Donna, davvero grande è la tua fede!
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di Vincenzo La Gamba È un Vangelo durissimo quello raccontato da Matteo questa domenica. Una donna, sofferente per la figlia ammalata: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Lei chiede a Gesù un miracolo. Ma Gesù, non le rivolge nemmeno la parola. Una durezza confermata dal giudizio dato agli Apostoli, preoccupati dalla sceneggiata fatta dalla donna; l' insistenza però è vincente: la donna si butta ai piedi di Gesù e chiede aiuto a Lui. La frase di Gesù è raggelante: "Non è bene prendere il pane dei figli (gli ebrei) per gettarlo ai cagnolini (i pagani)." Un Gesù razzista, quello che ci presenta Matteo nel Vangelo di oggi? Un Gesù che pensa, come i suoi contemporanei, che i "non ebrei" siano cani? No. Assolutamente no! Si tratta di un espediente narrativo per mettere in luce, da una parte, l' ingegno e, dall' altra, la fede della donna Cananea: "È vero Signore - replicò la donna - ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni!". Gesù, il grande nostro Maestro, ci vuole "ammaestrare", dandoci un fine lezione di come tutti devono crescere spiritualmente prima di chiedere qualsiasi cosa a Lui. Notiamo, infatti, cha la donna Cananea si avvicina a Lui sbraitando, invocando una guarigione: non le importa nulla chi è Gesù e che cosa Lui rappresenta. Vuole solamente il "miracolo" per la figlia "crudelmente tormentata da un demonio". E subito. Come se Gesù dovesse dare retta alla gente che sbraita. Badate che Gesù non le rivolge nemmeno la parola, che non è nel Suo comportamento. Però la ostinazione della donna è voluta. La donna insiste, e alla fine, esausta, si mette ai piedi del Signore e chiede solo aiuto. La donna Cananea cambia i modi della sua richiesta. Non impone a Gesù nessuna sua condizione, ma solamente un generico bisogno di aiuto. Alla fine lei ottiene il miracolo: "Ti sia fatto come desideri!". (Mt. 15, 28). Quella donna non "ebrea" riesce a vedere il miracolo della guarigione di sua figlia. Non è forse la nostra situazione? Ci avviciniamo a Dio, che regolarmente e quotidianamente ignoriamo. Poi, quando qualcosa non funziona, quando abbiamo di bisogno, quando la vita ci chiede un qualche conto, ecco che i ceri si accendono e le intenzioni si moltiplicano. La chiave di lettura di questo Vangelo è l’immediata riflessione della donna. Essa mette da parte il suo amore proprio e confessa: "Hai ragione, Signore, sono proprio una cagna, vengo da te solo quando ho di bisogno. Però ti prego, fai qualcosa.............." Ecco che il volto di Gesù si scioglie e Lui fa "qualcosa" per lei. Il Vangelo di oggi dimostra che Gesù è un Maestro, e come tale ci insegna le cose alla sua maniera. Molte volte siamo "stranieri" a Gesù. Chiediamo e pretendiamo cose da Lui, come fossero nostri diritti. È un miracolo di Dio, nostro diritto? No. Gesù ci fa capire che è la perseveranza della nostra fede, l' unico elemento che possa produrre miracoli. Il profeta Isaia ricorda ad Israele, che “ogni uomo è straniero", perchè la terra è di Dio. Siamo, quindi, tutti "stranieri" davanti a Dio? Ha il Signore fatto un discorso razzista alla donna Cananea? Certa è una cosa: lei non era "ebrea", ma pagana. Però Gesù ha condotto alla riflessione la donna "pagana", stimolandola a chiedere senza sbraitare. Se, poi, Gesù ci considera tutti "stranieri", vuol dire che non siamo all' altezza di nessun miracolo da parte Sua. Stanno, forse, qui i motivi di tanti nostri fallimenti, però, se la nostra fede è solida (e Gesù la carpisce in noi) possono essere a noi riecheggiate le medesime parole dell' odierno Vangelo: "Donna, davvero grande è la tua fede!" (Mt 15,28). I miracoli richiesti, a volte, Gesù li concede, ma solo a quelli che hanno la perseveranza della fede! In questo Vangelo affiora una umile fede si, ma ingegnosa!
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Meditazioni:
«Donna, davvero grande è la tua fede!», Vincenzo La Gamba - America Oggi,
New York, Domenica 17 Agosto 2008 - XX Tempo Ordinario (ANNO A) |
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