Meditazioni

Possono gli ultimi arrivare i primi ed i primi gli ultimi?

 

di Vincenzo La Gamba

L' odierno Vangelo di Matteo é un saggio di economia lavorativa riguardante la manovalanza che viene chiamata a lavorare nella vigna del padrone in varie fasce d' orario durante il giorno.

Il fatto più saliente é che il padrone della vigna paga con la stessa moneta chi da lui é stato impiegato a lavorare di buon mattino e chi da lui invece é stato assunto nell' ultima ora di lavoro.  Cioè gli ultimi manovali assunti da lui per un' ora (dalle 5 alle 6 pomeridiane) ricevono la stessa paga di chi ha invece lavorato per ben 12 ore consecutive.

Vi sembra giusto? Pare una cosa ingiusta, mentre il "boss" dice che é giusto essere generoso.  Forse sarà anche così, ma secondo noi non é giusto. Non vi pare?

Non parliamo poi cosa penserebbero i sindacati dei lavoratori. Nel mondo sindacale del XXI secolo, tale situazione non verrebbe minimamente tollerata, né tantomeno avrà avuto, secondo noi, una logica anche 2008 anni or sono.

Personalmente in quasi quaranta anni di attività nel campo edilizio in qualità di analista di costi/estimatore non ho mai preso in considerazione che una tale situazione sarebbe potuta essere accettata dal mio datore di lavoro.  Anzi, se non ci fossero stati i sindacati, tutti i datori di lavoro, incluso il mio "boss", avrebbero pagato un' ora lavorativa anziché 12 ore.  Anche in quest' ultimo caso si arriva al paradosso. 

Adesso prendiamo ad esempio il nuotatore americano Michaels Phelps, vincitore di otto medaglie d' oro agli ultimi giochi olimpici di Pechino, 2008 ,  record olimpico assoluto per un atleta di ogni disciplina sportiva.  

Immaginate per un momento se Phelps invece di stare sul podio riservato al numero uno avesse dovuto fare posto all' ultimo degli arrivati nelle otto gare di nuoto.  Che senso di vittoria sarebbe stato il suo? Vi immaginate quanti sacrifici avrà fatto nella sua giovane carriera per arrivare ad essere l'atleta più "medagliato" della storia dei giochi olimpici?

Dare le sue medaglie all' ultimo degli arrivati?

"No way", direbbero gli americani all' unisono!

Oppure se l' Inter, vincitrice dell' ultimo campionato di calcio - serie A- in Italia, avesse dovuto abdicare al titolo di campione d' Italia per consegnarlo all' ultima della Serie A, cui tocca, per regolamento la serie B.

Vi immaginate che mondo sarebbe il nostro se gli ultimi e non i primi venissero premiati dopo una gara agonistica? Vivremmo nel mondo della dietrologia. Vero o no?

Ma la nostra logica non é la stessa logica, espressa nel brano evangelico odierno da Gesù, mandato da Suo Padre a rivoluzionare il mondo perché quello che per noi, che assumiamo sia giusto, non lo é per Dio, che ha ragione di pensare diversamente da noi, perché pensa che il Regno dei Cieli appartiene a tutti, sia ai primi che agli ultimi arrivati.

Mi spiego meglio.

Per Gesù é molto importante predicare la generosità e la misericordia da accordare a tutti e in qualsiasi ora del giorno o della notte.  Vale l' esempio di chi si pente sul letto di morte dopo una vita da peccatore al contrario di chi per una vita é stato fedele per tutta la vita agli insegnamenti della Chiesa di Cristo.

Per Dio é la stessa cosa: la Sua generosità e la Sua compassione non é segnata dalle ore consumate nel peccato, ma dall' ora in cui il peccatore si pente, anche all' ultima ora della sua esistenza, e riceve ugualmente un posto nel Regno dei Cieli.

In sostanza la logica di Dio é che tutti noi mortali siamo fondamentalmente peccatori.  Non tutti capiscono che fare peccato é un male, ma non é più male se tutti- anche nell' ultima ora- si pentono per ricevere la generosità ed il perdono da Dio.

C' é gente che persevera nel male tutta la vita e solamente quando arriva alla fine dei propri giorni si accorge di avere sbagliato nella breve o lunga sua vita e si rifugia nel perdono di Dio.

Secondo voi é giusto?  Diamoci una risposta a questa domanda: "possono gli ultimi arrivare i primi ed i primi gli ultimi"?.

Per tutti noi la risposta é scontata, cioè non può entrare nella nostra logica umana.

Ma non per Dio. E noi non siamo Dio.  E noi dobbiamo ringraziare Dio per non esserlo. 

 

Meditazioni: «Possono gli ultimi arrivare i primi ed i primi gli ultimi?»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 21 Settembre 2008 - XXV Tempo Ordinario (ANNO A)
 

Domenica 21 Settembre 2008: XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Vangelo Mt 20,1-16
Sei invidioso perché io sono buono?

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
"Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".