattolica Romana?

Giovanni XXXIII ci ha insegnato, attraverso la sua Enciclica "Pacem in terris", scritta esattamente quartant'anni fa, che "se vogliamo la pace, dobbiamo costruire la pace".

Ed ancora: Giovanni Paolo II, nell'omelia dello scorso anno, in occasione dell'odierna ricorrenza liturgica, ha esaltato "le comunità contemplative, interamente votate all'orazione, le quali bussano notte e giorno al cuore del Dio della pace, cooperando alla vittoria di Cristo sull'odio, vendetta e struttura del peccato".

La Chiesa promuoverà sempre la pace come il bene comune che è il "sale" e la "luce" dell' intera umanità.

Ad esse si aggiunge, oggi, il "lievito di speranza", ingrediente principale per "contemplare- come ha detto Giovanni Palo II - il volto di Cristo, ripartire da Lui e con Lui camminare"  verso i sentieri che conducono alla pace.
 

 

Meditazioni: «Tu sei la Luce per illuminare le genti e la gloria del popolo di Israele»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 2 Febbraio - Presentazione di Gesù al Tempio