Meditazioni

Chi  vuole essere primo, sia il servo di tutti

di Vincenzo La Gamba

Nel Vangelo odierno  sentiamo dire a Gesù: "Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà  esaltato".  

Dice questa frase ad un banchetto al quale partecipa di persona. Allora come ora l'umiltà non era di moda. Molti non sanno dove stia di casa, casomai dovessero ricorrere a cercarla, per usarla. È vista come un atteggiamento da minorenni al contrario dell'uomo che ha successo, pesta i piedi a tutti pur di arrivare primo e non ha rispetto per gli altri.

Umiltà è anche semplicità, perchè Gesù nel Vangelo di Marco (9, 35) ha avvertito tutti: "Chi  vuole essere primo, sia il servo di tutti".

Ma come può un servo  arrivare il primo, proprio perchè è servo? In questo caso essere servo  significa adoperarsi per il Signore. Ma anche gli Apostoli di Gesù non  avevano, al principio, capito cosa significasse. Pensavano tutti che il Regno di Dio era un Regno politico. Ecco perchè ambivano ad arrivare  primi. Se non arrivi primo in politica non hai potere. Ma non nella nostra religione: se arriva il primo è perchè sei il primo tra i servi del  Signore, che riconosce la distanza che lo separa dal Suo  Maestro.

Vale la pena ricordare cosa scrisse Santa Teresa d'Avila al riguardo dell' umiltà: "Una volta stavo  considerando per quale ragione il Signore fosse tanto amante della virtù  dell'umiltà, e pensai che era perchè Dio è somma Verità.

Infatti l' umiltà  è camminare nella verità".

Parole solenni ma semplici che hanno un significato profondo proprio perchè la verità è  semplicità. Per capire questo, cioè per essere umili e camminare nella  verità della nostra stessa condizione, abbiamo bisogno di essere poveri di  spirito davanti a Dio. Che significa? Vuol dire essere vuoti di noi stessi per essere riempiti del Suo Spirito, sapendo che tutto nella nostra vita è grazia e dono.

È questo il concetto del  famoso discorso delle Beatitudini, che esalta "i poveri di spirito" che poi  diventano "ricchi" in virtù del loro amore verso Dio.

Nel brano evangelico di questa domenica la proposta di Gesù ai commensali, non è (come  potrebbe sembrare) semplice regola di buona educazione o di buone maniere ma si  tratta piuttosto di un atteggiamento religioso che ha relazione con il posto del  banchetto nel Regno di Dio.

Nella scala di posti che  Gesù stabilisce nella comunità cristiana è ribadito ancora una volta: il primo è l'ultimo, quello di chi serve. L' umiltà e la semplicità costituiscono una scelta fondamentale del discepolo che vive in fratellanza "lo spirito del  Regno".

Se fossimo capaci di seguire e praticare il Vangelo di oggi "sine glossa" (senza note, nè  commenti), secondo lo stile di San Francesco d' Assisi, cominceremmo a  progredire sulla strada del Regno di Dio.
 
Meditazioni: «Chi  vuole essere primo, sia il servo di tutti»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 2 Settembre - XXII.ma  Tempo Ordinario 
 

Domenica 2 settembre 2007
Vangelo Lc 14,1.7-14
Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

 Dal Vangelo secondo Luca
 

Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato".
Disse poi a colui che l'aveva invitato: "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".