Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono anch’Io
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di Vincenzo La Gamba In questa pagina del Vangelo di Matteo vengono riferiti alcuni “loghia”, ossia alcune parole o sentenze, così come furono autenticamente pronunciate da Gesù. Esse sono poste all’interno del discorso elaborato da Matteo sul modo di comportarsi dei cristiani in seno alla comunità. Per comprenderlo, questo discorso deve essere collegato alla frase conclusiva della sezione precedente, in cui si afferma: “Dio non vuole che neppure uno di questi piccoli si perda”. È un monito a chi dirige la comunità, di non escludere nessuno, senza prima aver tentato ogni mezzo per correggerlo del suo errore o del suo peccato. Niente, infatti, è più delicato della correzione fraterna. La regola data da Cristo per la vita e la conduzione della comunità è quella di tenere presente la gradualità del procedere. Ognuno deve lasciarsi guidare dalla preoccupazione di salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello. Il punto saliente nell' odierno Vangelo di Matteo, sta racchiuso nell' ultima frase: "Dove sono due o tre riuniti nel Mio nome; Lì sono IO, in mezzo a loro". Allora ci si domanda: "Dov' é Dio?" Quando due o tre si guardano con pietà e verità, lì c'è Dio. Quando un genitore e un figlio si guardano e si ascoltano con amore, lì c'è Dio. Quando incontri un homeless che ha bisogno di aiuto, lì c'é Dio. Quando puoi aiutare un bimbo orfano, lì c'é Dio. Quando aiuti i lebbrosi o dai conforto agli ammalati (specie) di cancro, lì c'é Dio. Quando l' amico paga all' amico il debito del reciproco affetto, ma se tuo fratello in Cristo commette una colpa, tu và... esci, prendi il sentiero, bussa alla sua porta. Dio è una strada che ci porta gli uni verso gli altri. Se tuo fratello in Cristo sbaglia, avvicinati e cammina verso di lui. Che cosa ci autorizza a intervenire nella vita dell'altro? Solo la parola "fratello", come sinonimo di fratellanza. Ciò che, quindi, ci autorizza a farlo non è la verità, ma la fratellanza. I cristiani sono coloro che fanno la verità nell'amore. Che non separano mai verità e amore.
La
verità senza amore porta a tutti i conflitti, e alle guerre di
religione. D' altro canto, l' amore senza verità è sterile, perché è
amore per caso, fortuito, senza progetto né futuro.
Un celebre detto ebraico ci rammenta "Chi salva un solo uomo, salva il mondo intero". Ma ci deve essere sempre presente il Dio della verità e dell'amore.
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Meditazioni:
«Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono anch’Io», Vincenzo La Gamba - America Oggi,
New York, Domenica 7 Settembre 2008 - XXIII Tempo Ordinario (ANNO A) |
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