Meditazioni

Il mistero della misericordia di Dio passa attraverso il sacrificio

 

di Vincenzo La Gamba

Il messaggio di questa domenica è semplice, ma non facile da assimilare per la nostra natura umana, ferita dal peccato. Le letture esprimono chiaramente che il mistero della salvezza, il mistero della misericordia di Dio, passa attraverso il sacrificio e la rinuncia di sé.

Il profeta Zaccaria ci parla di come le genti guarderanno a Dio. Lo guarderanno cercando la salvezza, perché nell´uomo molti dubbi si agitano, insieme a molte sofferenze e rimorsi. È il mistero della grandezza e della piccolezza dell´uomo. Grande perché è creatura di Dio, fatta a sua immagine e somiglianza, piccolo perché ha abusato della sua libertà e perché si è reso schiavo del peccato. L´uomo, dunque, fa ritorno a Dio che può salvarlo, torna da Lui aspettandosi compassione e misericordia, perdono e salvezza.

Il vangelo di Luca ci ricorda una verità fondamentale e paradossale della vita cristiana: se vogliamo vivere, dobbiamo morire. È Cristo stesso che ce ne dà l´esempio. Nessuno gli toglie la vita, Egli la offre da se stesso, ha il potere di darla e di riprenderla.

Egli dice ai suoi apostoli che è necessario che egli soffra, che sia rifiutato dai capi del popolo, che sia crocifisso e che resusciti al terzo giorno. Ma i suoi apostoli non riescono a capire una lezione tanto grande. In realtà, la croce si erge di fronte all´uomo come un ostacolo, come qualcosa che contraddice la sua felicità, che non ha nulla di aggraziato, né di desiderabile. Come accettare, dunque, la croce della propria vita? L´unica risposta è "guardare Cristo", contemplare in Lui l´amore del Padre che offre il Figlio Unigenito per amor nostro. E fare una profonda meditazione sul suo amore, sulle sue sofferenze, sulla sua donazione per amor mio, fatta a noi personalmente e individualmente per poter, così, farci poi carico della nostra propria croce.

Cioè prendere parte alla croce di Cristo, per amore. Scoprire che la nostra croce quotidiana, quella che ci fa soffrire nel segreto del nostro cuore, è la nostra via per il cielo ed è il nostro contributo all´opera di salvezza. Cristo ha voluto che noi, individualmente e personalmente, restiamo associati alla sua croce di salvezza. Tentiamo in questo giorno speciale di volgere lo sguardo alla croce che Dio ha posto sulle nostre spalle — perché in realtà ogni uomo porta la propria croce — e cerchiamo di scoprire l´amore racchiuso in essa e l´amore che noi possiamo dare nel portarla.

In un mondo come il nostro, parlare di rinuncia personale è sfidare la corrente. In realtà, tutto ci invita al massimo comodo, a ciò che è più rapido, più piacevole, ciò che produce più piacere. È l´attuale modo di vivere. Tuttavia, la vita cristiana, senza respingere il valore di tutto ciò che di buono e di bello c´è nel mondo, ci insegna a rinunciare a noi stessi, cioè a dominare le nostre intime passioni e ad incanalarle per scopi buoni e santi. Non è possibile educare la gioventù senza fare un allenamento della forza delle passioni, delle emozioni, dei sentimenti e degli appetiti naturali.

 

Meditazioni: «Il mistero della misericordia di Dio passa attraverso il sacrificio»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 17 Giugno 2007 - XI.ma Tempo Ordinario 
 

Domenica 17 giugno 2007

Lc 7, 36 - 8, 3
Dal vangelo secondo Luca
[In quel tempo, uno dei farisei invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».]
In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.