Meditazioni

Gesù, cosa vuoi che facciamo per Te

di Vincenzo La Gamba

Anche se può sembrare una domanda inutile: "Che vuoi che Io ti faccia?", è sempre un interrogativo che chiede una risposta affermativa. Per chi è sordo è chiaro che vuol sentire. Per chi non ha voce è chiaro che vuole parlare. Per chi ha una brutta malattia è chiaro che vuole guarire.

Nell'odierno Vangelo di San Marco, Bartimeo, figlio di Timeo, cieco sin dalla nascita, dice: "Gesù abbi pietà di me!".  Egli di rimando risponde: "Cosa vuoi che ti faccia?".Il cieco a Lui: "Rabbunì, che io abbia la vista!". E Gesù gli dice: "Và, la tua fede ti ha salvato!".  Il senso di questo miracolo sta nel fatto che Bartimeo non credette perchè fu guarito, ma fu guarito perchè ebbe fede.  

La fede è condizione essenziale ed importante per riconoscere Gesù, perchè Gesù non è un Rabbino qualunque, Gesù è in comunione con Dio, per cui quello che Gli chiede Lo ottiene a beneficio delle persone. Gesù, senza dirlo, opera dei miracoli. La fede si manifesta qui nel seguire Gesù, nel senso di diventare Suo discepolo. Il cieco guarito è simbolo dell'uomo che si lascia "illuminare" e diventa discepolo di Gesù.

La conclusione di tutto è la scoperta della vera "luce":  si può  "vedere" e scegliere bene la strada da percorrere. Il cieco decide di seguire Gesù che ha scoperto come valore della sua vita. La scoperta è solo l'inizio di un cammino che impegna tutta la vita. Essere discepoli di Gesù, non significa esserlo solo alla domenica a Messa, ma giorno per giorno fino all'incontro finale con Lui, nel Suo Regno, in una gioia senza fine. Non Lo vedremo con "occhi annebbiati", come dei ciechi appena guariti, ma lo potremo guardare in faccia con gioia e trepidazione. C'è, in verità, molta cecità negli esseri umani di fronte all'ingiustizia della sofferenza, come se il non soffrire fosse la vetta della perfezione umana. A molti i piedi si fanno di cemento armato davanti alla sola idea di camminare con Cristo, in Cristo e per Cristo.

Si é troppo svogliati per mettersi in cammino e trovare la "luce" della nostra esistenza. Siamo troppo rigidi. Non permettiamo che Qualcuno ci "apra gli occhi". Preghiamo il Signore, che ci conceda a tutti noi cristiani di ripetere qualche volta: "Signore, fa di tutto perché io Ti veda!. Perchè vedendo io creda e credendo segua fermamente i Tuoi passi verso la Croce".

Seguiamo Cristo, perchè essere un buon cristiano significa trasparenza di Gesù per gli altri. Siamo noi tutti cristiani, trasparenza di Cristo? Siamo noi trasparenza di Cristo nella nostra società, comunità, famiglia, parrocchia? Imitiamo o piuttosto deformiamo il Nostro Cristo?  "Cosa vuoi che Io ti faccia?", non è, dunque una domanda inutile. Gesù l'ha detta al cieco che l'ha guarito.

La nostra domanda dovrebbe essere: "Gesù, cosa vuoi che noi facciamo per Te?".

 

Meditazioni: «Gesù, cosa vuoi che facciamo per Te»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 29 Ottobre  2006 -  XXX.ma Tempo Ordinario
 

Vangelo quotidiano: Domenica 29 ottobre 2006

Mc 10, 46-52
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.