Come accettare la croce della propria vita? In un mondo come il nostro, parlare di rinuncia personale è sfidare la corrente. Tutto ci invita al massimo comodo, a ciò che è più rapido, più piacevole, ciò che produce più piacere. È l´attuale modo di vivere. Tuttavia ...
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di Vincenzo La Gamba
Il messaggio di questa domenica è semplice, ma non facile da assimilare per la nostra natura umana, ferita dal peccato. E' questo un tema ricorrente che il Santo Padre Benedetto XVI.mo sta trattando con tutta la Chiesa Cattolica Romana perche' agli errori umani ne son seguiti peccati addirittura mortali. Ci riferiamo alla pedofilia che ha contagiato non solo gli Stati Uniti, ma l' Irlanda, il Belgio, l' Italia ed altre nazioni in cui si e' cercato di non levare questa sporcizia che ha, profondamente, ferito la Chiesa Universale. Queste tre letture domenicali esprimono chiaramente che il mistero della salvezza, il mistero della misericordia di Dio, passa attraverso il sacrificio e la rinuncia di sé. Il profeta Zaccaria ci parla di come le genti guarderanno a Dio. Come? Lo guarderanno cercando la salvezza, perché nell´uomo molti dubbi si agitano, insieme a molte sofferenze e rimorsi. È il mistero della grandezza e della piccolezza dell´uomo. Grande perché è creatura di Dio, fatta a sua immagine e somiglianza, piccolo perché ha abusato della sua libertà e perché si è reso schiavo del peccato. L´uomo, dunque, fa ritorno a Dio che può salvarlo, torna da Lui aspettandosi compassione e misericordia, perdono e salvezza. Il vangelo di Luca ci ricorda una verità fondamentale e paradossale della vita cristiana: se vogliamo vivere, dobbiamo morire. È Cristo stesso che ce ne dà l´esempio. Nessuno gli toglie la vita, Egli la offre da se stesso, ha il potere di darla e di riprenderla. Egli dice ai suoi apostoli che è necessario che egli soffra, che sia rifiutato dai capi del popolo, che sia crocifisso e che resusciti al terzo giorno. Ma i suoi apostoli non riescono a capire una lezione tanto grande. Viene spontanea una domanda: Come accettare, dunque, la croce della propria vita? L´unica risposta è "guardare Cristo" per fare una profonda meditazione sul suo amore, sulle sue sofferenze, fatta a noi per poter, così, farci poi carico della nostra propria croce. Cioè prendere parte alla croce di Cristo, per amore. Scoprire che la nostra croce quotidiana, quella che ci fa soffrire nel segreto del nostro cuore, è la nostra via per il cielo ed è il nostro contributo all´opera di salvezza. Cristo ha voluto che noi, individualmente e personalmente, restiamo associati alla sua croce di salvezza. Tentiamo in questo giorno speciale di volgere lo sguardo alla croce che Dio ha posto sulle nostre spalle — perché in realtà ogni uomo porta la propria croce — e cerchiamo di scoprire l´amore racchiuso in essa e l´amore che noi possiamo dare nel portarla. In un mondo come il nostro, parlare di rinuncia personale è sfidare la corrente. In realtà, tutto ci invita al massimo comodo, a ciò che è più rapido, più piacevole, ciò che produce più piacere. È l´attuale modo di vivere. Tuttavia, la vita cristiana, senza respingere il valore di tutto ciò che di buono e di bello c´è nel mondo, ci insegna a rinunciare a noi stessi, cioè a dominare le nostre intime passioni e ad incanalarle per scopi buoni e santi. Non è possibile educare la gioventù senza fare un allenamento della forza delle passioni, delle emozioni, dei sentimenti e degli appetiti naturali.
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Come accettare la croce della propria vita? In un mondo come il nostro, parlare di rinuncia personale è sfidare la corrente. Tutto ci invita al massimo comodo, a ciò che è più rapido, più piacevole, ciò che produce più piacere. È l´attuale modo di vivere. Tuttavia ...», America Oggi, New York, Domenica 13 Giugno 2010, XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) |
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