Vegliate, per essere pronti al suo arrivo
Inizia l'Avvento: ricomincia il nostro pellegrinaggio attorno al mistero di Cristo: pellegrinaggio sempre nuovo, che promette orizzonti nuovi per la nostra vita; pellegrinaggio carico di attese e di speranze. Ma noi cosa attendiamo?
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di Vincenzo La Gamba Da questa domenica inizia l'Avvento (Ciclo A). Comincia pure il Vangelo di San Matteo e ricomincia il nostro pellegrinaggio attorno al mistero di Cristo: pellegrinaggio sempre nuovo, che promette orizzonti nuovi per la nostra vita; pellegrinaggio carico di attese e di speranze. Eppure pellegrinaggio segnato dalla medesima fatica, da quella fatica che avvolge e spesso imprigiona la nostra esistenza. Si legge nell' odierno brano evangelico:"Come fu ai giorni di Noè; così sarà la venuta del Figlio. Infatti come nei giorni che precedettero il diluvio noi mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla...". Ecco la fatica che segna la vita sin dal principio dell'uomo: è la fatica dell' uomo ripiegato sul suo presente. Questa fatica somiglia alla nostra fatica quotidiana; e davanti ad essa il nostro pellegrinaggio attorno al mistero di Cristo sembra non offrire niente di nuovo. Invece dovremmo riprendere con entusiasmo, ripartire con nuovo slancio, perché sappiamo che solo il Signore Gesù ha parole di vita; eppure ci sentiamo come impotenti davanti ad una fatica che sempre ci blocca. Ma come spezzare questa spirale? L'Avvento spezza questa spirale, insegnandoci la virtù dell' attesa, perché di virtù si tratta : "Fratelli, è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti". La via di uscita sta nello svegliarci da questo sonno tale e nel saper attendere: alzare finalmente lo sguardo al Cielo e attendere la salvezza che cerchiamo (ma siamo in grado di meritarcela?). Attendere è difficile, specialmente oggi, abituati come siamo ad avere tutto e subito, a cercare soluzioni facili e veloci. Eppure attendere è necessario. Bisogna avere il dono della pazienza, perché solo attendendo impariamo a gustare le sorprese di ogni giorno. Il tempo dell'Avvento non è alzarci la mattina, per tutto il mese di dicembre per fare lo shopping natalizio durante il giorno e sera, ma alzarsi e levare lo sguardo a Dio, in modo che il nostro sguardo sia in senso verticale e non orizzontale. Il nostro è diventato uno sguardo piatto, fisso all'orizzonte: cosa farò un mese, sei mesi, un anno? Alzando lo sguardo abbiamo modo di "guardare" Gesù. Ecco perché viene Gesù Bambino a Natale: per convertirci e farci capire che è venuto il tempo della veglia e della preghiera. Il Buon Gesù Bambino, che nascerà meno di un mese da oggi, davvero può dare un volto e un nome alla nostra sete di verità e di vita; e lo può fare perché in Gesù un amore incondizionato. Cosa ci porterà l' Avvento? Un nuovo modo per riflettere sulla nostra esistenza ed offrire con slancio un nuovo cammino nella luce del Signore.
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Vegliate, per essere pronti al suo arrivo. Inizia l'Avvento: ricomincia il nostro pellegrinaggio attorno al mistero di Cristo: pellegrinaggio sempre nuovo, che promette orizzonti nuovi per la nostra vita; pellegrinaggio carico di attese e di speranze. Ma noi cosa attendiamo?», New York, www.galatro.org, Domenica 28 Novembre 2010, I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A) |
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