Meditazioni

Pasqua, vittoria dell'amore e della vita

di Vincenzo La Gamba

É Pasqua di Risurrezione! Prima di riflettere sull'odierno Vangelo, immaginiamo Pietro e Giovanni, che corrono nel silenzio, mentre il sole si sta alzando e inonda di luce la pietra color ocra di Gerusalemme. I due discepoli corrono, mentre il fiato manca e la tunica impaccia la corsa.

É Pietro, meno giovane, che si attarda. I due scendono rapidamente oltre la cava: anche i  soldati romani di guardia sono spariti. Ma cosa sta succedendo?

La tomba di Giuseppe di Arimatea è senza la pesante pietra che ne bloccava l'ingresso. Giovanni ripensa al volto sconvolto di Maria che pochi minuti prima li aveva tirati giù dal letto. Arriva Pietro. Giovanni lo guarda lungamente. Entrambi abbassano la testa. Entrano: Gesù non c' è!

Come non c'é? Ma state scherzando? No! Non c'é! E dove é andato?

C'e solo il lenzuolo, come sgonfiato, e il sudario piegato. Non c'è altro. Gesù è scomparso.  E dove é andato? Non ha detto niente a nessuno! Come mai? 

Immaginate una cosa: per noi credenti tutto è iniziato da quella corsa, perché la tomba è ancora lì: vi hanno persino costruito un'immensa basilica nella Terra Santa, oggetto di pellegrinaggio per un millennio e mezzo. É lì, quella tomba. Esattamente lì dove la trovarono Pietro e Giovanni.

Ed è vuota. 

Pensateci bene. Tutta la nostra fede è costruita sull'assenza di un... cadavere. Di sicuro sappiamo che la morte è stata sconfitta, cosi come ci aveva fatto intendere Gesù, che la gente lo ascoltava ma non capiva. Bene. Il Dio deposto sulla fredda pietra non è più qui: è Risorto!

Risorto? Si. Ed é per questa ragione che Gesù è ancora vivo! Ma come può essere vivo se é morto sulla Croce? Può un morto risorgere?

Non è facile credere, lo so bene. Ci vuole fede a capire questo mistero. Tutti abbiamo una qualche ragione per sentire vicino Gesù Crocifisso. Lo abbiamo accompagnato durante la Quaresima nella recitazione della Via Crucis.

Ci siamo commossi, condividendo il dolore, esperienza comune di ogni uomo.

Oggi corriamo anche noi,cari fedeli ed amici italo-americani, così come hanno fatto Giovanni e Pietro.

La Pasqua, al di là delle uova di cioccolato, dei dolci di marzapane o la colomba pasquale e delle campane a festa è fondamentalmente la vittoria dell'amore, della gioia, e della pienezza della vita.

La scommessa, terribile, di un Dio abbandonato alla nostra volontà, è vinta. A noi, ora, resta l’impegno di credere, di vivere da risorti, di vedere le bende e di credere, come Giovanni e Pietro.

A noi, discepoli affannati nella corsa, sempre in ritardo rispetto alla forza dirompente di questo Dio, resta ora la sfida della fede.

Gesù è risorto: Buona Pasqua a tutti, quindi, specialmente ai poveri, agli emarginati, agli operatori di pace, alle persone vedove, agli evangelizzatori, a tutti i credenti, che conservano la fede.

Buona Pasqua a chi è in lutto, anche e soprattutto a chi sente di avere sbagliato tutto nella vita. Loro hanno bisogno del Cristo Risorto per porlo al centro della loro esistenza. 

 

Buona Pasqua ai tutti i lettori di "America Oggi" ed agli amici che mi seguono attraverso il sito “digilander.libero.it/galatro.rc” dell’amico editore ing. Angelo Marazzita. Gesù è davvero risorto! Non si é mai staccato da noi. Noi lo esaltiamo sempre da queste colonne domenicali. Perché é sempre vivente: é stato, è  e sarà sempre in mezzo a noi. Non lo sentite?
 
Meditazioni: «Pasqua, vittoria dell'amore e della vita»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York,  12 Aprile 2009, DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)
 

12 Aprile 2009 DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

Vangelo  Gv 20,1-9
Egli doveva risuscitare dai morti.
 

 Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario che era stato sul suo capo non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.