Meditazioni

Chi avrà dato
anche solo un bicchiere d' acqua fresca ...
 

Vincenzo La Gamba

A volte ci sono dei Vangeli che sono difficili da interpretare.

Perchè vedete, queste parole del Signore: “Chi ama il padre, la madre, il figlio o la figlia più di me, non è degno di me!" sono difficili da commentare, perchè ci domandiamo: ma allora, chi potrà essere degno di te, o Signore? Non sono queste le persone più care che tu ci hai dato, indispensabili ed utili a tutti?

E la Tua pretesa, così alta, che cosa vuole da parte mia?  Che rinunci agli affetti più cari?  Non penso.  Quello che più è reale, è che il Signore non instaura certamente una competizione affettiva, una gara di emozioni, una richiesta rivolta a tutti.

Quello che traspare, invece, è che chi è chiamato a servirlo deve rinunciare a tutti gli affetti, perchè tutta la loro vita a Lui deve essere consacrata.

Parliamo, ovviamente, di sacerdoti, di missionari, di suore che per unirsi a Lui che amano, devono lasciare "il padre, la madre!."

Perchè, vedete, il mondo di Dio non coincide con il cerchio della famiglia. Così come la buona novella, la croce, la vita eterna, una storia di pace  giustizia e solidarietà, si possono spiegare o si costruiscono interessandosi solamente della propria famiglia.

Bisogna sapere accogliere nel cerchio, perchè accogliere, spezza l' intera ripetizione di ciò che è già stato.
Si  risente l' eco delle parole di Gesù nel tempio, quando all' età di dodici anni, disse ai presenti: "Non sapevate che devo interessarmi delle cose del Padre mio? Chi avrà perduto la sua vita, per causa mia la troverà!.
Perdere la vita, non significa farsi ammazzare: una vita si perde come si perde un tesoro, donandola.
Mi viene subito in mente l' atto eroico di Nicola Calipari, l'agente segreto italiano, che per salvare la giornalista Sgrena, ha sacrificato la sua vita per proteggerla dal fuoco "nemico" dei soldati americani. La sua giovane vita è stata data in dono a Dio con un atto di solidarietà umana, che ha scosso e commosso il mondo intero.
Gesù parla di una causa per cui vivere, vale più della stessa vita. Come ha fatto Lui, che ha sacrificato la propria vita per il bene tutto dell' umanità, per redimerci dal peccato, per la nostra salvezza.

È da rilevare, comunque, che a noi, spaventati dall' impegno di donare la nostra vita ad altri o per gli altri, e di avere una causa che valga più di noi stessi, Gesù aggiunge una frase dolcissima: "Chi avrà dato anche solo un bicchiere d' acqua fresca non perderà il premio". Come dire, facendo opere di bene a favore degli altri, io vi premierò, perchè meritate il mio amore e la mia benevolenza.

Se analizziamo bene, la croce ed un bicchiere d' acqua, il dare tutta la vita, oppure dare un "qualcosina" agli altri, sono i due estremi di uno stesso movimento.

Un gesto che anche l'ultimo degli uomini può compiere, però un gesto vivo, significato da quell' aggettivo così evangelico: "fresca".

Acqua fresca deve essere, vale a dire procurata con cura, l' acqua migliore che abbiamo, un' acqua con dentro l' eco del cuore.

Dare la vita non è la stessa cosa di dare un bicchiere d' acqua fresca.  Notate quanto è bello questo concetto pedagogico.  Non c'è nulla di troppo piccolo per il  Vangelo, perchè nulla vi è autenticamente umano che non trovi eco nel Regno dei Cieli.

Mentre l' uomo è superficiale e bada più alle apparenze che ad altro, Dio guarda negli abissi del cuore.  È lì che nasce l' amore verso di Lui, ma è anche vero che tutto il Vangelo può essere pure "in un bicchiere d' acqua fresca".
 

Meditazioni: «Chi avrà dato anche solo un bicchiere d' acqua fresca ...»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 26 Giugno 2005 - XIII.ma Tempo Ordinario