PRENDI IL LARGO E GETTA LE RETI
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di Vincenzo La Gamba Non è un puro caso che il Vescovo della Diocesi di Brooklyn e Queens, Sua Eccellenza Nicholas Di Marzio, abbia scelto per la sua missione vescovile della zona metropolitana, il motto latino "Duc in altum", che nella libera traduzione italiana significa "Prendi il largo e getta le reti per la pesca". Il Vescovo Di Marzio, nella sua funzione di Capo di una Diocesi, che è nota negli States per la sua "diversità" di gruppi etnici (circa 29), si rifà al Vangelo di Luca (5,1:11). Egli ha detto più volte che la sua missione è quella di "calare le reti nella profondità assoluta, onde divenire, in Brooklyn e Queens, pescatore di anime". Il brano evangelico odierno ci ricorda appunto questo. Chi "segue" gli insegnamenti di Gesù e "prosegue" nella strada da lui insegnata agli apostoli diventerà "pescatore di uomini". Gesù, mentre la folla gli fa ressa attorno, osserva un gruppo di pescatori che, in disparte, sta riponendo le reti. Stanchi, dopo una notte insonne, le reti vuote, tornano a casa senza niente. Gesù sale su una delle loro due barche vuote, si introduce con delicatezza in quell’atmosfera di totale fallimento, e prega Simone Pietro di staccarsi un pò dalla riva. Lo "prega" (notate la finezza del verbo scelto da Luca). Infatti, nel momento dei nostri fallimenti, quale parola ci dà più energia e speranza? Un comando? Una imposizione? O non invece qualcuno che ti prega? In quello dei pescatori, intravediamo tutti i nostri fallimenti, le scelte sbagliate e i giorni inutili, i peccati ricorrenti. Eppure Gesù sale, come ci narra l’odierno Vangelo, anche sulla nostra barca, sulla barca della nostra vita, che è vuota, e ci "prega" di ripartire, di lavorare per Lui; ci affida un nuovo mare: «Prendi il largo e getta le reti per la pesca». Sulla Sua parola, la getteremo. Questa fu vera fiducia, che genera il miracolo. E che miracolo: una quantità enorme di pesci. Simone Pietro prende paura. Lo stupore per le barche che quasi affondano cariche di quel piccolo tesoro, per quel Rabbì che ha gesti e parole che risvegliano la vita, lascia il posto al timore: Dio si è avvicinato ma Simone Pietro ha paura. Tantissima paura. Lo allontana: «Allontanati da me perché sono solo un peccatore». Come possiamo stare vicino a Dio, se siamo tutti peccatori? Come possiamo annunciare il Vangelo con tutti i nostri peccati addosso, che si ripetono e si rincorrono. Riflettiamo sulla reazione del Signore, che è bellissima: non dice che non è vero. Nel contempo non vuole umiliare Simone Pietro. Gesù pronuncia una sola parola: "Non temere". Il peccato, antico quanto la creazione del mondo non viene, certamente, annullato ma non dobbiamo per questo allontanarci da Gesù, evitare la Sua presenza, non impegnarci con Lui. Gesù, come ci racconta oggi Luca, ci dà fiducia. Cosa desideriamo di più? Fondamentalmente quella barca rappresenta il percorso della Chiesa nei secoli: nonostante tutti gli sforzi, può restare vuota (la crisi delle vocazioni è una fatto reale). Fidarsi ed avere fiducia della parola di Gesù la rende traboccante e supera le crisi, anche quelle più acute. Quando una barca resta vuota è come se la nostra vita non ha più un senso. Fa più senso, invece, stare sulla stessa barca con Gesù come capitano: laici, religiosi, sacerdoti, missionari, suore, vescovi e Papa; tutti impegnati nella missione della Chiesa; tutti ad essere luce e sale della terra; tutti ad essere testimoni della Risurrezione di Cristo.
L’amore verso Gesù non costituisce, dunque, potere o
prestigio. Privilegio, sì. Perchè Gesù è la persona più desiderabile
che si possa incontrare per noi cristiani. E quando Egli ci "invita
a prendere il largo e calare le reti", significa che ci vuole
privilegiare del Suo amore, un amore più profondo di quelle stesse
reti che toccano gli abissi del mare |
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Meditazioni: «PRENDI IL LARGO E GETTA LE RETI», Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica Domenica 4 Febbraio 2007- Quinta Tempo Ordinario | |
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