Meditazioni

Non sono venuto per  essere servito, ma per servire

 

di Vincenzo La Gamba

Non è strano riscontrare quanto Giovanni fosse attaccato al Maestro. È strano invece quello che viene raccontato nell'odierno brano domenicale da Marco.

Giacomo e Giovanni, a causa della loro intraprendenza e decisione, chiedono a Gesù: "Concedici di sedere nella Tua Gloria uno alla Tua destra ed uno alla Tua sinistra". Come dire: fai di noi due privilegiati. Giusta la reazione di sdegno degli altri Dieci. Infatti un simile modo di agire, in una qualsiasi comunità, può solo suscitare rancori e gelosie.

Gesù, però, sfrutta la domanda dei due Discepoli per "fare scuola" a tutti e Dodici.  Presenta quindi il Suo programma-progetto: "Il più grande - egli dice - è il servitore. Il primo è colui che si mette a servizio della comunità".  
Egli giudica sullo stile di servizio: ha dato l'esempio (lavanda dei piedi nella cena pasquale). Prima di ogni cosa,  Egli invita loro di essere degni Suoi discepoli con i fatti e non con le parole soprattutto perchè Gesù ritorna sul dovere dell'umiltà e del servizio. Gesù non si mette nella logica dei grandi di questo mondo: "Non sono venuto per essere servito, ma per servire". Così parla Gesù nel Vangelo odierno.

Oggi è la Chiesa, a cui apparteniamo noi battezzati, che ha una regola uguale per tutti: servire e dare la vita.  Chi è, quindi,  un buon cristiano è pure un buon servitore e discepolo di Gesù Cristo.

È indubbio che nel Cristianesimo attuale ci sia una maggiore coscienza della Chiesa come comunità di servizio, anche se ci possono essere gruppi nei quali questa coscienza è diminuita o non esiste di  fatto.

Questa coscienza è una grande ricchezza della Chiesa del nostro tempo.

Il caso più tipico è quello di Madre Teresa di Calcutta, perchè Ella ha incarnato il vero messaggio di Gesù: cristiana e servitrice.

Non solo, ma per servire bisogna soffrire. Spiritualmente il servizio può essere una sorgente di gioia, ma la sofferenza, con i suoi diversi aspetti, non è assente dal servizio stesso. Non è facile servire soffrendo, ma per la Beata Madre Teresa di Calcutta nulla è stato impossibile, grazie alla Parola di Dio che ha sempre vivificato il Suo Spirito, grazie all'energia che Le veniva dal Pane Eucaristico, grazie ad una fede gigantesca attraverso la quale Lei è riuscita a fare scoprire Gesù Cristo al mondo, in un momento in cui il mondo aveva bisogna di Madre Teresa, come  figura carismatica, caritatevole ed umana a cui aggrapparsi, per trovare Cristo vivo e presente tra di noi.

 

 

Meditazioni: «Non sono venuto per  essere servito, ma per servire»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 22 Ottobre  2006 -  XXIX.ma Tempo Ordinario
 

Vangelo quotidiano: Domenica 22 ottobre 2006

Mc 10, 35-45
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».