Meditazioni

Accumulare tesori per sé e non arricchirsi davanti a Dio

 

Pensando di assicurare e riempire da sé la vita tutto diventa un fallimento: la nostra vita ha un destino oltre il tempo, aspira ad una pienezza oltre le cose.

"Noi cristiani siamo chiamati ad essere seminatori di speranza in una società che sembra spegnerla del tutto con la violenza, l'illegalità e le furberie”

 

 

di Vincenzo La Gamba

 

La parabola odierna mette drammaticamente in luce l'errore di chi "accumula tesori per sé e non arricchisce davanti a Dio". Il fallimento sta nell'aver sbagliato traguardo, pensando di assicurare e riempire da sé la vita, mentre questa è solo dono e pienezza che ci viene da Dio. Questo significa che la nostra vita ha un destino oltre il tempo, aspira ad una pienezza oltre le cose, esige una qualità che è niente di meno che quella di divenire "simili a Dio", perché appunto creati "a sua immagine e somiglianza".

San Paolo oggi ce lo esorta nella Seconda Lettura: "Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio.  Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio".

 Gesù ha provato tutto il limite umano ed ora è oltre, in possesso della pienezza di vita propria di Dio. Tale possibilità è offerta ad ognuno di noi dal Sacramento del Battesimo.

 

Nell' odierno brano evangelico di Luca la sentenza di Gesù è esplicita: Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni". É di moda dire che non l'avere, ma l'essere qualifica una persona. Di questo siamo persuasi. Ma è quell'essere che va riempito, per non sbagliare ancora! Essere intelligente, essere operoso e giusto, essere importante e lasciare una memoria, essere dei signori e non tanto dei ricchi ... : è tutto un essere buono, ma non sufficiente. L'avere e il fare umano qualificheranno pienamente l'essere solo se sarà un arricchirsi davanti a Dio, un essere divino! Si è già al di là di ogni etica umana; ben oltre cioè il piccolo problema d'eredità in cui si vuol coinvolgere Gesù. L' altra frase di Gesù nell' odierno Vangelo ammonisce: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?". Tutto il castello di sicurezza che quest'uomo s'era costruito, diviene insipienza, perché quando uno muore con sé non porta nulla. É la riflessione amara e realista di tutto il libro del Qoelet: "Vanità delle vanità, tutto è vanità". Cioè un soffio che passa, una illusione”.

 

La ricchezza porta a far perdere di vista Dio come bene supremo e a non accorgersi più di Lui. La ricchezza chiude il cuore di fronte agli altri, e anche questo è contro il disegno di Dio, che ha immesso nel creato risorse per tutti, chiedendo all'uomo collaborazione per la loro equa distribuzione. La ricchezza porta più facilmente anche a soddisfare "quella parte di noi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quell'avarizia insaziabile che è idolatria" (Seconda Lettura di San Paolo ai Colossesi). E alla fine, per denaro, vediamo quanto disordine sociale si produce: tangentopoli, illegalità, mafia, stragi...!

 

Al di là di tutte queste indicazioni però sta un fatto di base: il mondo non si cambia con regole nuove, ma col cuore nuovo. E quindi con uomini nuovi, rinnovati dalla Grazia di Cristo. Tocca proprio ai cristiani per primi a impegnarsi a trasformare il mondo per più giustizia e sviluppo, proprio perché essi dovrebbero avere criteri nuovi e soprattutto cuore e capacità nuove per gestire nel modo giusto i beni della terra. "Noi cristiani – han detto recentemente i Vescovi Italiani - siamo chiamati ad essere seminatori di speranza in una società che sembra spegnerla del tutto con la violenza, l'illegalità e le furberie”.

 

Domenica 1 Agosto  2010,  XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Vangelo (Lc 12,13-21)
Quello che hai preparato, di chi sarà?

 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Accumulare tesori per sé e non arricchirsi davanti a Dio. Pensando di assicurare e riempire da sé la vita tutto diventa un fallimento: la nostra vita ha un destino oltre il tempo, aspira ad una pienezza oltre le cose. "Noi cristiani siamo chiamati ad essere seminatori di speranza in una società che sembra spegnerla del tutto con la violenza, l'illegalità e le furberie”», America Oggi, New York, Domenica  1 Agosto  2010,  XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

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