Meditazioni

NON MAESTRI MA TESTIMONI DI GESU’

di Vincenzo La Gamba

Ci siamo lasciati alle spalle il periodo natalizio e incomincia, da questa domenica, il tempo ordinario della liturgia domenicale.

Tempo ordinario significa fondamentalmente che non è segnato da grandi feste, ma scorre regolare, ritmato solamente dalla festa settimanale della domenica.

Se riflettiamo bene anche la vita rientra nella quotidiana ordinarietà. Tutto è normalmente ordinario: il lavoro, la scuola, le faccende di casa, il tempo libero, andare in treno od in macchina, fare esercizi fisici o spirituali, pranzare, cenare ed andare a letto e dormire.  È un ciclo ordinario di cose nell'ordinarietà delle cose. Può capitare, come spesso succede, che l'ordinario diventi noioso, ridondante, ripetitivo, insomma insopportabile. Non vi è mai capitato?

La stessa cosa è capitata a Giovanni il Battista, a cui la vita pareva molto ordinaria: aveva predicato il Vangelo di conversione nel deserto per anni. Aveva battezzato numerosissima gente sulle rive del Giordano. Aveva atteso ed invocato la venuta del Messia. Nella sua ordinarietà era diventato insopportabile, nel senso che, per alcuni, egli stava cominciando a dare i numeri, perchè il Messia (che egli predicava fosse vicino alla venuta), tardava invece a venire. La gente dubitava della sua credibilità; anzi la gente pensava che egli fosse pazzo. Invece... un bel giorno Giovanni (figlio di Elisabetta, quindi primo cugino di Gesù), lo vede e gli dice: "Ecco l' Agnello di Dio; ecco Colui che toglie i peccati del mondo".  Si passa, quindi, dall' ordinarietà delle cose, alle straordinarietà delle cose. Siamo di fronte ad un "SuperMan", in chiave prettamente moderna?  Non direi. La frase: "Agnello di Dio", è molto ricca di risonanze bibliche, con riferimento all'agnello pasquale in occasione della liberazione d'Egitto ed anche ai sacrifici abituali di agnelli nel tempio di Gerusalemme per l'espiazione dei peccati del popolo.

Anche a Giovanni, autore del brano evangelico di oggi, tutto questo sembrava ordinario: lo stesso Gesù di Nazareth, all'inizio gli era parso troppo ordinario, al punto di non riconoscerlo per quello che davvero era. "Io non lo conoscevo", ripete Giovanni nel Vangelo di questa domenica (GV 1, 29-34). Chiariamo subito: soltanto all'inizio, perchè d'un tratto Giovanni apre gli occhi, e riconosce in quel Gesù, così ordinario e normale, il Figlio di Dio: "ed io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio".

Va da sè che si passa da una cosa ordinaria ad una cosa "straordinaria". Ecco: la presenza del Figlio di Dio è la straordinarietà della nostra vita. La Sua presenza nei nostri cuori è un fatto straordinario, proprio perchè può accadere di incontrare Dio nell'ordinario. 

Soltanto questo è scritto, soltanto questo è necessario: fare il Suo volere. E cioè: faticare ogni giorno, nell'ordinario, ma con occhi attenti per scoprire lì lo Spirito di Dio, al modo di Giovanni, che lo ha scoperto in Gesù di Nazareth.

Quando si scopre Gesù si scopre il Servo del Signore per eccellenza e l'Agnello sacrificale per antonomasia.

Oggi parliamo di evangelizzazione. Poche settimane fa il Cardinale Dulles, teologo di prim'ordine, che insegna alla Fordham University del Bronx, ha detto che non abbiamo più bisogno di  "maestri", ma di " testimoni di Gesù". 

Sta in questo anche la straordinarietà di Dio, perchè come testimoni, dobbiamo mostrare nella nostra esistenza di battezzati e di credenti, che Gesù ha vinto il peccato della nostra vita, perchè Egli ci ha resi Figli di Dio ed abbiamo adottato i suoi sentimenti  e testimonianza evangelica.

Saremo capaci, senza saperlo, di amare questo tempo così ordinario in cerca della straordinarietà del Figlio di Dio?
 

Meditazioni: «NON MAESTRI MA TESTIMONI DI GESU’»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 20 Gennaio  2008 - II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
 

Domenica 20 Gennaio 2008

Vangelo Gv 1,29-34
Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.
 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».