Meditazioni

Le nostre contraddizioni del cuore
 

Vincenzo La Gamba

C'é una frase conclusiva, comune alle due parabole di questa domenica e di quella prossima, che svela il segreto intendimento di Gesù: "Perché vi dico: vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato ad un popolo che lo farà fruttificare" (Mt. 21, 41).

La domanda posta da Gesù é la seguente: "Chi é allora il vero destinatario della promessa? Il vero credente?" 

L' odierna  parabola del padre e dei due figli deve essere letta in questa prospettiva.

Molte volte, anzi il più delle volte, noi non siamo in sintonia con Dio o se lo siamo, si può verificare in forma solo apparente. Insomma si verifica una forma di obbedienza disobbediente, perché non tocca le radici del nostro cuore e non cambia la nostra esistenza.

Però é talmente vero che coloro che hanno deciso di seguire Cristo, senza reticenze, si riscatteranno ed avranno la precedenza nel Regno dei Cieli.

La parabola ci fa capire quanto sia anche per noi reale il pericolo di partecipare alle celebrazioni liturgiche senza mai diventare veri cristiani.

Succede che coloro i quali, in apparenza, sono i più docili al Vangelo e alla Chiesa tradiscono, nei momenti difficili, più facilmente la loro fede, mentre coloro i quali assumono un atteggiamento critico nell' ora della verità, comprendono che la FEDE é OBBEDIENZA alla Parola di Dio.

Nel Vangelo odierno narrato da Matteo, si racconta di un uomo che ha due figli. E noi potremmo aggiungere di un uomo che aveva due cuori. Perché quei due figli sono il nostro cuore diviso. Un cuore positivo ed un negativo, un cuore che "dice" e l' altro che "si contraddice". Come ci ha insegnato San Paolo, anche noi constatiamo che "io faccio quello che non vorrei e il bene che pure vorrei fare non riesco a farlo".

Quello di Matteo é un Vangelo delle contraddizioni, di quelle contraddizioni che si verificano nella nostra quotidianità, quella quotidianità in cui ci si incammina per vie tortuose perché siamo noi a non prendere la via tutta diritta, rettilinea. Per capirci meglio é come quello che trova sempre il pelo nell' uovo. Si impunta su una virgola, non al suo posto giusto, per trovare il pretesto di farne un processo, mentre  tralascia il contenuto di un tema, la cui virgola é irrilevante.

Nel caso della parabola il padre dice ad uno dei figli: "Va a lavorare oggi nella vigna".  Il figlio risponde: "Sì, signore"; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: "Non ne ho voglia; ma poi pentitosi, ci andò.

Chi dei due ha compiuto  la volontà del padre?  I principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo, a cui é diretta la parabola di Matteo, dissero: "L' ultimo".

E Gesù disse loro: "In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio". 

Conclude Gesù: "É venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete  nemmeno pentiti per credergli".

Nella domanda: "Chi dei due figli ha compiuto la volontà del padre?", l' alternativa reale si consuma non al rapporto delle parole del padre, ma in rapporto alla vigna.  Cioé la volontà del padre non é tanto l' ubbidienza dei figli, quanto come la vigna deve essere curata, coltivata e custodita dai due figli. 

Volontà del padre non é, dunque, essere ubbidito, ma la sua volontà é di "trasformare" una porzione di selva in vigna ed i rovi in vendemmia.

L'alternativa ultima é tra una vita inutile perché sterile, ed una vita di opere fruttuose, perché feconda.  Per esempio: del seme che diventa albero, della prostituta che diventa una donna per bene, di due cuori che diventano uno.

Volontà di Dio é tutto ciò che costruisce l' uomo nella sua pienezza.

Sua legge é tutto ciò che costituisce l' uomo in umanità.
 

Meditazioni: «Le nostre contraddizioni del cuore»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 25 settembre 2005 - XXVI.ma Tempo Ordinario